Alcuni non rientrano nei percorsi turistici ufficiali, altri non sono nemmeno segnalati. Scopriamo quali sono.
#1 La copia della casa 770 di Brooklyn in via poerio 35

In via Poerio 35 si trova una replica esatta della sede del movimento ebraico Lubavitch di Brooklyn: la casa 770. È una costruzione in stile neogotico, identica all’originale di New York, con lo stesso numero civico. Fu realizzata nel 1962 come centro religioso della comunità chassidica milanese. La facciata è in mattoni rossi, con finestre a ogiva e cornici geometriche. È uno dei pochi edifici di Milano appartenente a una rete internazionale di sedi religiose, l’unica in Italia e in Europa. La sua esistenza è conosciuta quasi esclusivamente all’interno della comunità. Non è segnalata da alcuna targa e dall’esterno non è distinguibile da un’abitazione privata.
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#2 La cripta medievale sotto piazza Missori
Nel mezzo di piazza Missori si trova la cripta di San Giovanni in Conca, insieme a una parte dell’abside. È ciò che resta di una basilica medievale, distrutta, ricostruita e ridimensionata, fu demolita definitivamente dopo la Seconda Guerra Mondiale per aprire via Albricci e dare spazio al traffico veicolare. La facciata, smontata, è stata trasferita sulla fronte del tempio valdese in via Sforza. La cripta è accessibile da un ingresso a lato del marciapiede. È composta da colonne romaniche, pareti in pietra e volte a crociera. La chiesa originaria era tra le più antiche della città e una pietra nel lastricato di piazza Missori ne indica il limite dell’abside, inserita nell’ambito dei lavori di riqualificazione della piazza. Non è indicata da segnaletica visibile ed è spesso scambiata per un rudere, che i milanesi hanno soprannominato in modo ironico “el dent cariaa” per la forma che ricorda nella sua porzione in superficie.
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#3 Torre Arcobaleno, l’ex torre piezometrica in Porta Nuova

La struttura sorge accanto al cavalcavia di via Farini, tra Porta Garibaldi e il Cimitero Monumentale. Costruita nel 1964 come torre piezometrica per rifornire le locomotive a vapore della stazione, rimase in uso fino agli anni ’70. Nel 1990 fu rivestita con piastrelle colorate da Original Designers 6R5 Network e aziende ceramiche: da quel momento fu ribattezzata “Torre Arcobaleno”. Durante Expo 2015 fu restaurata e resa visibile. È alta circa 35 metri e il rivestimento policromo fu concepito come simbolo di armonia tra tecnologia, natura, innovazione e tradizione.
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#4 Palazzo Berri‑Meregalli in stile liberty-eclettico con la scultura della Dea alata

In via Cappuccini 8 si trova Palazzo Berri-Meregalli, costruito tra il 1911 e il 1913 su progetto di Giulio Ulisse Arata. L’edificio è un esempio di architettura eclettica con elementi liberty, gotici e barocchi. Il piano terra è rivestito in finta pietra sbozzata con aperture protette da barre di ferro battuto. Ai piani superiori le superfici si alleggeriscono fino al fregio terminale con puttini scolpiti. L’atrio è accessibile su richiesta al custode. All’interno si trovano mosaici blu e oro, pavimentazione policroma e una vetrata a fondo cortile. Al centro dell’atrio è collocata la Vittoria Alata, scultura di Adolfo Wildt realizzata tra il 1918 e il 1919. È un busto femminile alato in marmo con finiture dorate, creato per celebrare la fine della prima guerra mondiale.
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#5 La «Casa del Diavolo» con una palla di cannone nel muro
In corso di Porta Romana 3 si trova Palazzo Acerbi, edificio di origine secentesca rimaneggiato più volte nel corso dei secoli. La facciata è lineare, in stile neorinascimentale, con finestre incorniciate in pietra. Gli interni erano decorati con stucchi, tappezzerie in seta, quadri e specchi. Sul lato destro, tra il piano terra e il primo piano, è incastonata una palla di cannone in ferro, visibile sopra la mensola del primo balconcino, a destra del portone. Fu sparata dalle truppe austriache il 20 marzo 1848 durante le Cinque Giornate di Milano. Una lastra in marmo riporta la data dell’evento. Il palazzo è noto anche per la leggenda legata al marchese Ludovico Acerbi, che durante la peste continuava a organizzare feste e ricevimenti senza ammalarsi, muovendosi per la città carrozza nera trainata da sei cavalli. Tutti elementi che portarono a rinfornzare la ama sinistra del proprietario, identificato dai milanesi come incarnazione del Diavolo.
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#6 Il Tempio della Notte di Gorla, l’unico esempio di architettura massonica sotterranea a Milano

Nel parco di Villa Finzi, tra via Sant’Erlembardo e viale Monza, si trova il Tempio della Notte. È un edificio ipogeo, costruito all’inizio dell’Ottocento sotto una ghiacciaia preesistente. Ha forma circolare, con copertura a cupola e oculo per il passaggio della luce nei solstizi. Scoperto nel 1991 dallo speleologo Celestino Ghezzi e riportato alla luce nel 2005 da Andrea Thum, è considerato l’unico esempio di architettura massonica sotterranea a Milano. La struttura interna è composta da colonne in marmo e nicchie, disposte secondo principi astronomici e rituali. Si ipotizza che fosse utilizzato per cerimonie iniziatiche, con simbologia legata alla luce e alle tenebre. Attualmente è in fase di studio e non è aperto al pubblico. Poco distante, nel parco, si trova anche il Tempio dell’Innocenza, tempietto neoclassico a pianta circolare con otto colonne in pietra, un tempo situato su un isolotto al centro del laghetto.
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#7 Il castello di carte gigante in zona Amendola

In viale Berengario 3, all’interno del giardino del Castello Pozzi, si trova un’installazione chiamata Castello di Carte. Fu realizzata nel 2014 su iniziativa di Elio Fiorucci e Ottavio Missoni. La struttura è composta da 45 carte giganti disposte a piramide, alte quanto una finestra, costruita in materiale rigido, e resiste alle intemperie senza interventi visibili. Di giorno si confonde tra la vegetazione, di notte si illumina con neon colorati. È visibile solo da un punto preciso del marciapiede. Non è segnalata da cartelli né indicata nei percorsi turistici. L’edificio adiacente, costruito nel 1929, ospita eventi privati. L’opera non è accessibile al pubblico.
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FABIO MARCOMIN