Nel mondo solo l’Argentina ha registrato una recessione economica peggiore della nostra. La fotografia del disastro. Un prezzo altissimo a cui però non corrisponde alcun risultato sperato: l’Italia è il Paese in Unione Europea con il maggior numero di morti e il primo al mondo per morti in base alla popolazione tra i paesi con almeno 15 milioni di abitanti.
Ma vediamo i numeri che rappresentano la fotografia del disastro.
ITALIA primo anno Covid: i NUMERI della DISFATTA
# L’economia del nostro Paese cola a picco: un disastro su tutti i fronti
Il fallimento del modello italiano nella gestione dell’emergenza sanitaria conseguente alla pandemia è ormai conclamato, nonostante il lockdown e le misure restrittive più dure, siamo tristemente il Paese in vetta alla classifica per numero di morti in Europa e in quella dei decessi in rapporto al numero di abitanti al mondo, escludendo tre paesi che hanno un numero di abitanti inferiore ai dieci milioni.
Il prezzo pagato in termini di morti però è stato vano visto che non siamo stati in grado di preservare l’economia del Paese:
- 420 miliardi di fatturato persi in un anno con un calo del Pil del 10%
- tutti i principali settori hanno registrato perdite tra il 70% e il 90%
- quasi 400.000 imprese e 200.000 professionisti hanno cessato la loro attività, 900.000 dipendenti sono stati licenziati e non hanno avuto il rinnovo del contratto e la cassa integrazione è cresciuta del 900%.
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# I 3 pilastri della nostra economia, turismo, cibo e moda, sono in ginocchio
Tra i settori dell’economia più colpiti ci sono il turismo, il cibo e la moda: i tre asset più importanti in Italia. Il nostro Paese è il quinto al mondo più visitato dopo Francia, Spagna, Usa e Cina e quest’anno abbiamo perso 37 milioni di turisti internazionali, per un calo del settore complessivo dell’81%.
Nel cibo il -93% di prenotazioni nelle attività di ristorazione ha comportato un perdita di fatturato di oltre 27 miliardi. La moda è il risultato dell’ingegno e dell’artigianalità, campo in cui abbiamo pochi rivali, con Milano una delle 4 capitali più importanti: il settore in tutto il 2020 ha perso 30 miliardi di euro.
In tutte le Nazioni si sono registrate perdite economiche, anche se la gran parte dei Paesi ne hanno avuto meno di noi, ma la differenza fondamentale è che, a differenza del nostro esecutivo, gli altri governi hanno messo in campo misure concrete e immediate di sostegno per tutti gli operatori che sono stati colpiti in modo da compensare ogni tipo di danno prodotto, invece che dare bonus una tantum, spesso dati a casaccio.
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FABIO MARCOMIN
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