L’utopia della Comasina: l’avanguardia diventata «ghetto»

Uno dei principali interventi realizzati negli anni Cinquanta con lo scopo di diventare un'avanguardia di quartiere autosufficiente.

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Ph. @franco.brandazzi IG
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Il quartiere Comasina è uno dei principali interventi realizzati negli anni Cinquanta dall’Istituto Autonomo Case Popolari con lo scopo di diventare un’avanguardia in Italia di quartiere autosufficiente. Com’era il progetto e che cosa è successo. 

# Il “quartiere autosufficiente”

Il progetto ha coinvolto oltre 30 architetti: tra cui Piero Bottoni, Giancarlo De Carlo, Camillo Rossetti.

La politica del quartiere, sviluppata in alternativa alle unità di abitazione, era finalizzata a costruire insediamenti in grado, grazie all’articolazione in unità di vicinato, di costituire una rete di relazioni interpersonali su cui ancorare la vita sociale della comunità.

L’indubbia facilità nel vivere gli spazi aperti si contrappone alla scomparsa totale degli elementi distintivi della città tradizionale e quindi si evidenzia l’eliminazione di tutti quei modi di vivere lo spazio pubblico connessi alla struttura tradizionale della strada e stratificati nell’immaginario collettivo.

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Il quartiere è organizzato in quattro ambiti insediativi separati dai percorsi stradali di penetrazione: ogni unità residenziale è provvista di ogni servizio, tra cui quelli per l’educazione dell’infanzia, gli esercizi commerciali e gli spazi per il tempo libero.

Questo doveva comportare la piena autosufficienza del quartiere che avrebbe offerto tutto il necessario per fare restare sul posto i suoi residenti, limitando al massimo gli spostamenti in altre zone della città.

Al suo centro c’è la chiesa di San Bernardo progettata da Angelo Sirtori nel 1957: un cilindro in mattoni con una cupola a tenda che svetta fino a 49 m, diventata simbolo visivo del quartiere. 

Ultimo, ma non meno curioso: la Comasina ha dato i natali alla famosa Banda della Comasina, capeggiata da Renato Vallanzasca, protagonista della cronaca nera tra anni ’70 e ’90

Il quartiere autosufficiente della Comasina
Credits: http://www.ordinearchitetti.mi.it – Il quartiere autosufficiente della Comasina

# Realtà e utopia

Più che un quartiere autosufficiente, la Comasina assomiglia a una zona segregata sia dal resto della periferia che dal centro della città, con percorsi pedonali ed automobilistici totalmente separati, così come lo sono i servizi principali dalle unità abitative e dai servizi considerati minori. Il frazionamento del lotto tra diversi finanziatori e la partecipazione di numerosi progettisti ha causato una straniante eterogeneità delle abitazioni nonostante l’unitarietà del piano.

Lo scopo di questo quartiere è quindi rimasta un’utopia che difficilmente diventerà realtà. 

Continua la lettura con: Bovisa: i 10 motivi per visitare il quartiere post industriale di Milano

FABIO MARCOMIN (Last update: 9 luglio 2025)


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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