Non più figure carismatiche, potenti trascinatori di folle o visionari rivoluzionari. La nuova era dei potenti della Terra sembra caratterizzata più da freddi calcolatori che da leader di valore autentico.
# Da Musk a Zuckerberg, nerd freddi e calcolatori

I potenti della Terra hanno cambiato volto. Un tempo c’erano personaggi carismatici, in ogni ambito. Nel Novecento brillavano le stelle di Ghandi, Mandela, Einstein, Kennedy, Roosevelt, Churchill, Madre Teresa di Calcutta. In Italia c’erano personaggi della levatura di Pasolini, Montessori, Agnelli, Montalcini, Einaudi, leader di personalità come Andreotti, Craxi, Almirante, Berlinguer, Pannella o Pertini. Solo per citarne alcuni. Tutti personaggi che illuminavano, a prescindere dal ruolo che ricoprivano. Al semplice loro apparire ti veniva da alzarti in piedi, anche se li vedevi in televisione. Ma oggi? La prospettiva si è ribaltata. Non è più il carisma a precedere la carica, ma il contrario: la leadership nasce dalla carica, non dal carisma. Pensiamo ai riferimenti della nostra epoca: Zuckerberg, Musk, Bezos, Bill Gates. Tutti nerd, con problemi relazionali, che in gruppo farebbero da tappezzeria, se non fosse per il loro immenso patrimonio. Luccicano per il successo sociale, non per il carisma. In più, sono tutti uomini di affari. Mancano delle luci in altri ambiti, come se la leadership sociale fosse ormai ridotta a quanti soldi uno possiede. Personaggi che non emanano luce, cultura e raffinatezza intellettuale, ma sono espressione di altri tratti comuni: freddezza, risolutezza ed estrema precisione. Lo si può notare guardando una qualunque intervista di uno qualunque dei personaggi citati: freddi calcolatori con risposte dirette e mirate che non lasciano trasparire alcun elemento di umanità. Come delle macchine più sofisticate in un universo robotico. E questo vale ancxhe per i leader politici.
# La nuova leadership: niente più visione strategica, nessuna fonte di ispirazione, assenza di una filosofia politica

Uno dei video simboli del Novecento. Le riprese dei tre leader a Yalta: Stalin, Churchill, Roosevelt. Anche in silenzio, bastava una loro occhiata per mettere in soggezione chi li guardava. Il Novecento è stata un’epoca di grandi leader. Anzi, se non si era leader, non si poteva aspirare ad alte cariche. Più dei soldi o delle relazioni, valevano il carattere e la visione. Nel bene e nel male. Quello che i greci definivano carisma. Ma oggi? Qualcosa si salva a Oriente, ma in Occidente la leadership ha ormai un volto nuovo e inedito. Trump, Macron, Meloni, Ursula Von der Leyen. Sono la massima espressione della leadership del nostro tempo. Niente più visione strategica, nessuna fonte di ispirazione, incapacità di filosofia politica. Bravi a comunicare e, soprattutto, bravissimi a rivestire il ruolo di gestore di un potere freddo, cinico e calcolatore. Perché sta succedendo questo?
# Espressione della società delle macchine: da leader visionari a robot
L’atteggiamento dei potenti occidentali lascia pensare a diverse motivazioni. Probabilmente nel mondo contemporaneo ultratecnologico e interconnesso, ciò che porta al successo non sono i sentimenti, le raffinatezze intellettuali o la dimensione spirituale, quanto l’efficienza delle macchine. Ci si può chiedere quale sia il motivo di questa “trasformazione” dei potenti della Terra. Probabilmente la risposta è che la nostra società soffre di una involuzione delle élite. Non sono più dei fari, degli ispiratori, dei trascinatori verso nuove visioni, bensì un prodotto della società. Se le élite smettono di guidare ma si mettono a livello di chi dovrebbero orientare, a quel punto a eccellere non è più chi presenta un orizzonte e un futuro più stimolante, ma chi è più “massa” degli altri. In un mondo di macchine, a vincere è chi ha il programma più raffinato: chi risponde meglio alle forze del sistema. Vince pertanto chi è più conforme alle forze del sistema. Chi è più capace di assecondare tali forze anche se si tratta di forze che non hanno alcuna capacità di progresso. Anzi, che potrebbero rivelarsi distruttive.
Questo spiega anche come mai la figura del politico stia diventando sempre più simile a quella dell’imprenditore: in alcuni casi, vedi Trump o Musk, le due dimensioni tendono a sovrapporsi, come se si trattasse di due ruolo con le stesse regole del gioco. Ci si può chiedere se il fatto di avere leader privi di umanità e di visione non sia determinato da forze più elevate, in un piano strategico che porti a un più facile controllo delle nostre società. Elevando un modello comportamentale più simile a una macchina che a un essere umano, può facilitare tentativi di imitazione, favorendo la proliferazione di una massa di persone-robot più facili da governare e controllare, rispetto a esseri umani caratterizzata da una loro identità originale e distintiva. Svuotare gli uomini della propria umanità per renderli soggetti passivi di chi controlla il sistema sociale: può essere questo il fine della politica e del potere contemporanei?
Continua la lettura con: La libertà in crisi nelle università USA? Milano deve diventare il nuovo faro del pensiero libero
RAFFAELE PERGOLIZZI
Posso comprendere che non abbiate citato, forse per pudore, certi elementi da circo che solo noi abbiamo nelle nostre istituzioni, che sono la fortuna della satira, ma che non sono nemmeno identificabili coi calcolatori, né tantomeno con chi li ha preceduti.
Anche perché mi viene il dubbio pure che sappiano non calcolare, ma pure contare …