Susanna GARAVAGLIA: “la mia Milano saprà coltivare l’ESSERE attraverso la CONOSCENZA”

"Creativa e seduttiva come Parigi, aperta come Londra, giovane come Berlino, saggia come fosse una donna, tenace come un uomo"

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Susanna Garavaglia

Susanna Garavaglia. Scrittrice, Naturopata, Counselor, gestisce il B&B JOIE De VIVRE. Storica insegnante al Leone XIII, in avanguardia sui tempi. Da sempre orientata alla bellezza e alla dimensione spirituale dell’esistenza. 

Susanna GARAVAGLIA: “la mia Milano saprà coltivare l’ESSERE attraverso la CONOSCENZA”

Susanna Garavaglia

La cosa che ami di più di Milano?

La sua creatività. Non è sfrenata come quella di Parigi, impone delle regole che, se sei cresciuta a Milano, segui quasi inconsciamente. Diciamo… la sua creatività leggermente strutturata.

E quella che ami di meno?

Come scrivo nel mio ultimo romanzo talvolta è così troppo indaffarata per guardare negli occhi”.

Il tuo locale preferito?

Senza dubbi il Bar Magenta. Ma sai quanti anni ho?

Credits Andrea Cherchi – Bar Magenta

Il tuo passatempo preferito a Milano?

A Milano non c’è bisogno di passatempi, il tempo passa senza che tu te ne accorga. E poi dipende dall’età e dalle fasi della vita, io ne ho passate tante di fasi della vita a Milano. Ma ora che vivo in un bosco mi piace, quando torno a Milano, camminare nelle vie dove ho passato il tempo, respirandone i ricordi.

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La canzone su Milano a cui sei più legata?

“Innamorati a Milano”, cantata dalla Vanoni. Quella che inizia con “Sapessi com’è strano sentirsi innamorati a Milano..

I luoghi dei dintorni di Milano che ami di più?

Forse quelli verso il Ticino

Credits nicola_farise – Parco del Ticino

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Nascere, crescere, scoprire tanto della vita, viverla nei miei vari ruoli, soprattutto come madre e conoscere una buona parte di Susanna. Il resto di me mi sta ancora aspettando, ma non più a Milano.

La fermata della metrò a cui sei più affezionata e perché?

Cadorna, ho sempre vissuto all’angolo della piazza alla fine di via Vincenzo Monti ma la mia vita è sempre stata dall’altra parte di Monti, la mia scuola, l’Università, entrambe in Sant’Ambrogio, la Civica Scuola d’Arte Drammatica in corso Magenta, l’Istituto Superiore di Psicodinamica Applicata (Ispa) allora in via De Togni e tanto altro, ancora sempre da quelle parti.

Credits laromisa IG – Cadorna M2

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Una delle cose più curiose di Milano è stata la sua trasformazione proprio della zona dove sono nata e vissuta: quando ero una ragazzina davanti al Leone XIII in via Vincenzo Monti c’erano distese di campi, oggi City Life!

Credits Andrea Cherchi – Citylife

Il quartiere che ami di più?

Il quartiere Magenta-San Vittore, ci ho passato la mia vita.

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Caro Sala, hai presente quegli anni in cui tu iniziavi l’università e io la stavo finendo, quegli anni in cui ci sentivamo aperti a tutte le possibilità, quando non avevamo paura di immaginarci il nostro futuro e nemmeno di improvvisare perché ci piaceva dare vita ad aspetti di noi di cui non avremmo nemmeno immaginato l’esistenza se non li avessimo risvegliati.

Quando non avevamo paura di sbagliare perché nulla ci sembrava irreversibile, quando ci inventavamo un lavoro durante l’Università e lo facevamo per provare, per provocarci, per saggiare i nostri limiti e i doni. Quando la sera andavamo, senza paura di essere aggrediti, all’Orchidea a vedere i film d’essai o in Cineteca o a teatro a vedere di tutto, perché tutto era sempre qualcosa di nuovo. Quando il Pier Lombardo ha avuto per primo l’idea di iniziare la sera gli spettacoli alle otto, quando ci fermavamo in auto prima di tornare a casa, quando ci bastavano i Panzerotti di Strippoli e i primi panini in Galleria, quelli che avevano qualcosa di più del prosciutto, del salame, del formaggio.

Ecco, ti scrivo per chiederti se puoi fare qualcosa per dare anche oggi a Milano quegli stimoli all’arte, alla cultura, alla gioia e un po’ più di sicurezza la sera e la notte. Forse ti chiedo una magia?

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Milano città – Stato: Certamente!

Tolta Milano in quale città ti piace vivere?

Se dovessi lasciare Milano…Già l’ho lasciata, ho tenuto solo un piccolo nido dove tornare quando ne ho nostalgia e sono venuta a vivere in un bosco ligure dove ho aperto un B&B che si chiama Joie de Vivre.

Credits: joiedevivrebb.home.blog

Se avessi due miliardi per Milano cosa faresti?

Non lo so, forse reiventerei un sistema scolastico che metta al primo posto la Per-cultura (non ho scritto Permacoltura, ma Percultura!) quella coltivazione dell’essere attraverso la conoscenza, quella vera. Intera. E impiegherei quei soldi per formare gli insegnanti e renderli capaci di risvegliare nei giovani i loro doni perché saranno quei giovani, poi, a portare avanti la vita in ogni suo aspetto. O forse li userei per dare agli anziani degli spazi in cui invecchiare non voglia dire tirare i remi in barca ma imparare a portare la propria barca, con quei remi, in nuovi territori, nella gioia e nella follia della loro saggezza.

Qual è il più grande auspicio per il futuro di Milano?

Creativa e seduttiva come Parigi, aperta come Londra, giovane come Berlino, saggia come fosse una donna, tenace come un uomo che abbia portato a termine una gravidanza sapendo quindi che ogni fase ha i suoi tempi e che non si può abbandonare un travaglio perché ci si è stancati. Bisogna andare fino in fondo, altrimenti il bambino che fa?

Susanna Garavaglia

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