La libertà in crisi nelle università USA? Milano deve diventare il nuovo faro del pensiero libero

Occorre però una svolta radicale: non si possono più accettare punizioni di docenti e studenti per quello che fanno nel privato

1
malegeding IG - Harvard
I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Negli Stati Uniti sono entrate in vigore nuove misure per chi intende iscriversi a un’università come studente straniero. Il secondo mandato di Trump ha introdotto controlli severi sull’identità digitale dei richiedenti visto. Una opportunità storica per Milano: l’occasione per diventare il faro del pensiero libero.

# Le nuove regole introdotte dal Trump-bis: profili social pubblici e controlli ideologici

malegeding IG – Bandiera Harvard

Nel secondo mandato presidenziale di Donald Trump, l’accesso degli studenti stranieri alle università statunitensi è diventato oggetto di restrizioni. La svolta è partita da Harvard, con la revoca di alcuni visti per studenti coinvolti in proteste filo-palestinesi, seguita da una direttiva del Dipartimento di Stato entrata in vigore il 18 giugno 2025. La norma impone ai richiedenti visti F, M e J la dichiarazione obbligatoria di tutti gli account social utilizzati negli ultimi cinque anni, anche se inattivi. Le piattaforme interessate includono Facebook, Instagram, X, YouTube, TikTok, LinkedIn, Reddit, Tumblr, Flickr, WeChat, tra le altre. I profili devono essere pubblici e associati all’identità reale. La mancata dichiarazione comporta il rigetto del visto e possibili sanzioni future. Anche i visti già concessi sono soggetti a controlli retroattivi: tra maggio e giugno 2025 ne sono stati revocati circa 2.000, soprattutto a studenti di Paesi asiatici e mediorientali, per contenuti online ritenuti ideologicamente ostili. Le valutazioni sono supportate da sistemi automatizzati, vincolando così la libertà accademica alla conformità ideologica digitale.

# Milano come polo universitario alternativo

Credits: unimib.it
progetto Bicocca

Nel nuovo contesto internazionale, Milano può proporsi come destinazione preferenziale per studenti esclusi dai circuiti americani. Le università milanesi dovrebbero cogliere l’occasione, affermandosi come un ambiente accademico aperto, privo di vincoli sull’identità digitale e sulle opinioni personali. I principali atenei (Politecnico, Statale, Bocconi, Bicocca, Cattolica) già propongono corsi in lingua inglese, programmi di doppia laurea e borse di studio riservate a studenti internazionali. Il sistema milanese garantisce accesso a reti Erasmus, collaborazioni con centri di ricerca europei e supporto amministrativo semplificato. Milano si distingue per una buona accessibilità logistica, un’offerta culturale ampia e una qualità della vita comparabile, a costi inferiori, nonostante l’aumento dei prezzi, rispetto a Londra o New York. Ma forse serve qualcosa in più? Mettere la libertà al primo posto. Cosa che non sempre è avvenuta.

# Serve una scelta radicale: mai più restrizioni autoritarie alla libertà nelle università, come avvenuto con Green Pass, docenti silenziati e sospensioni di ragazzi per opinioni su chat private

Marco Bassani

Le università in Occidente sono nate in Italia. Quando ancora si viveva nel periodo buio del Medio Evo. Allora sono state un faro di nuovo sapere e di libertà. Così occorre anche oggi lo stesso coraggio. Un coraggio che, a dire la verità, ultimamente ha mostrato crepe. Non è stato edificante nel periodo Covid vedere studenti esclusi da corsi e da esami per non aver aderito a politiche che hanno sconfinato oltre ogni limite, soprattutto in Italia. Così come è sconsolante la notizia della sospensione dai corsi per un anno di quattro studenti della Bocconi a causa di frasi e commenti espressi in una chat privata. E completa la brutta lista la sospensione dell’insegnamento da parte della Statale comminata al professor Bassani per aver condiviso una vignetta satirica contro Kamala Harris sul suo profilo Facebook.  Ciò che accade in America deve fare da monito: sulla libertà non si scherza. Soprattutto in ambito accademico. 

# Un laboratorio della libertà accademica

Altro edificio Politecnico

Nel nuovo contesto internazionale, Milano deve invece avere la fermezza di candidarsi come rifugio accademico globale. Le sue università dovranno presentare percorsi formativi di alto livello in un ambiente sempre privo di ingerenze e vincoli da parte della politica. Non solo: bisogna sforzarsi per fare tornare le università di Milano luogo della ricerca e della sperimentazione, autenticamente libera da intrallazzi con le aziende e dal conformismo ideologico.  Milano può estendere ancora più l’azione delle università, diventando una vera e propria città-università, dove formazione e libertà personale coincidono, con un progetto che potrebbe essere sostenuto anche da fondazioni private e istituzioni europee, portando il singolo studente a diventare un protagonista di una novità d’azione in università e nell’intera città. 

Naviga su Milano Città Stato senza pubblicità

Continua la lettura con: I social network sono diventati il quinto potere: il primo strumento di libertà

FABIO MARCOMIN


Articolo precedenteIVA al 5%: la vera opera d’arte sarebbe estenderla a tutta la cultura italiana
Articolo successivoBlocco M2: la migliore alternativa non è il consiglio di ATM e Comune
Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

1 COMMENTO

  1. Che le università siano nate in Italia, è fuor di dubbio. Che oggi siano succube dell’America, anche questo è fuor di dubbio. Come si spegano se no le manifestazioni pro-pal e anti ebrei che si svolgono in continuazione in Italia?. Trump ci ha dato un taglio, speriamo che anche in Italia ci sia qualche benpensante che lo faccia anche qui.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome