VIA GEROLAMO MORONE: da Manzoni a Casaleggio una via al centro della storia di Milano

5+1 cose che forse non sapevi su una via che ha fatto la storia della città

via gerolamo morone
Credits: casadelmanzoni.it

In questo piccolo vicolo tra via Manzoni e Piazza della Scala sono nati i Promessi Sposi, Giacomo Puccini ha immaginato la Madama Butterfly, le signore della Milano bene hanno scelto le loro pellicce migliori e oggi Davide Casaleggio dirige a distanza le vicende nazionali del Movimento 5 Stelle con la Piattaforma Rousseau. Ma c’è anche molto altro in via Morone…

 

5+1 cose che forse non sapevi su via Gerolamo Morone a Milano

 

#1 La Casa di Alessandro Manzoni

Acquistata da Don Lisander nel 1813 per 107.000 lire, oggi è un polo culturale tutto da scoprire, arricchito dai preziosi lavori di restauro curati da Intesa SanPaolo in occasione Expo. È al pian terreno di questa splendida dimora che Alessandro Manzoni ha scritto le pagine più famose della letteratura italiana, dalla peste all’amore di Renzo e Lucia, mentre al piano di sopra la moglie Enrichetta Blondel si occupava dei figli e della numerosa famiglia.

#2 L’Antica Barbieria Colla, il barbiere di Puccini

Qui amava venire a ritoccare i suoi bellissimi baffi Giacomo Puccini mentre i suoi ultimi capolavori andavano in scena alla Scala. Fondata nel 1904 da Dino Colla, oggi è guidata da Francesca Bompieri. Dino è rimasto famoso per la “sfumatura a candela” e per i primi shampoo fatti a mano con scaglie di sapone di Marsiglia, olio di mandorle amare, uovo, rum e sale. Il segreto del successo che si tramanda da oltre cent’anni è di portare avanti una tradizione di taglio a mano con forbici, lozioni, saponi da barba e pennelli manovrati da artigiani di alta qualità che sono figli d’arte e non hanno perso quel tocco magico che caratterizza i veri barbieri.

#3 La Pellicceria Lagori

La storia della famiglia Lagori comincia ai primi del Novecento con Giuseppina Bertoli, capostipite della produzione. È con il figlio Francesco che nasce la bottega che ancora oggi si trova in via Morone, sopravvissuta alla guerra mondiale e arricchitasi con il boom economico, durante il quale tutte le donne volevano avere una pelliccia. Francesco durante la Resistenza va in giro in bicicletta per le vie di Milano a rifornire i clienti a domicilio. Nel 1969 subentra la figlia Cinzia, ancora oggi in sella all’attività di famiglia insieme al figlio Simone. Per rispondere alle nuove esigenze della generazione 2.0, Lagori offre anche molti accessori divertenti e molto accessibili: dalle cuffie per smartphone in pelo di visone, a cappellini con il pon pon, a polsini di volpe o gilet in pelle colorata. La qualità del marchio sta soprattutto nella lavorazione, che è ancora tutta artigianale, in laboratorio.

#4 La Galleria Bolzani, dove è nato il Quarto Stato

C’è una componente da cercatore d’oro nel mestiere del gallerista, che si unisce all’istinto estetico e a una passione travolgente. Alberto Bolzani è figlio d’arte da generazioni, titolare della galleria che si trova qui dal 2011. Ma la storia della sua famiglia inizia molto prima, con il nonno Guido, che progetta macchine per lavorare la seta, dipinge e dà libero sfogo a tutto il suo talento artistico e tecnico. Ha raccolto e divulgato negli anni collezioni di Macchiaioli, Scapigliati, Labronici e altre correnti italiane, pur non tralasciando qualche sporadica ma significativa apertura internazionale e la prima personale assoluta di Pellizza da Volpedo.

#5 La Piattaforma Rousseau a casa di Casaleggio

Al numero 6 di via Morone abitava Gianroberto Casaleggio, e proprio qui ha inizio la parabola ascendente del Movimento 5 Stelle. Dalle prime riunioni carbonare ai trionfi della democrazia diretta, dalla presa di Roma alle votazioni sulla Piattaforma Rousseau. Negli ultimi dieci anni a ogni appuntamento elettorale la stretta via è presa d’assalto dalle telecamere di tutto il mondo, che cercano di carpire le prime reazioni a caldo del giovane Casaleggio, che ama attendere i risultati a casa sua.

#5+1 Gerolamo Morone: chi era costui?

Gran cancelliere del Ducato di Milano negli anni d’oro del Rinascimento, il valido senatore Morone è stato ambasciatore presso Papa Leone X, e ha accompagnato e sostenuto Leonardo da Vinci mentre dipingeva il Cenacolo. Il duca Francesco II Sforza lo ha fatto Conte di Lecco e poi la vita lo ha portato a Napoli al seguito delle milizie francesi, ma il suo amore è rimasto Milano fino all’ultimo dei suoi giorni.

 

ALBERTO OLIVA

 

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