La GROTTA con il soffitto che sembra un CIELO STELLATO

Uno spettacolare scenario di luci e colori nelle grotte della Nuova Zelanda scoperte per la prima volta nel 1887

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credits: @tripdestiny su IG

Avete mai immaginato di entrare in una grotta, alzare lo sguardo all’insù e vedere un cielo così luccicante da farvi credere di non esserci mai entrati, ma di trovarvi ancora all’aperto ad osservare uno splendido cielo stellato?

SiViaggia ci porta in Nuova Zelanda a vedere questo magico spettacolo.

La GROTTA con il soffitto che sembra un CIELO STELLATO

# Un’atmosfera MAGICA

credits: @glowwormcaves su IG

Un magnifico cielo stellato, forse da far invidia al quadro di Van Gogh. È questo che possiamo osservare nella grotta di Waitomo, in Nuova Zelanda. In realtà, dentro alla grotta non troveremo nessun corpo celeste, ma LUCCIOLE. È questa la particolarità della grotta che la rende così speciale e unica al mondo. Milioni di lucciole usano fili di seta per aggrapparsi alle pareti di roccia e calcare creando piccole esplosioni di luci e bioluminescenze, dando vita a un’atmosfera assolutamente magica.

# La grotta degli Arachnocampa luminosa

credits: greenme.it

Si chiama “glowworm caves” il complesso di roccia calcarea che si è formata più di 30 milioni di anni fa costituito da circa 400 grotte decorate da stalattiti, stalagmiti e fossili marini. Il nome deriva proprio dal fenomeno che avviene al suo interno: sulle pareti calcaree vivono dei piccoli insettini, molto simili alle lucciole, chiamati “Arachnocampa luminosa” i quali emettono luce nel loro stadio larvale con lo scopo di attirare le proprie prede. A rendere l’esperienza ancora più suggestiva è l’accesso alle grotte: in barca, cullati dolcemente dalle onde del fiume sotterraneo, si entra silenziosamente all’interno per ammirare la scena.

# Un’esplosone di colori unici al MONDO

credits: @glowwormcaves su IG

Le bioluminescenze di questi insetti, chiamati “titiwai” nella lingua locale, mostrano le più belle sfumature e gradazioni del verde e del blu così particolari da renderle uniche nel loro genere, tant’è che sono impossibili da riprodurre artificialmente. Questa colorazione è dovuta all’alimentazione delle larve e al loro grado di nutrimento.

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# I Māori già le conoscevano

credits: @tripdestiny su IG

Questo bellissimo complesso di grotte è stato scoperto per la prima volta ne 1887 da un capo Māori, Tane Tinorau, e da un geometra inglese, Fred Mace. La popolazione già era a conoscenza dell’esistenza di queste grotte, tuttavia, prima del 1887 non avevano modo di raggiungere queste caverne sotterranee.

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SELENE MANGIAROTTI

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Selene Mangiarotti
Aspirante traduttrice, cerco il mio posto nel mondo un articolo alla volta