Quando a MILANO c’era la “FEBBRE del SABATO POMERIGGIO”

La Milano della "febbre del sabato pomeriggio" rivissuta attraverso i ricordi di Milano Segreta e i commenti degli utenti più nostalgici

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La Milano della “febbre del sabato pomeriggio” rivissuta attraverso i ricordi di Milano Segreta e i commenti degli utenti ammantati di nostalgia.

Quando a MILANO c’era la “FEBBRE del SABATO POMERIGGIO”

Per la lettura di questo articolo si consiglia di scegliere un sottofondo musicale da qualche playlist anni ’80. Come Run to Me di Tracy Spencer, Enola Gay degli OMD o State ot the Nation degli Industry.

Nel corso degli ultimi decenni i ragazzi, anche i minori di 18 anni molto spesso, si sono abituati ad andare in discoteca di notte, trovandosi improvvisamente in un mondo (che dovrebbe essere) riservato agli adulti. Ma Milano non è sempre stata solo “by night”, infatti sin dagli anni ’70 le discoteche restavano aperte il sabato e la domenica pomeriggio, riempiendosi di festaioli adolescenti. Nonostante questa apertura “speciale” fosse già diffusa, il vero boom delle discoteche pomeridiane è avvenuto negli anni ’80. Erano i tempi dei paninari vs metallari e dei lenti alla chiusura per approcciare con le ragazze.

Riavvolgiamo il nastro, torniamo indietro nel tempo a quando la febbre era del sabato pomeriggio anziché del sabato sera, e riviviamo (per i più giovani scopriamo) i protagonisti di questi pomeriggi danzanti milanesi prendendo spunto dalla vivida descrizione fatta dalla pagina Milano Scomparsa e dai commenti più interessanti degli utenti.

# La discoteca che rifletteva la personalità: e tu quale locale sei?

credit: FB @Milanoscomparsa – Central park

Al centro di tutto c’era la musica: ognuno sceglieva i propri locali preferiti in base alla musica che veniva passata. Sotto al post ha commentato Giovanna ricordando il Mandala, “la prima disco che faceva reggae a Milano. Prima di diventare l’Hollywood che tutti conosciamo ovviamente. Per i più fighetti invece c’era il Vogue in Corso Buenos Aires, e un frequentatore malinconico ha riaperto la scatola dei ricordi citando la “mitica chiave d’oro numerata che era necessaria per poter entrare.

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Tra gli altri nomi celebri della “febbre del sabato pomeriggio” c’è il Central Park: si trovava in fondo a Via Padova e l’atmosfera era piuttosto surreale, ma il divertimento assicurato. Il DJ era chiuso dentro ad un finto elicottero in mezzo alla pista da ballo e sui muri era stata ricostruita la sagoma di Manhattan, rigorosamente con i neon.  Concentrandoci sulla figura che la faceva da padrone, il DJ, non si può non parlare della paninaro-mania: la maggior parte dei gestori, indubbiamente per marketing, obbligarono i dj del momento ad assecondare i gusti del pubblico che era principalmente composto da paninari. E quindi via di Duran Duran, Gazebo, Den Harrow, A-ha, Moon Ray, Thompson Twins, Novecento, Via Verdi, P-Lion, Culture Club…

# La storica sfida (o rissa): PANINARI vs METALLARI

credit: pinterest

Detta così, il paninaro sembra quasi l’unico protagonista dei pomeriggi in discoteca. Ma non è assolutamente così. I paninari rappresentavano la maggioranza nel cuore degli anni ottanta ma avevano dei rivali e ancora oggi le risse dei paninari contro i metallari fuori dalle discoteche sono famose come quelle fuori da San Siro per il derby. I primi erano disinteressati alla politica e vestivano griffati, ammaliati dalla musica pop e dal mito americano. I secondi si distinguevano invece per le borchie, immancabili, il giubbotto di pelle nera e i capelli lunghi, che ovviamente si aggiungevano ad una sfrenata passione per il rock, il punk e il metal.

Alcuni locali erano conosciuti per essere un ritrovo degli amanti del rock e del punk, come ad esempio l’Odissea 2001, in Via delle Forze Armate, che ospitò non a caso anche il concerto dei Ramones. La vera apoteosi, ricorda Gabriella, si verificava quando “si sentivano gli elicotteri dei Pink Floyd con The Wall“, la pista si riempiva improvvisamente di gente da ogni dove. Il proprietario, dopo il successo del primo locale, ne aprì un secondo, anche quello indimenticabile e dedicato alla musica rock: il Rolling Stones.

# Il vero protagonista, l’alcool, e la figura quasi mitologica del PR

credit: FB @MilanoScomparsa

Un altro elemento immancabile in questi pomeriggi danzanti era l’alcool. Così come i dj venivano obbligati a mettere sempre la stessa musica, anche i baristi facevano gli stessi drink a ripetizione: la moda del momento prevedeva Cointreau con ghiaccio. I più temerari, visto che già di per sé il distillato è piuttosto dolciastro, lo mescolavano con altre bibite e ad esempio Fabiana ha commentato citando un’accoppiata perfetta: “con la Coca Cola”. I drink e gli ingressi gratuiti destinati ai PR erano il più potente magnete per attrarre universitari e liceali; erano loro a svolgere quella sottospecie di professione che ancora oggi continua ad essere in voga tra i giovani. Il PR era una figura mitologica e quasi divinizzata: conosceva i proprietari del locale e procurava i biglietti d’ingresso. Conoscerne uno era quasi come conoscere un Super Eroe.

La chiusura era il momento dei lenti: “The Power of Love” dei Frankie Goes to Hollywood, “Careless Whisper” di George Michael, “Time after time” di Cindy Lauper, “True” degli Spandau Ballet e “Save a Prayer”. Questo era l’espediente perfetto per avvicinarsi a una ragazza con la scusa del ballo e tentare di rubarle un bacio, e quante coppie possono dire di essersi formate proprio così.

Se come consigliato nella primissima riga avete messo play ad una playlist anni ’80 e avete vissuto la vostra adolescenza proprio in quel periodo, probabilmente ora siete molto malinconici. Ma la cosa più divertente è che chi, come me, questi divertenti episodi li ha vissuti solo tramite racconti e narrazioni altrui, ma vorrebbe davvero tornare indietro nel tempo per vedere con i propri occhi la “febbre del sabato pomeriggio”.

Fonte: Milano Scomparsa

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ROSITA GIULIANO

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Rosita Giuliano
23 anni e tanti sogni da rincorrere per il mondo. Mentre li inseguo, sorrido e scrivo.