“L’ISOLA che non c’è”: il progetto innovativo di Boeri per un BORGO STORICO

Brugnello in Val Trebbia è tra i borghi pilota del progetto

0
Credits: altavaltrebbia.net il Trebbia abbraccia Brugnello

“Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è”. Viene da citare l’Isola che non c’è quando si pensa al progetto di Stefano Boeri, l’archistar del Bosco Verticale milanese, e dei 71 studenti del Politecnico sul borgo di Brugnello in Val Trebbia. In questo caso la strada non è così facile trovarla da sé però, l’architetto ha sicuramente direzionato il pensiero, ma incentivi statali e un cambio di mentalità possono portare all’effettiva realizzazione del progetto. È necessario però capire meglio qual è l’obiettivo di Boeri.

“L’ISOLA che non c’è”: il progetto innovativo di Boeri per un BORGO STORICO

# “La pandemia ha fatto riscoprire i borghi storici” dice Boeri

Credits: architetti.com
Stefano Boeri

L’architetto ritiene che la pandemia abbia fatto riscoprire i borghi storici e che saranno proprio i piccoli comuni a salvare la metropoli. Un po’ di borghi in città e un po’ di città nei borghi è quello che serve. I piccoli comuni italiani si trovano di fronte al loro declino e se non si vuole arrivare al loro abbandono totale bisogna intervenire. In poche parole l’obiettivo è quello di ripopolare i borghi storici, senza tornare però indietro ai tempi di un’attività esclusivamente rurale e agricola, ma piuttosto rendendo accessibile il borgo stesso.

Una prima soluzione sarà sicuramente quella di portare una connessione veloce nei piccoli comuni, nonché essere improntati verso il digitale e il nuovo. Questo non significa però desertificare le città, la cosa risulterebbe impensabile, ma sicuramente rivedere l’organizzazione di essa, puntando ad esempio sui quartieri e sulla “città in 15 minuti”, come sta già pensando Milano, è un buon inizio.

# Il paese di Brugnello in Val Trebbia

Credits: @vivopiacenza
Brugnello

Tra Marsaglia e Bobbio, Brugnello, in provincia di Piacenza, è un piccolissimo paese che conta circa 10 abitanti. Si trova esattamente sopra uno sperone di roccia a 464 m. ed è un paesello di origine medievale, al di sotto del quale ci sono gole scenografiche e una vallata. Nel borgo non c’è molto: poche case, una chiesa e un hotel ristorante per i turisti. La forza del borgo sono però gli artisti che lo abitano che hanno ristrutturato le case di pietra ricavate dalla roccia circostante, ma soprattutto creato motivi floreali, sedie e panchine per gli abitanti, tutto in pietra. È proprio con Brugnello e altri 2 borghi pilota che parte il progetto di ripopolare i borghi.

# Perché si parla di Isola che non c’è?

Credits: altavaltrebbia.net
il Trebbia abbraccia Brugnello

Nei giorni nuvolosi, Brugnello, con un po’ di immaginazione, potrebbe sembrare un paese che fluttua nelle nuvole, ma non è per questo che il progetto guidato da Boeri è ormai chiamato così. Seppure a distanza, l’architetto e i suoi studenti da tutto il mondo hanno iniziato ad ideare progetti per far riscoprire il borgo. Sono proprio queste idee che rendono Brugnello “l’isola che non c’è”, sembrano più un sogno che realtà, eppure sono tutti realizzabili.

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

C’è chi vuole trasformarlo in un insieme di botteghe per artisti, chi vorrebbe il paese come un luogo dove studiare flora e fauna e poi ci sono coloro che vorrebbero creare un cinema all’aperto con tanto di telo bianco. Non mancano le idee per una nuova didattica: una scuola all’aperto e una cittadella per i bambini che si collega a Marsaglia con un cavo. Peter Pan d’altronde dice che se ci credi puoi volare. Per poter far rinascere Brugnello ci deve essere sicuramente un coinvolgimento degli abitanti del borgo, ma in generale ci dovrebbe essere un cambio di prospettiva. Con i progetti di Boeri, Brugnello sembrerebbe pronto ad innovarsi e magari diventare anche digitale; è qui che ci si sorprende, quasi non si riesce a pensare ad un borgo storico innovativo.

Continua la lettura con: La METROPOLI DEL FUTURO, dove le PERIFERIE sono paesi di MONTAGNA

BEATRICE BARAZZETTI

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 


Articolo precedenteIn Italia ogni cosa è religione
Articolo successivoIn Europa scuole CHIUSE in media per 10 settimane. In Italia: scuole APERTE per 10 settimane
Beatrice Barazzetti
Nata nel 1999, mentre studio Economia e Turismo scopro il mondo. Sono una sognatrice ambiziosa, solare e sempre pronta a mettermi in gioco.