Anche se non sono perfetto, sono milanese. Che è lo stesso, diceva il Dogui. In realtà anche i milanesi non sono esenti da difetti. Abbiamo fatto un sondaggio autocritico tra chi vive a Milano e sono emersi questi difetti più diffusi in città. Ecco quali sono.
I 7 DIFETTI dei MILANESI
#1 Detestano chi critica Milano
Uno dei difetti più evidente dei milanesi è il fastidio nei confronti di chi osa criticare Milano. Non tanto per la critica in sé ma perché ritengono che solo loro possono criticare la loro città. Chi arriva da fuori “che ne sa”?
#2 Sono polemici

La polemica facile è un altro dei difetti tipici dei milanesi. Ogni occasione è buona per accendere una discussione, anche per una mera questione di principio. Lo si vede anche nel dibattito politico e sociale della città: monopattini, ciclabili, buche, qualunque iniziativa dell’amministrazione può essere considerata un affronto o un disastro epocale.
#3 Criticoni
I milanesi ci tengono ad essere perfetti e anche che ogni cosa lo sia. Per questo motivo la critica è sempre dietro l’angolo. Critica e autocritica sono compagne di vita di ogni milanese.
#4 Senso di superiorità

I milanesi sono convinti di vivere nella città migliore d’Italia, di essere migliori in tutto, dalla cultura al lavoro e non fanno nulla per nascondere il loro senso di superiorità nei confronti di chi non è di Milano.
#5 Puzza sotto il naso
La puzza sotto il naso è un difetto che si collega un po’ ai precedenti. Il milanese tende a essere un po’ snob, a guardare tutto e tutti dall’alto in basso e a guardare con sufficienza cose, situazioni e persone che non gli vanno a genio. Spesso chi si confronta con una persona di Milano ha sempre la sensazione di inadeguatezza.
#6 Meneghini

Meneghino è il diminutivo di Domenico, un domestico al servizio la domenica dei nobili meno facoltosi tra il XVI secolo e il XVIII. Non è solo la maschera di Carnevale usata per rappresentare il milanese ma, in qualche modo, ne rappresenta uno degli aspetti più inconfessabili. Sempre pronto a mettersi a disposizione degli altri, stenta a volte a esprimere la propria autonomia di pensiero e ad affermare la sua identità sia che si tratti del singolo cittadino o di chi governa la città nei confronti dei poteri più alti.
#7 Troppo workaholic

Al limite della patologia, il milanese è talmente dedito al lavoro da mettere spesso in secondo piano tutto il resto, pasti compresi. Anzi si porta il lavoro anche in vacanza e da quando con lo smartphone si possono leggere le email da qualsiasi luogo, anche dal letto, divano e persino dal bagno.
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FABIO MARCOMIN
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