Scalo Farini: da parco a semplice prato? Le ultime sul progetto

«Avevamo votato un grande parco. Ora ogni privato fa per sé. Le solite promesse da marinaio. Povera Milano»

0
I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Un masterplan ambizioso e visionario. Ma mentre si avvicina la fase realizzativa emergono dubbi e frammentazioni, con i rendering che lasciano lo spazio alla realtà. Più grigia che verde. 

Scalo Farini: da parco a semplice prato? Le ultime sul progetto

# Il masterplan per rigenerare l’ex scalo ferroviario più grande di Milano

Credits: Urbanfile – Masterplan OMA Scalo Farini

Scalo Farini è il più grande degli ex scali ferroviari milanesi: oltre 620.000 metri quadri destinati a diventare un nuovo polo urbano, secondo un masterplan radicalmente ecologico firmato da OMA e Laboratorio Permanente. Cuore del progetto è il “Limpidarium d’aria”, un bosco lineare sul lato sud-ovest pensato per raffreddare i venti caldi, assorbire le polveri sottili e contrastare l’effetto isola di calore. La metà della superficie totale destinata a verde pubblico, il 30% a funzioni non residenziali. A questo si aggiunge un sistema di mobilità dolce, piste ciclabili e un corridoio verde che attraversa tutta l’area, con connessioni a San Cristoforo e agli altri scali, in un ecosistema urbano integrato e interconnesso.

Leggi anche: Farini sta tornando in città: il futuro del più grande ex scalo ferroviario di Milano, una nuova «visione urbana»

# Un parco lineare da 300.000 mq, housing sociale e i campus dell’Accademia di Brera e di Unicredit

Nuovo masterplan Farini

Tra le prime realizzazioni previste, il campus dell’Accademia di Brera, nel complesso a U dell’ex scalo: un mix tra recupero architettonico, sostenibilità e innovazione, con aule, laboratori, gallerie, uno studentato da 200 posti e uno spazio pubblico da 240 mq pensato come atelier urbano. Il tutto immerso in un parco lineare da 300.000 mq. Nello stesso masterplan, UniCredit ha annunciato il proprio quartier generale, un campus orizzontale e verde sviluppato con Hines e Prelios, per ospitare fino a 6mila lavoratori entro il 2030. A completare il quadro, 2.500 appartamenti di cui il 30% in housing sociale e 17.000 mq di edilizia pubblica opzionata dal Comune. Questo era ciò che si immaginava. Ma, secondo quanto riportato da lanotiziagiornale.it, la realtà sta prendendo un’altra piega.

# Il verde inizia a scomparire: niente masterplan unitario

lanotiziagiornale.it – Dettaglio progetto Scalo Farini

Oggi l’intervento su Scalo Farini procede a singhiozzo, frammentato tra più soggetti privati: Coima, UniCredit, Poste Italiane. A confermarlo è il Comune, che in un incontro col Municipio 9 ha ammesso che un masterplan unitario sull’intera area non esiste. Ognuno agisce in autonomia, lotto per lotto, impedendo una visione coerente e rendendo incerta qualsiasi ipotesi d’integrazione con i quartieri circostanti. Il primo lotto a procedere è quello di Coima, detto “Valtellina-Farini”. Ma già qui la realtà tradisce i rendering: il grande parco lineare lascerebbe spazio a un viale alberato, perché i capannoni retrostanti le Dogane e la ex caserma della Guardia di Finanza non saranno abbattuti. Anzi, saranno dati in concessione a chi vorrà trasformarli in “centro per l’innovazione”, investimento da decine di milioni di euro ancora senza un committente noto.

Naviga su Milano Città Stato senza pubblicità

Leggi anche: Scalo Romana e la altre «foreste scomparse» di Milano: inserite nei progetti immobiliari, poi svanite nel nulla

# Da parco a semplice prato: addio alberi, tram incerto e ciclabili fantasma

Il parco originario dovrebbe diventare dunque solo un prato, punteggiato da 240 giovani alberi in sostituzione di 180 esemplari ad alto fusto, di cui alcuni secolari, da abbattere. Coima motiva la scelta con le indicazioni della Commissione Paesaggio, che invita a ridurre la densità arborea per “favorire connessioni con i futuri sviluppi”. Nel frattempo, anche la linea tramviaria interna, promessa chiave del progetto, è a rischio: secondo quanto riferito da Palazzo Marino, tutto dipenderà da Unicredit. Se la banca finanzierà l’opera, si farà. Altrimenti niente tram, e 6mila dipendenti del nuovo campus dovranno raggiungere gli uffici senza mezzi pubblici né parcheggi previsti. Il rischio? Che i quartieri vicini vengano invasi dalle auto. Anche le ciclabili su via Valtellina e verso Bovisa sono state “congelate”.

Leggi anche: Anche la torre botanica e la high line verde spariscono: resta solo il cemento

# Le critiche dei consiglieri: «Solo cemento e promesse»

La delusione è palpabile anche in Consiglio comunale. Il verde Carlo Monguzzi denuncia: “Avevamo votato un grande parco, progettato con forte regia pubblica. Ora ogni privato fa per sé, il tram è in forse, le ciclabili pure, 180 alberi verranno abbattuti e al loro posto arriva il cemento. Le solite promesse da marinaio. Povera Milano”. Duro anche Enrico Fedrighini: “Non si può riqualificare un’area urbana accumulando volumetrie senza un piano. Farini è storicamente congestionato, il traffico già oggi è critico. Due ponti ciclopedonali non bastano: serve un piano mobilità d’area, trasporto pubblico, parco vincolato. Solo dopo si autorizzano le costruzioni”. 

Continua la lettura con: Buenos Aires, il nuovo «boulevard verde»: dov’è finito il green dei rendering?

FABIO MARCOMIN


Articolo precedenteCome ti sei sentito la prima volta che sei salito sul Monte Stella
Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome