L’intera Autostrada del Sole è stata costruita in otto anni: oggi nello stesso periodo si creano le commissioni. Quali sono le cause di questo regresso?

Nel tempo in cui si costruiva un’autostrada, oggi si arriva appena a nominare le commissioni che dovrebbero valutarla

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ChatGPT - Burocrazia italiana
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In otto anni si realizzò l’autostrada che unì l’Italia da Milano a Napoli. Oggi, nello stesso lasso di tempo, si fatica perfino a decidere se e come fare un’opera. Perchè siamo arrivati a questo punto?

# Otto anni per costruire l’arteria principale di un Paese

stradeeautostrade.it – Inaugurazione A1

Tra il 1956 e il 1964 fu completata l’Autostrada del Sole, un tracciato di 755 km finanziato in parte dallo Stato e in parte da soggetti privati. L’intera opera fu progettata, approvata e realizzata in meno di un decennio, con cantieri aperti in parallelo su più tratte. Poiché non erano previste consultazioni pubbliche né passaggi multilivello, le decisioni avvenivano in modo accentrato e con responsabilità ben definite. Il principio guida era rappresentato dalla necessità di unire il paese e di stimolare lo sviluppo economico. La tempistica, infatti, rifletteva l’urgenza politica e sociale attribuita all’opera. Poiché la burocrazia era ridotta e il contesto normativo meno vincolante, si privilegiava la costruzione rispetto alla tutela. 

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# L’Italia di oggi: impaludati tra iter infiniti e numerosi enti in gioco

Qualenergia.it – Commissioni

Oggi, la realizzazione di un’infrastruttura prevede una sequenza articolata di fasi: redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica, approvazione politica, reperimento dei fondi, consultazioni pubbliche, valutazioni ambientali, eventuali varianti progettuali e possibili contenziosi. In media, l’intervallo tra l’idea iniziale e l’avvio dei cantieri supera i dieci anni. Durante questo processo si attivano diverse commissioni tecniche, che non decidono se realizzare l’opera, ma ne valutano la conformità, la sostenibilità e la legittimità. Le principali sono: la Commissione VIA-VAS per l’impatto ambientale e territoriale, le commissioni urbanistiche locali per la compatibilità con i piani regolatori, le commissioni tecniche specialistiche per aspetti idraulici, archeologici o sismici, e la commissione di collaudo, attiva solo in fase conclusiva. A esse si affiancano ministeri competenti, regioni, enti locali, sovrintendenze, conferenze dei servizi e autorità indipendenti. La moltiplicazione degli organi di controllo, insieme alla frammentazione delle responsabilità, rallenta ogni decisione operativa.

# Il modello commissariale e i suoi limiti

Di Al*from*Lig – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=132487949 – Nuovo Ponte Morandi

L’unico strumento che consente una reale accelerazione è il ricorso ai commissari straordinari, i quali possono operare in deroga alle procedure ordinarie. Anche se è stato utilizzato in casi come il ponte Morandi o alcuni progetti del PNRR, questo modello non incide sulla struttura generale del sistema, causando tensioni giuridiche e istituzionali. In molti casi, i fondi disponibili restano inutilizzati per mancanza di strutture capaci di trasformarli in opere. La frammentazione istituzionale, unita alla cautela amministrativa, rallenta o blocca ogni fase esecutiva, mentre la redistribuzione dele responsabilità rende difficile attribuire scelte e tempi. Il sistema è ormai progettato per ridurre i rischi e non per produrre risultati, generando inerzia un’strutturale.

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FABIO MARCOMIN


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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