A Milano avere un medico è diventato un lusso: l’inquietante flop del bando regionale

Il flop del bando regionale a Milano: tre municipi in sofferenza

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L’ultimo bando di Regione Lombardia è stato un flop: coperte solo 17 su 565 posizioni di medicina generale. Una situazione potenzialmente drammatica soprattutto in alcuni quartieri della periferia. 

# Il flop del bando regionale a Milano: assegnati solo 17 incarichi su 565 posizioni 

Credits lombardianotizie IG – Palazzo Lombardia

Il bando regionale aperto tra marzo e aprile 2025 metteva a disposizione 565 incarichi di medicina generale per la città di Milano. Al termine della procedura, solo 17 sono stati assegnati, pari al 3% del totale. Nessun municipio ha superato il 6% di copertura. I municipi 1, 3 e 4 sono quelli con il tasso più alto, ma sempre al di sotto del 6%. Nei municipi 5, 6 e 7 è stato assegnato un solo medico a fronte di decine di posizioni vacanti. La partecipazione al bando è stata molto bassa in tutte le zone, con esiti giudicati insufficienti anche dalle stesse autorità sanitarie. 

# Municipi in sofferenza: 5, 6 e 7 solo un nuovo medico ciascuno

sudmilano.it – Nuovi medici sud Milano

Il Municipio 1, con 95.000 abitanti, ha ricevuto due medici su 35 incarichi disponibili (5,7%). Il Municipio 3 ha avuto due medici su 50 (4%) e il Municipio 4 tre su circa 59 (5,1%). I municipi più popolosi, come il 7 (146.000 abitanti) e l’8 (170.000 abitanti), hanno avuto rispettivamente un solo medico su 74 (1,3%) e tre su 79 (3,8%). Anche nel Municipio 9, con 165.000 residenti, sono arrivati solo due medici su 78 posti (2,5%). Il Municipio 5 ha ottenuto un medico su 55 incarichi (1,8%) e il 6 uno su 63 (1,6%). Il dato conferma che i municipi centrali, con popolazione inferiore, hanno ricevuto una quota proporzionalmente più alta di assegnazioni. Nei quartieri Giambellino, Baggio e San Siro, a maggio, molti cittadini risultavano privi di medico di base. Sulla piattaforma ATS, in quelle zone, l’elenco dei medici disponibili online era spesso vuoto, con alcuni ambulatori che risultano ancora oggi inattivi o chiusi. Nel Giambellino, già nel 2024, alcuni studi hanno interrotto l’attività a causa di aggressioni, e diversi medici hanno lasciato l’area. La distribuzione territoriale dei medici, aggiornata a giugno 2025, risulta non coerente con la domanda reale.

# Cause strutturali e disincentivi: retribuzioni basse, eccessiva burocrazia, criticità legate alla sicurezza

pixabay – DanielCubas – Studio medico

Dal 2019 al 2023 in Lombardia si sono perse centinaia di posizioni per pensionamento. Entro i prossimi anni, circa 7.300 medici di base potrebbero uscire dal servizio senza un ricambio sufficiente. Il carico medio supera i 1.500 pazienti per medico. Le condizioni operative scoraggiano i nuovi ingressi: retribuzioni basse, eccessiva burocrazia, criticità legate alla sicurezza personale in alcune zone urbane. La medicina generale è inoltre poco attrattiva a causa del numero ridotto di borse di studio, spesso mal distribuite. Le politiche formative risultano in ritardo rispetto al fabbisogno. Queste criticità rendono le periferie milanesi poco appetibili per i giovani medici, favorendo ulteriormente il divario tra centro e margini della città.

# Come risolvere il problema? 

Le soluzioni ipotizzate da istituzioni sanitarie e rappresentanze mediche ruotano intorno a tre direttrici: organizzazione, sicurezza, incentivi. Si propone la creazione di studi associati, con più medici e personale condiviso per alleggerire il carico amministrativo. Nelle aree a bassa densità si suggerisce l’introduzione di servizi minimi di telemedicina e assistenza telefonica continuativa. Per chi sceglie di operare in zone meno servite, si ipotizzano agevolazioni fiscali e maggiori tutele in termini di sicurezza. Sul piano della formazione, si richiede una riforma delle borse di studio per la medicina generale, con aumento delle disponibilità e migliore distribuzione. Senza un piano strutturale e coordinato, che vive fuori dall’Area C rischia in futuro di essere escluso dal supporto medico di base. E anche per chi è in centro stare male rischia di diventare un lusso. 

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FABIO MARCOMIN


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

1 COMMENTO

  1. Pagarli di più, no? Adesso poi li vogliono irregimentare assumendoli, così,da far aumentare ancor più la burocrazia

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