La ricetta della lunga vita? Smog, stress e frenesia quotidiana. Questo almeno potrebbe sembrare scoprendo la posizione di Milano nell’ultima classifica delle città italiane dove si vive più a lungo. Vediamo chi le fa compagnia e quali sono le realtà dove l’aspettativa di vita si riduce.
Stress e smog? Milano tra le città dove si vive… di più!
# Una longevità che divide l’Italia

Secondo i dati aggiornati dell’Istat, nel 2024 la speranza di vita media in Italia ha raggiunto quota 83,4 anni. Ma dietro questo numero si nasconde una realtà molto più articolata: il paese è diviso in due, anche per questo statistica. Le città del Centro-Nord trainano verso l’alto la media nazionale, mentre nel Sud la longevità resta stagnante o, in alcuni casi, addirittura in calo. È un’Italia spaccata, dove la geografia influisce direttamente sulle probabilità di vivere più a lungo. Questa la top five delle città dove si vive più a lungo:
- Firenze con 86,7 anni,
- Trento, Rimini, Prato e Monza-Brianza con 84,6.
# Milano? Al sesto posto tra le città dove si vive più a lungo

E Milano? Pur alle prese con smog, ritmi intensi e costi della vita elevati, si posiziona stabilmente tra le province italiane con l’aspettativa di vita più alta. Una “contraddizione” solo apparente: la città offre un’eccellente rete ospedaliera, un’elevata qualità della prevenzione, mobilità capillare e uno stile di vita sempre più attento alla salute e al benessere, compresa la cultura alimentare. L’aspettativa di vita dei milanesi è di 84,4 anni, come di chi vive a Treviso e Lecco, appena più alta di Vicenza e Siena che chiudono la top ten.
# Sud in sofferenza: Enna, Napoli e Caserta in coda alla classifica

All’estremo opposto troviamo le province del Sud come Napoli, Caserta, Crotone, Catania e Messina, dove l’aspettativa di vita si ferma tra gli 81 e gli 81,8 anni. Un dato che non dipende solo da fattori ambientali, ma anche e soprattutto da quelli strutturali: minore qualità e quantità dei servizi sanitari, disoccupazione endemica, scarsa istruzione, fragilità economiche e accesso limitato alla prevenzione. In queste aree, vivere meno non è una questione di destino ma di condizioni sistemiche. Un divario che, oltre a essere sanitario, è sempre più sociale e politico.
Fonte: thegap_media IG
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FABIO MARCOMIN