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La RAGAZZA che VIVE come negli ANNI QUARANTA: ma come si stava a quei tempi a MILANO?

Molti di noi si chiedono: se volessimo tornare agli anni '40, come sarebbe Milano?

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Alida Valli

Sta facendo molto clamore la scelta della Tiktoker che ha deciso di vivere senza elettrodomestici in casa come fosse negli anni ’40. “Preferisco la vita lenta, ho i piccioni come animali domestici” ha dichiarato. A parte che negli anni Quaranta non c’era neppure Tik Tok, molti di noi si chiedono: se volessimo tornare agli anni ’40, come sarebbe Milano?

La RAGAZZA che VIVE come negli ANNI QUARANTA: ma come si stava a quei tempi a MILANO?

# Tra piccioni viaggiatori e abiti dell’epoca

Hannah

Una content creator britannica è tornata a vivere negli anni ’40

“Apprezzo la moda di quegli anni – ha detto Hannah -, la musica, l’arredamento e i valori, l’atteggiamento di arrangiarsi e riparare, vivere secondo i propri mezzi, provare gratitudine per ciò che si ha”. La donna possiede uno stormo di piccioni viaggiatori per la corrispondenza e ha arredato la sua casa con cimeli di 80 anni fa. Non solo: indossa abiti dell’epoca e, a parte il cellulare con cui condivide i suoi video, non possiede apparecchi tecnologici.

Prendiamo la palla al balzo e chi domandiamo: se invece dell’Inghilterra si trovasse a Milano, come sarebbe la sua vita?

# Vivere nella Milano degli anni Quaranta

La prima grande differenza è nella politica. L’Inghilterra del tempo era una democrazia, in Italia il regime fascista aveva precipitato il Paese in guerra. A inizio del decennio la vittoria sembrava a portata di mano e, tutto sommato, la guerra sembrava una cosa lontana da Milano. Ma tutto sarebbe cambiato dal 1942 in poi. Ma com’era vivere a Milano in quel periodo? Tutto cambia ovviamente se si parla dell’inizio del decennio o dell’immediato dopoguerra. 

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Gli anni Quaranta si aprono con una propaganda del regime fascista dominante, rafforzata anche dalla guerra. Le leggi razziali avevano reso dura la vita per i milanesi di origine ebraica. La partecipazione nella guerra si fece sentire anche nell’economia: razionamenti e restrizioni divennero all’ordine del giorno con code sempre più lunghe da affrontare per prendere il cibo. Molti vestiti venivano realizzati direttamente a casa: in una casa ambientata a quei tempi si può immaginare gran parte del tempo impiegato a lavorare a maglia e cucito. 

Credits: archivio
Publifoto intesa Sanpaolo – Milano nel dopoguerra

Nonostante le difficoltà legate alla guerra, c’erano ancora forme di intrattenimento disponibili. Teatri, cinema e locali notturni erano frequentati, sebbene con limitazioni e controlli governativi. Tra i film che hanno segnato l’epoca ci sono: “Ossessione” di Luchino Visconti (1943) e soprattutto, i capolavori dell’immediato dopoguerra, come “Roma, città aperta” (1945) e “Paisà” (1946). 

I mezzi di trasporto erano limitati rispetto a oggi. Non c’erano auto private per la maggior parte delle famiglie e il trasporto pubblico era meno sviluppato. Le biciclette e i tram erano comuni mezzi di spostamento. Un po’ come sta tornando a essere Milano…

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