La PROSTITUTA che finanziò la costruzione del DUOMO

La storia affascinante della prostituta benefattrice

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Marta De Codevachi - Il Duomo

Il suo mestiere la rese ricca, per questo quando si ammalò in modo grave decise di dare il suo contributo sostenendo la Fabbrica del Duomo, intenta a realizzare quello che sarebbe diventato il simbolo principale di Milano nel mondo. Ecco la storia affascinante della prostituta benefattrice.

La PROSTITUTA che finanziò la costruzione del DUOMO

# Marta de Codevachi, conosciuta come Donona, prostituta pentita

Si chiamava Marta de Codevachi ed era giunta da Padova a Milano dove era conosciuta come Donona, di professione prostituta. Grazie al suo mestiere era diventata ricca, acquistando pure diverse abitazioni, ma a un certo punto si era pentita e aveva deciso di cambiar vita e di donare quanto accumulato durante la sua vita. Divenne infatti benefattrice dei poveri e adottò Venturina, una bimba che era stata lasciata alla ruota degli esposti, dove vengono lasciati i bambini le cui madri non hanno la possibilità di crescere. 

# Lasciò i suoi averi alla Fabbrica del Duomo insieme a somme per Venturina e per un’altra prostituta

Nel febbraio del 1394 Marta si ammalò gravemente e il suo pensiero si rivolse alla Madonna e alla nuova chiesa che si stava erigendo in suo onore nel centro della città. Per questo motivo chiamò il notaio e nel suo testamento decise di destinare i suoi averi alla Fabbrica del Duomo e dare il suo contributo alla costruzione del Duomo.

Fece aggiungere un paio di clausole: la prima che gli officiali si prendessero cura di Venturina, a cui destinava 100 fiorini, la seconda che si impegnassero a trovar marito alla sua amica Margherita, conosciuta al bordello come Novella de Mandello, alla quale lasciava anche 200 fiorini come dote per iniziare una nuova vita casta e onesta.

# Un lungo corteo le diede l’ultimo saluto

Morì non molto dopo e la Fabbrica del Duomo le organizzò un funerale degno di una nobildonna. Il lungo corteo di chierici e presbiteri accompagnò il feretro percorrendo le strade dove tempo prima la donna esercitava la sua professione.

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Tra le numerose statue del Duomo c’è anche il suo volto. 

Fonte: Una casa sulla roccia

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