Le 30 CONTRADE di MILANO: da riportare alla luce per rendere il centro davvero STORICO

Non solo Siena. Anche Milano aveva le sue contrade. Perché non riproporle per valorizzare ancor di più il centro storico?

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Non solo Siena. Anche Milano aveva le sue contrade: la Milano del Rinascimento era divisa in 30 contrade e 6 Porte o sestieri. Si tratta di aree che delimitano il centro di Milano. E se le si riportasse alla luce per valorizzare ancora di più la zona centrale di Milano rendendola ancora di più un’attrazione storica? 

Le 30 CONTRADE di MILANO: da riportare alla luce per rendere il centro davvero STORICO

Le 30 contrade di Milano
Le 30 contrade di Milano

# La competizione tra le contrade

La Milano del Rinascimento era divisa in contrade. Inizialmente erano 11 a cui vennero aggiunte altre 19 per un totale di 30 contrade. Le contrade erano una forma di organizzazione sociale molto importante a Milano durante il Rinascimento, e ciascuna di esse aveva una propria chiesa, una propria festa patronale e un proprio stemma. Le rivalità tra le contrade erano spesso molto accese e si manifestavano in competizioni sportive, giochi di abilità e sfide culinarie.

# Le 30 contrade di allora nella Milano di oggi

Ph. http://milanoneisecoli.blogspot.com/

Le trenta contrade di Milano erano queste con l’indicazione delle zone a cui corrispondevano:

  1. Nobile Contrada del Carrobbio: area attorno a Piazza Sant’Eustorgio e della Basilica di Sant’Eustorgio
  2. Nobile Contrada del Leon d’Oro: area di Via Dante e di Piazza dei Mercanti.
  3. Nobile Contrada del Cordusio: Piazza Cordusio e vie circostanti.
  4. Nobile Contrada della Cicogna: area del Castello Sforzesco e dintorni.
  5. Nobile Contrada di Sant’Ambrogio: area della Basilica di Sant’Ambrogio e dei suoi dintorni.
  6. Nobile Contrada della Rosa: Corso Magenta e Piazza Virgilio.
  7. Nobile Contrada delle Farine: area di Piazzetta San Fedele e via dei Bossi.
  8. Nobile Contrada dei Bossi: area di Via Brera fino a piazza della Scala. 
  9. Contrada del Bue: Piazza Sant’Alessandro e Via Lanzone.
  10. Contrada della Torre de’ Moriggi: area di Via Manzoni e di Piazza della Scala.
  11. Contrada del Pozzo: Via Torino fino a Piazza Cordusio.
  12. Contrada della Cagnola
  13. Contrada del Pallone: Via Mazzini e Piazza della Repubblica.
  14. Contrada della Spiga: Via della Spiga e Via Montenapoleone.
  15. Contrada della Vetra: area di Via Torino e della zona tra le colonne di San Lorenzo e il Duomo.
  16. Contrada della Fontana: area di Via dei Mercanti e del Palazzo della Ragione.
  17. Contrada del Lauro: area di Corso di Porta Romana e della Chiesa di San Sebastiano.
  18. Contrada della Stella
  19. Contrada della Ghisolfa: area di Porta Garibaldi e dei suoi dintorni.
  20. Contrada del Campo: Piazza San Babila e Corso Vittorio Emanuele II.
  21. Contrada del Broletto: Piazza Mercanti lato Via Orefici.
  22. Contrada del Barone Rampante: Via San Tomaso e Via Santo Spirito.
  23. Contrada della Pusterla: Via della Pusterla e Piazza XXIV Maggio.
  24. Contrada del Portello: Piazzale Giovanni dalle Bande Nere e Via Marghera.
  25. Contrada del Coniglio: Piazza Duomo fino a via Torino.
  26. Contrada del Falcone: Via del Falcone e di Via della Commenda.
  27. Contrada della Torretta: Piazza San Nazaro in Brolo e Via della Torretta.
  28. Contrada del Granchio: Via San Giovanni sul Muro e Via Brera.
  29. Contrada del Gabbia: dintorni via della Spiga e via Montenapoleone
  30. Contrada della Guastalla: Piazza della Guastalla e Corso di Porta Romana.

# Le contrade più importanti a livello storico, economico e sociale

Le sei contrade caratterizzate dal titolo “nobile, ovvero le più importanti contrade di Milano, da un punto di vista storico, economico e sociale erano: la Nobile Contrada del Cordusio, la Nobile Contrada della Cicogna, la Nobile Contrada di Sant’Ambrogio, la Nobile Contrada della Rosa, la Nobile Contrada delle Farine, la Nobile Contrada dei Bossi. Confinavano con la Contrada dei Rostri, formando una fascia circolare intorno ai suoi confini, e questo consentiva loro di essere le uniche a fregiarsi del titolo “nobile” vista anche la loro posizione centrale rispetto all’abitato di Milano. Ci poteva essere solo una contrada nobile nei sestieri e per questo ce n’erano solo 6.

La Contrada dei Rostri invece che era al centro di Milano, circondata dalle Contrade Nobili, era chiamata la Capitana di Milano per il fatto che all’interno dei suoi confini c’era il municipio della città, il Palazzo della Ragione, al cui interno era custodito il gonfalone municipale di Milano, senza contare il Carroccio: un simbolo molto importante per la Milano medievale.

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# La scomparsa e l’oblio nel ‘700

Esaurita la loro funzione militare e sociale, per le contrade di Milano iniziò un progressivo fenomeno di oblio che portò alla loro scomparsa ufficialmente dalle mappe di Milano nel 1889 in occasione dell’approvazione del primo piano regolatore della città di Milano, il Piano Beruto. Dal Settecento il termine “contrada” iniziò a indicare, anche nella toponomastica ufficiale, le strade invece dei rioni. Infini dal XIX secolo, le strade iniziarono a essere a prendere il titolo di vie: via Monte Napoleone è un esempio di questo cambiamento, infatti fino al Settecento era conosciuta come contrada di Sant’Andrea.

# Le vecchie contrade per una nuova Milano

Siena – Ph. Zotx

Le contrade rinascimentali servivano a dare identità alle singole aree di Milano. La Milano di allora corrisponde in larga parte con il centro della città che ha mantenuto una coerenza con la pianta di allora. Un centro che però oggi appare uniforme, almeno nell’identificazione urbanistica. Perché non riportare alla luce le contrade con i loro simboli, bandiere e le loro identità, in modo da rendere più spettacolare la visita del centro di Milano, un po’ come accade a Siena? Basterebbe riaprire il cassetto della storia di Milano e rifare un maquillage delle singole parti con i colori e i simboli di un tempo. Un costo irrisorio che produrrebbe un valore inestimabile per Milano. 

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ANDREA ZOPPOLATO

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.