Si stanno moltiplicando i post e gli articoli allarmati su corso Buenos Aires. Sempre più saracinesche si abbassano. Sempre meno persone affollano i negozi. Un momento cruciale per la più grande strada dello shopping di Milano. Riuscirà a risollevarsi? Forse servirebbe un gesto importante dell’amministrazione. Prendendo spunto dai cugini d’Oltralpe.
# Le insegne si spengono su Buenos Aires

Partiamo da un precedente fortunato. Ai tempi della costruzione della M1. Anche allora per i lavori, molti negozi hanno visto crollare i loro affari. Molti commercianti hanno deciso di chiudere e riaprire altrove. Per molti di loro, l’altrove è stato Corso Vercelli che, così, dalle difficoltà di Buenos Aires, si è affermata come nuova strada dello shopping. Poi, una volta terminati i lavori della metro, Milano ha così raddoppiato. Non una, ma due grandi strade dello shopping. Sì, perché con la forza della metropolitana entrambe sono decollate. Il motivo del successo passato di Buenos Aires è lo stesso che sta decretando la sua crisi. Per alcuni irreversibile. Sì, perché quella che era la strada più facilmente raggiungibile e comoda per fare shopping si è trasformata in un luogo terribilmente inospitale. Almeno per chi per fare compere, si muove in auto. Anche perché, lasciamo da parte l’ideologia: per la maggior parte dei milanesi e soprattutto dei non milanesi, l’auto è il mezzo più comodo, e a volte l’unico, se si vuole fare molti acquisti. E quando il viale più comodo si trasforma nel più complicato, per ciclabili, lavori e assenza di parcheggi, la conseguenza è automatica: i negozi chiudono.
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# Perché soffrire per lo shopping?

Molti siti internet attivi su Milano stanno pubblicando reportage di negozi chiusi lungo corso Buenos Aires. Si litiga sulle ragioni. Ma proviamo a metterci nei panni di una persona che viva in un’altra parte di Milano, se non fuori città, e che voglia fare compere. Un tempo, corso Buenos Aires era in cima alla lista. Facile da raggiungere. Semplice trovare posto auto. Molti negozi in pochi metri. E, soprattutto, poche alternative allo stesso livello. Oggi siamo in un mondo trasformato. Per chi mette al primo posto la comodità, al primo posto della lista oggi ci sono gli acquisti online. Pochi click e si riceve tutto comodamente a casa. Sì, vabbé, però vuoi mettere l’esperienza fisica dello shopping? Anche per questa esistono alternative più vincenti di Buenos Aires. Come Citylife, i centri commerciali dell’hinterland, tutti raggiungibili con grande comodità in auto. Si arriva, si parcheggia, si compra. E si riparte. In un tempo infinitamente inferiore a quello che ormai serve a Buenos Aires. E per quelli che invece amano muoversi a piedi? Per questi molto meglio fare come si è sempre fatto: recarsi in centro. Con molta più offerta e, soprattutto, un ambiente molto più stimolante e variegato per unire lo shopping al piacere di vedere i luoghi più belli della città. Dal punto di vista strategico sembra che il destino commerciale di Buenos Aires sia segnato. Fare la guerra alle auto ha fatto la prima vittima: i commercianti dell’arteria business di Milano. Come fare allora per salvarla? Un esempio potrebbe arrivare da Oltralpe. Anche se servirebbe un radicale cambio di visione per chi amministra la città.
# Le città francesi in soccorso dello shopping: parcheggi al coperto gratuiti per due ore

In fondo, è a Milano una strategia già adottata dai privati, come supermercati e centri commerciali. Se compri, hai il parcheggio gratis. Succede, ad esempio, in tutti i parcheggi Esselunga e in diversi centri commerciali, come l’Iper al Portello. Una scelta dei privati per agevolare lo shopping. Pensate a che cosa accadrebbe se anche loro, invece, facessero la guerra alle auto: eliminando i parcheggi e inserendo balzelli. Sarebbero costretti a chiudere. E, quindi, se l’amministrazione ha cuore i commercianti di Buenos Aires e, soprattutto, il futuro pragmatico dell’intera città, deve fare un gesto simile a quello dei grandi operatori del commercio. Agevolare il parcheggio con bonus e sconti. E’ quello che fanno ad esempio in numerose città francesi. Per un accordo con l’amministrazione, i parcheggi privati al coperto offrono parcheggio gratis da una a due ore a tutti. Questo non solo favorisce il commercio, ma anche consente di togliere le auto dalle strade: invece di girare per cercare un parcheggio, vanno direttamente negli hangar sotterranei. Certo, attorno a Buenos Aires servirebbero più parcheggi. Ma alcuni ci sono. E’ che costano una fucilata. Troppo proibitivi per chi deve fare conti con la spesa. L’amministrazione dovrebbe fare come i colleghi di Francia: coprire due ore gratis per tutti, dimostrando così un atto di responsabilità. Per risolvere un problema non si può semplicemente punire. Bisogna anche darsi da fare. Tutti. In primis, l’amministrazione. Anche perché perdere Buenos Aires come strada dello shopping sarebbe un disastro per tutta l’economia e la qualità della vita dei milanesi. A meno che non si accetti l’idea che la nuova Milano debba essere un luogo di lavoro per il giorno e un dormitorio per la notte.
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ANDREA ZOPPOLATO
Questa Amministrazioone ha dichiarato guerra alle auto, Lo ha dichiarato anche in campagna elettorale, e quindi chi l’ìha votata lo sapeva. Che poi l’attuale Amministrazione abbia la lungimiranza di una talpa, questo è assodato dai fatti. Ottusa come è, persevera nella sua strada al motto “muoia Sansone con tutti i filistei”. E’ per questo che tutta la zona 1 la vota, e gli altri, nella loro ottusità, si accodano. Povera Milano! Tanti grattacieli e tanti p.