Le 5 cose che i milanesi salverebbero di Milano. Le 5 che butterebbero via

Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Tra commenti nostalgici e critiche dure

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Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Tra commenti nostalgici e critiche dure, ecco cosa i milanesi terrebbero stretto della città. E cosa invece non vedrebbero l’ora di eliminare.

Le 5 cose da salvare

#1 Il patrimonio storico

Credits Andrea Cherchi – Castello Sforzesco vista laterale

Monumenti, palazzi, piazze e musei sono tra gli elementi più citati tra ciò che va salvato. Il Duomo, il Castello Sforzesco e i teatri storici rappresentano per molti l’identità profonda della città, un legame culturale che resiste ai cambiamenti. 

«Il Duomo» – Giuseppina Siciliano
«Salverei il Duomo, il Castello Sforzesco…» – Alessandro Brambilla
«Salverei tanti locali, cinema, teatro, palazzi storici, luoghi dove si svolgono eventi divertenti e culturali.» – Ines Ines

#2 L’identità dei quartieri

Credits: @humphreyaxelpacetti – Abbazia di Chiaravalle

Nonostante la trasformazione urbanistica in atto, i milanesi riconoscono ancora un valore forte nelle singole zone. Dalla periferia ai Navigli, molti segnalano il desiderio di mantenere le radici locali e le caratteristiche dei quartieri.

«Salverei le identità dei singoli quartieri con la loro storia. Un’enorme cultura della città.» – Livia Bianchi
«Salvo la mia zona: Crescenzago.» – Giudy Biraghi
«Purtroppo si è snaturata…ma i quartieri hanno ancora qualcosa di vero.» – Alessandra Quaini

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#3 Il trasporto pubblico

Credits Andrea Cherchi – Tram e Metro dall’alto

Metro e mezzi di superficie continuano a essere percepiti come uno degli aspetti meglio funzionanti della città. Nonostante alcune critiche recenti, il sistema resta per molti superiore rispetto a quello di altre città italiane e perfino europee. Le linee metropolitane, in particolare, vengono considerate un’infrastruttura efficiente, capillare e da difendere. 

«Salverei le sostitutive M1-M2-M3-M4» – Luca Dido Di Santo
«Una volta andavamo fieri dei mezzi pubblici…» – Alessandra Quaini
«I trasporti. Le persone.» – Aurora Isabela Pomponio

#4 Eventi e cultura diffusa

Credits Andrea Cherchi – Design week

Le manifestazioni cittadine, le settimane tematiche, i festival culturali e le iniziative locali sono riconosciute come elementi positivi. In particolare, quelle che coinvolgono il territorio e non si limitano al centro sono considerate da salvaguardare.

«Gli allestimenti provvisori per le varie ‘week’ Milanesi. Vorrei qualcosa che non finisca nella prima discarica.» – Gabriele Bianchi
«Eventi divertenti e culturali» – Ines Ines

#5 Il milanese autentico

Molti commentatori parlano della figura del “vero milanese”, legato al lavoro, al senso civico e alla concretezza. Anche tra chi non è originario della città, si riconosce un modello umano e culturale che merita continuità.

«Salverei chi dimostra di essere un vero milanese o chi ne ha assorbito la cultura.» – Gaetano Bresci
«Salverei i milanesi di un tempo che fu.» – Emanuela Tiziana Bertazzi
«Salverei solo chi lavora e fa il proprio dovere senza rubare ecc. ecc.» – Stefania Pellegrini

Le 5 cose che buttare

#1 La cementificazione urbana

Andrea Cherchi – Vista su Porta Nuova

La trasformazione edilizia della città è vista da molti come un tradimento dell’identità storica. L’espansione verticale e la riduzione del verde vengono criticate per l’impatto ambientale e la perdita di vivibilità.

I commenti: 
«Una città cementificata, che diventerà 10 volte più inquinata…nessuna abitazione per lavoratori.» – Alessandra Quaini
«Milano è irriconoscibile.» – Loredana Agnelli

#2 Le piste ciclabili che peggiorano la viabilità

Urbanfile – Cordoli in pietra

Non le ciclabili in sé, ma la loro realizzazione viene spesso bocciata. Cordoli invasivi, spazi sottratti ai parcheggi, viabilità compromessa: molti chiedono una revisione complessiva e una pianificazione più coerente.

I commenti: 
«Tanti cordoli, pochi parcheggi e meno alberi» – Alessandra Rebigiani
«Ciclabili invece dei parcheggi e che determinano traffico per 4 persone che le usano.» – Alessandra Quaini

#3 Il traffico e le limitazioni

ZTL Quadrilatero della Moda

ZTL, Area C e parcheggi ridotti alimentano il malcontento diffuso. Il traffico congestionato e le difficoltà di accesso in auto sono indicati come uno dei maggiori motivi di disagio nella vita quotidiana.

I commenti: 
«Butterei il traffico assurdo. Ma ovvio.» – Livia Bianchi
«Il sindaco pensa solo a incassare soldi: multe, strisce blu.» – Mimmo Diterlizzi
«Vorrei che Sala portasse l’area C in Vietnam.» – Natale Pimpinelli

Leggi anche: La Francia dice stop alle ZTL in città: “classiste, punitive e incostituzionali”

#4 Il degrado delle periferie

Credits Andrea Cherchi – Periferia Milano

Il disequilibrio tra centro e periferie è un altro punto ricorrente. Molti denunciano l’abbandono di intere zone, la mancanza di sicurezza e la percezione crescente di insicurezza, spesso legata anche a politiche sociali poco efficaci.

«Snobbare le periferie… vergogna» – Mimmo Diterlizzi
«Butterei tutta quella gente che ha reso Milano insicura.» – Nicoletta Ansoldi
«Dormitori pubblici a tutte le ore, mezzi con attese lunghissime…» – Alessandra Quaini

#5 L’insicurezza urbana

Agenti Polizia Locale

La percezione di insicurezza diffusa viene indicata come uno dei principali problemi da affrontare. Molti collegano il degrado sociale all’assenza di controllo del territorio e alla perdita di regole condivise.

«È una giungla senza regole o con regole stupide.» – Alex Galvi
«Vorrei che chi non si integra civilmente se ne andasse.» – Lilly Elle

# Un’indicazione per il futuro della città

Da questo spaccato sullo stato della città emergono delle priorità condivise. Valorizzare il patrimonio storico, la cultura diffusa e i trasporti efficienti può rafforzare l’identità milanese. Allo stesso tempo, affrontare i problemi legati alla gestione urbana, alla cementificazione e al traffico rappresenta una base concreta per ripensare Milano. Più che dividersi tra nostalgici e sostenitori del cambiamento, l’obiettivo potrebbe essere mantenere ciò che funziona e correggere ciò che crea disagio.

Continua la lettura con: I tre quartieri milanesi dove (quasi) tutti vogliono comprare casa nel 2025

FABIO MARCOMIN


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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