Roberti Cenci, il musicista diventato uno dei più celebrati registi della TV

Dal debutto come percussionista per Strehler alla regia nelle trasmissioni televisive italiane di successo

0
Roberto Cenci
I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Pensava di intraprendere la via della musica, per farla diventare un mestiere. A distanza di quarantasei anni lo ritroviamo nel ruolo di uno registri più famosi della televisione italiana.

Roberti Cenci, il musicista diventato uno dei più celebrati registi della TV

# Il debutto come percussionista in un’opera di Shakespeare messa in scena da Strehler

Credits: teatroecritica.net – Giorgio Strehler

“La prima immagine che si presenta allo spettatore è una sequenza di forte suggestione, che subito strappa l’applauso. La sagoma del veliero, con a bordo il re di Napoli e il suo seguito, che appare e scompare tra i lampi e il rumoreggiare del tuono, squassata dal ribollire dei flutti (decine di teneri veli azzurri agitati da mimi e allievi della Civica Scuola), è un grande e geniale momento di teatro barocco. Ma subito, crollata la vela, spezzato l’albero maestro, il clima si fa più poetico, più astratto. Dopo il disordine, la calma”.

Parliamo de “La tempesta”, l’opera di Shakespeare proposta da Giorgio Strehler nel 1979 al Piccolo Teatro. Il percussionista dell’orchestra, che suonava dietro le quinte, era un giovanissimo Roberto Cenci, allora sedicenne, che pensava di intraprendere con forza, fino a farla diventare mestiere, la via della musica. Invece, a distanza di quarantasei anni, lo ritroviamo nel ruolo di uno dei più celebrati registi della TV: in queste settimane sta dirigendo “L’isola dei famosi”.

# Da Gigliola Cinquetti a Dame Shirley Veronica Bassey

Cenci, è nato a Milano il 12 dicembre 1963, cresciuto nella metropoli politicamente accesa degli anni settanta, che si divideva tra l’anima “nera” sanbabilina di Rodolfo Crovace, e quella “rossa” del Casoretto di Andrea Bellini. Cenci stava a metà strada, non in una posizione passivo-democristiana, bensì attenta e osservatrice. Di cose attorno a lui ne accadevano, però era capace a crearne di proprie. Con un papà musicista, Cenci alle elementari viene ingaggiato per suonare il triangolo in una registrazione di Gigliola Cinquetti, ma questo è nulla, se si considera che già in tenera età aveva conosciuto Celentano, Mina e Dame Shirley Veronica Bassey.

# Lo studio al Conservatorio e le prime opportunità in regia

Sempre a Milano frequenta il Conservatorio, poi arrivano le prime timide opportunità: lo chiamano a suonare nelle trasmissioni della Rai. Lui è interessato (anche) all’organizzazione scenica, a quella che mette in piedi un programma, una diretta. Suona, in “Il bello della diretta” del 1986 con Loretta Goggi, ma sbircia anche ciò che gli accade attorno.

Naviga su Milano Città Stato senza pubblicità

Nel 1980 collabora con due mostri sacri della direzione dei varietà del piccolo schermo, Beppe Recchia e Davide Rampello, mentre nel 1985 è aiuto regista già nella prima edizione di “Buona Domenica” su Canale 5, per poi diventarne regista nel 1995, nel 2004, nel 2005 e nel 2008.

# Le trasmissioni televisivi di successo

Roberto Cenci

La carriera di Roberto Cenci è caratterizzata da continui successi delle trasmissioni che lo vedono alla direzione: “Saranno Famosi”, ovvero il primo talent della De Filippi, “Amici”, “Ciao Darwin”, “Sarabanda”, “Ti lascio una canzone”, “Scherzi a parte”, “Summer Festival”, “The winner is”, e tanti altri spettacoli, che lo stanno posizionando nell’olimpo dei registi televisivi, accanto a Beppe Recchia, Enzo Trapani, Antonello Falqui e Giorgio Nicotra. E’ legatissimo a Renato Zero, a Lorella Cuccarini e a Claudio Baglioni ed è stato legatissimo a Maurizio Costanzo e a Gigi Proietti.   

Nel 2024, dalla sala regia, diresse la sigla e i primi istanti di una puntata di “Ciao Darwin”, completamente bendato, staccando e indicando le inquadrature a memoria, dando una visione concreta ed esaustiva delle dinamiche di lavoro di un regista della TV.

Nel 2022, per il concerto al Circo Massimo di Renato Zero, andato in onda successivamente in televisione, vediamo un Cenci che dirige immagini e suoni con la gestualità di un direttore d’orchestra, la fisicità scenica di un Pippo Inzaghi a bordo campo in una finale di Champions e l’umanità di un padre, severo ma giusto.

FABIO BUFFA

Continua la lettura con altri milanesi d’autore


Articolo precedenteLe prime 7 parole e le regole di comportamento che devi conoscere per sembrare di Milano se vieni a Milano
Articolo successivoLe tre colazioni più famose di Milano
Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome