La Francia dice stop alle ZTL in città: “classiste, punitive e incostituzionali”

Stop all' "ambientalismo punitivo": il vento della rivoluzione soffierà anche sull’Italia?

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Un voto parlamentare cambia radicalmente la strada percorsa finora. E se lo facesse anche l’Italia?

# Stop all’ “ambientalismo punitivo”: fine anticipata per le zone a basse emissioni nelle città francesi sopra i 150mila abitanti

lemonde.fr – Risultato voto contro ztl in Francia

Un voto storico al Parlamento francese: è l’ora della fine delle Zone à Faibles Émissions, le “famigerate” ZFE, introdotte per ridurre l’inquinamento urbano. L’equivalente delle ZTL adottate in alcune grandi città italiane, di cui Milano è diventata la capofila. L’obbligo di applicazione riguardava tutte le agglomerazioni con più di 150.000 abitanti, come previsto dalla legge francese sulla mobilità del 2019, in linea con le direttive europee sulla qualità dell’aria. Il 17 giugno 2025, l’Assemblée nationale ha approvato un emendamento che ne abolisce l’obbligatorietà, con 275 voti favorevoli e 252 contrari. A sorpresa, la maggioranza è nata da un’alleanza trasversale tra il Rassemblement National di Le Pen, La France Insoumise di Mélenchon e i repubblicani conservatori. Una coalizione inedita, unita nel rigettare ciò che è stato definito “ambientalismo punitivo”. L’emendamento è stato inserito all’interno del più ampio disegno di legge sulla “semplificazione”, mirato a ridurre la burocrazia e le normative considerate troppo rigide. Le ZFE prevedevano restrizioni severe e multe per i veicoli più inquinanti, ma sono state percepite sempre più come un attacco alla mobilità delle classi popolari.

# Le motivazioni alla base del voto: le ZTL sono incostituzionali e puniscono le fasce più povere

Par Sebleouf — Travail personnel, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=100693690 – Ztl in Francia

Alla base del voto non ci sono solo ragioni elettorali o populiste: alcuni commentatori avevano sollevato il dubbio che le ZFE potessero confliggere con principi costituzionali come la parità di accesso ai servizi e la libertà di circolazione. Le limitazioni alla circolazione venivano imposte su base automatica, tramite criteri tecnici (le famose vignette Crit’Air), senza un vero dibattito democratico a livello locale. Inoltre, penalizzavano in modo sproporzionato chi non poteva permettersi un’auto nuova o elettrica. Il Parlamento ha così accolto una crescente pressione sociale che vedeva in queste norme un privilegio per i ricchi. Non è un caso che Parigi, Lione e Marsiglia, le città più coinvolte, siano state tra le più critiche. Ora il governo dovrà anche restituire parte dei 3,3 miliardi ricevuti dall’UE per finanziare le ZFE.

# Cosa succederebbe se anche l’Italia seguisse l’esempio?

ZTL Quadrilatero della Moda

Nel nostro Paese, le ZTL sono una realtà diffusa in molte città: da Firenze a Bologna, da Napoli a Torino, da Verona a Palermo. I divieti alla circolazione non finiscono però qui: a ottobre è atteso lo stop ai diesel Euro 5 in tutto il nord del Paese, un unicum europeo che il governo sta provando di nuovo a prorogare. Ma è Milano la vera superstar per le restrizioni alla circolazione. Qui convivono tre livelli di zone a traffico limitato: Area B, che vieta l’accesso ai veicoli più inquinanti in quasi tutta la città, Area C, che impone un pedaggio per entrare nel centro storico, e la nuova super ZTL del Quadrilatero della moda, dove possono muoversi solo residenti o categorie di utenti con deroghe specifiche. Se il parlamento italiano adottasse una linea simile a quella francese, Milano sarebbe la città più coinvolta in un’eventuale smantellamento. Cambierebbe la mobilità urbana, salterebbero i piani di riduzione del traffico e si riaprirebbe il dibattito su ambiente e diritti. Il vento della rivoluzione soffierà anche sull’Italia?

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Fonte: lemonde.fr

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FABIO MARCOMIN


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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