Lo scandalo delle inchieste sull’urbanistica ha accorciato l’orizzonte politico di Milano. Un attimo e siamo già al dopo Sala. Evitato al momento il rischio di elezioni anticipate, i partiti sondano i primi nomi per il 2027. La sfida si gioca tra profili civici e candidati di partito.
# Appuntamento al 2027, salvo clamorosi colpi di scena

Il mandato di Beppe Sala, salvo clamorosi colpi di scena, terminerà nella primavera del 2027. Indagato per presunte irregolarità nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica che ha scosso Milano, legata alla gestione di appalti e progetti edilizi, ha scelto di restare in carica e completare il mandato. La situazione ha però spinto i partiti ad accelerare le valutazioni sui possibili successori, anche se le candidature ufficiali non sono ancora state definite. Il centrodestra vorrà sfruttare l’occasione, di un centrosinitra indebolito, per presentarsi più preparato e tentare la riconquista della città, dopo la brutta figura rimediata nella precedente tornata elettorale.
# Centrodestra: Resta è il nome civico in valutazione. Si riducono le quotazioni di Fidanza

Nel centrodestra il nome più solido in ambito civico è quello di Ferruccio Resta, ex rettore del Politecnico di Milano. Figura stimata, viene descritto come un moderato con simpatie nel centrodestra e buoni rapporti con ambienti imprenditoriali e accademici. Il suo nome è al centro di un’interlocuzione riservata tra Forza Italia e Azione, con l’obiettivo di replicare un’alleanza trasversale sul modello Basilicata. Il vicepremier Antonio Tajani ha espresso pubblicamente il desiderio di individuare un candidato civico per Milano e ha rivolto un appello diretto a Carlo Calenda. Il nome di Resta, già sondato dal Terzo Polo in passato, risponde ai criteri condivisi da entrambi. L’operazione avrebbe il sostegno dei forzisti milanesi, interessati a rafforzare la propria leadership in città dopo aver respinto l’asse Lupi-La Russa. Calano anche le quotazioni di Fidanza, prediletto di Giorgia Meloni.
# Centrosinistra: sempre più probabile Calabresi

Nel campo progressista prende quota il nome di Mario Calabresi. Ex direttore di Repubblica e La Stampa, viene indicato come possibile candidato civico del Partito Democratico. Il suo profilo è considerato adatto a tenere unito il campo largo, con consensi anche tra i centristi. La sua candidatura punta a evitare fratture interne, intercettando il voto moderato e mantenendo una linea istituzionale. La disponibilità di Calabresi non è stata confermata, ma i contatti sono avviati. In caso di accordo, il PD rinuncerebbe a una candidatura interna. Ipotesi auspicata soprattutto dall’ala sinistra capeggiata da Pierfrancesco Majorino (già assessore nelle giunte Pisapia e Sala, poi europarlamentare e candidato alla presidenza della Regione Lombardia nel 2023).
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FABIO MARCOMIN
Il problema è Tajani, con il suo allargamento incomprensibile, così come il suo mantra dello jus soli, finalmente stoppato. Per quanto riguarda Calabresi, potrà essere un buon candidato, ma comne sindaco non lo vedo proprio