Il primo ministro scozzese: “SCOZIA INDIPENDENTE ed EUROPEA”

"Abbiamo fatto parte dell'Unione Europea per 50 anni: non volevamo andarcene e speriamo di unirci di nuovo a voi". La richiesta: un referendum per l'indipendenza entro fine anno

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Sembra che con la Brexit il Regno Unito non abbia raggiunto ancora la serenità. Anzi. Scozia e Irlanda del Nord mordono i freni per restare nell’Unione Europea. In particolare ha fatto molto rumore le dichiarazioni del primo ministro scozzese in una intervista rilasciata sul Corriere della Sera. Rivediamo alcuni dei passaggi più significativi e ripercorriamo la situazione nelle highland, dove pure la Scozia si deve guardare alle spalle: le isole Shetland vogliono staccarsi e diventare indipendenti. Ma procediamo con ordine. 

Il primo ministro scozzese: “SCOZIA INDIPENDENTE ed EUROPEA”

Nicola Sturgeon: “La stragrande maggioranza degli scozzesi ha votato per restare in Europa”

Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese

Nicola Sturgeon, primo Ministro scozzese e leader del Scottish National Party (SNP) si è affidata alle pagine del Corriere della Sera per rimarcare le differenze nelle sue azioni politiche e nei desideri del suo Paese rispetto a Westminster.
Innanzitutto, ha dichiarato la Sturgeon, “La stragrande maggioranza delle persone in Scozia ha votato a favore della permanenza nell’UE. Non c’è da sorprendersi. I valori fondanti dell’UE […] sono i valori della Scozia”.

In occasione del voto popolare che ha attivato il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la Scozia era stata la nazione costituente del Paese a pronunciarsi maggiormente a favore del Remain, con un netto 62%.

“Ci troviamo ad affrontare una Brexit contro la nostra volontà”

bandiere di inghilterra scozia e gran bretagna
bandiere di inghilterra scozia e gran bretagna

La Sturgeon ha inoltre chiarito che “Nel corso dei nostri quasi 50 anni di appartenenza all’Unione, abbiamo tratto enormi benefici dalle quattro libertà”. Si tratta, nello specifico, della libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali che caratterizza il Mercato Unico Europeo. Perderne i benefici, come già è avvenuto per L’Erasmus, ritenuto da Londra troppo costoso, è qualcosa che Edimburgo non ha la minima intenzione di fare.
Anzi, ha proseguito il Primo Ministro scozzese, “ci troviamo ad affrontare una Brexit «dura» contro la nostra volontà, nel peggior momento possibile e nel bel mezzo di una pandemia e di una recessione economica. Ciò creerà disagi nel breve termine e la creazione di nuove barriere a lungo termine. Il nostro popolo sarà meno tutelato e il diritto di studiare, lavorare e vivere altrove in Europa sarà soggetto a restrizioni”.  
L’importanza che l’UE ha per la Scozia si può rilevare anche dal fatto che le opportunità (ed i fondi) UE sono considerate dallo SNP come strumenti molto importanti e significativi per lo sviluppo del Paese. Il sito del partito ha infatti dedicato una sua pagina all’ammontare dei fondi europei che la Scozia ha ricevuto per il periodo dal 2013 al 2020 ed alle opportunità e ai progetti realizzati per mezzo di questi.

La richiesta: un nuovo referendum per l’indipendenza scozzese entro la fine del 2021

L’azione indipendentista (uno dei valori fondanti dello SNP) si era manifestata appieno anche nel 2014: il referendum di quell’anno espresse una maggioranza del 55%, affinché il Paese continuasse a far parte del Regno Unito. Tuttavia, già allora, Edimburgo stava vivendo una certa disaffezione e lontananza dalle politiche decise a Westminster.

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Ed è stato sempre lo SNP ad aver promosso la seconda possibilità per l’indipendenza del Paese del Vallo di Adriano.
In questo caso, l’iniziativa indipendentista è ripartita a seguito del referendum sulla Brexit, vista come ulteriore esempio delle scelte che Londra impone ad Edimburgo, anche quando gli scozzesi non sono d’accordo.
Le elezioni generali per il Regno Unito tenutesi nel 2019 hanno leggermente frenato l’abbrivio del Paese dov’è nato il golf, ma certamente lo SNP indicherà la possibilità dell’indipendenza dal resto del Regno Unito come uno dei punti principali (se non il principale) della sua campagna elettorale per le elezioni nazionali di quest’anno. Il referendum potrebbe essere già indetto per la fine del 2021.

“Abbiamo fatto parte dell’Unione Europea per 50 anni: non volevamo andarcene e speriamo di unirci di nuovo a voi”

Va precisato che, sempre secondo quanto la Sturgeon ha dichiarato al Corriere della Sera, la Scozia indipendente che si profila all’orizzonte “non si basa sul separatismo, ma poggia piuttosto sul diritto del popolo di decidere la forma di governo che meglio si adatta alle proprie esigenze”. Non solo: Edimburgo è perfettamente conscia del ruolo di “ponte” (sono sempre parole del Primo Ministro scozzese) che il Paese potrebbe rivestire tra la Gran Bretagna e l’UE, dato che, come ha proseguito la Sturgeon nel suo editoriale sul Corriere “sempre più persone in Scozia ritengono che le nostre aspirazioni possano essere soddisfatte al meglio continuando a contribuire allo sforzo comune e alla solidarietà che l’Unione europea rappresenta. A causa della Brexit, adesso potremmo farlo soltanto in qualità di Stato indipendente a pieno titolo. Abbiamo fatto parte della famiglia dell’Unione Europea per quasi 50 anni. Non volevamo andarcene e speriamo di unirci di nuovo a voi al più presto come soci alla pari, per affrontare insieme le opportunità e le sfide che ci prospetta il futuro.”

La Scozia si deve guardare anche alle spalle: le isole Shetland vogliono diventare una nazione indipendente

Isole Shetland

Aumenta l’instabilità della zona anche la richiesta di indipendenza dalla Scozia delle isole Shetland. L’11 settembre del 2020, infatti, l’organo amministrativo delle isole, coordinato dal consigliere Malcolm Bell, ha votato, con una schiacciante maggioranza di 18 favorevoli a fronte di soli 2 contrari, la mozione di avviarsi verso l’indipendenza, politica e finanziaria, dalla Scozia. Lo stesso Bell ha affermato che “Le Shetland si sentono troppo poco valorizzate, ricevono pochi fondi e restano subordinate al Parlamento scozzese

Alla base di questa decisione c’è anche il fatto che Edimburgo sia percepita come molto lontana dalle isole (che contano appena 23.000 abitanti) e che le politiche poste in atto dallo SNP vengono viste come molto inefficaci dai locali. Non è un caso che proprio approfittando proprio della volontà indicata dalla Sturgeon di un secondo referendum sull’indipendenza scozzese, anche le Shetland intendono rendersi indipendenti o, almeno, provare a farlo, tra l’altro seguendo il proprio approccio, che sarà diverso da quello di Edimburgo.

Si prospettano sviluppi molto interessanti, degni di essere seguiti fin dall’inizio, giacché alcuni avvenimenti particolarmente importanti, iniziati anni fa, si giocheranno e si risolveranno durante l’anno che è appena cominciato.

Continua la lettura con Le isole Shetland vogliono l’indipendenza dalla Scozia

ANTONIO BUONOCORE

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Antonio Enrico Buonocore
Traduttore di lingua inglese ed esperto di fondi europei, crede fermamente che la cultura salverà il mondo. Una parola alla volta, se necessario.