C’era una volta il ROLLING STONE: il locale storico di Milano

La storia gloriosa della discoteca rock di Milano

Jovanotti al Rolling nel 1992 Credits: @francescolegnani IG

Da sempre si dice che Roma è il cinema e Milano è la musica. In gran parte è vero, d’altronde la città capitolina è sede di Cinecittà, la maggior parte dei film vengono girati lì, un gran numero di registi, sceneggiatori, attori risiedono li, ma se si parla di musica, le cose cambiano. Milano è sede delle principali etichette discografiche, è sede di uno dei più importanti centri di formazione musicale (CPM), è sede dello stadio San Siro (definito da tutti il tempio del rock), è sede di numerosi club e locali, dove numerosi artisti stranieri e non vengono per esibirsi. Non è un discorso generalista, ogni città ha le sue caratteristiche diverse e comuni, quello che Roma non ha mai avuto e non avrà mai è, o è stato, il Rolling Stone.

C’era una volta il ROLLING STONE: il locale storico di Milano

# Sotto le bombe nasce il Cinema Ambrosiano

Credits: @Milanosparitaeda ricordare
Studio 54

Siamo nell’ultima fase della seconda guerra mondiale e per la precisione nel maggio 1943.  Milano è una città che ancora sta soffrendo per tutte le conseguenze di un conflitto, ma ciò non toglie il desiderio di costruire e di inaugurare nuovi luoghi dove i milanesi possano trascorrere qualche ora di svago. Per queste ragioni in Corso XXII Marzo 32 viene aperta una nuova sala cinematografica: il Cinema Ambrosiano, una sala che, a differenza di altre, ha una capienza di 2800 persone, aria condizionata e area fumatori. Purtroppo la vita del cinema non è lunghissima, qualche mese dopo gli Alleati cominciano a bombardare Milano, tutte le attività di svago vengono sospese e l’Ambrosiano dovrà aspettare la fine della guerra e la rivalutazione del quartiere per poter riaprire.

# 1979: la virata verso la musica con lo Studio 54

Le cose andranno avanti fino al 1979, quando i tre proprietari decidono di puntare sulla musica. Chiudono il cinema, lo ristrutturano e aprono lo Studio 54 per omaggiare la discoteca omonima a New York, che ai tempi dettava mode e stili. Ma Milano non è New York. Col tempo si scopre che i lavori di ristrutturazione erano stati fatti male e il locale, non avendo superato i controlli della sicurezza, va incontro a una prima inesorabile e ovvia chiusura da parte della magistratura. Lo studio 54, durante gli anni della sua apertura, subirà diverse aperture e chiusure. Infine la musica cambiò, la disco music fu soppiantata dal rock e fu in questo periodo che si affaccia sulle scene Enrico Rovelli.

# 1981: nasce il Rolling Stone, la “discoteca rock”

Credits: @kandycosmic
rolling stone Milano

Già verso la metà degli anni settanta, girava voce che David Zard (storico promoter musicale) accarezzasse l’idea di realizzare una discoteca rock, ma fu Enrico Rovelli (storico manager di Vasco Rossi), nel 1981, a rilevare lo Studio 54 e trasformarlo nel Rolling Stone. L’idea è vincente da subito e tra i primi a esibirsi sono gli Iron Maiden in un inedito doppio concerto stile jazz, uno alle 16, l’altro alle 21.30. A loro seguiranno artisti di grande calibro come: New Order, Ramones, Simple Minds, Bryan Adams, INXS, Nick Cave and the Bad Seeds, Bad Religion, Beastie Boys, dEUS, Richard Ashcroft e tanti altri ancora. Verso la fine degli anni ottanta diventa la sede dello spettacolo 1,2,3 Jovanotti e anche di alcuni eventi della Milano Socialista.

# Il gemello del Rolling: l’Alcatraz

Credtis: eventshunters.com – Rolling Stone

Il locale, che ha mantenuto lo stile di un cinema, viene apprezzato particolarmente per la sua acustica difficilmente ricreabile in spazi più grandi quali il Palatrussardi, prima, e il Forum di Assago, poi. Per questa ragione, artisti italiani e stranieri si contendono il palco del Rolling Stone. Anni dopo lo stesso Rovelli, che nel frattempo aveva portato Vasco Rossi a San Siro, apre un altro locale: l’Alcatraz che si rivelerà un altro grande successo. La differenza tra i due va ricercata nel sentimento, il Rolling Stone ha una magia che difficilmente si può ricreare altrove, nonostante i vari club che negli anni novanta aprono a vista d’occhio come il Legend, il Circolo Magnolia o l’Alcatraz stesso.

# 2009, la fine: il Rolling diventa un condominio

Credits: @tellingwithmyeyes
rolling stone milano

Nonostante i novanta concerti l’anno, nonostante un pubblico di affezionati, il 30 gennaio 2009, Enrico Rovelli annuncia su un articolo apparso su Corriere della Sera, il rompete le righe, la chiusura del Rolling Stone e il suo successivo abbattimento in favore di un condominio di 12 piani. Rovelli annuncia che è intenzionato a riaprire il locale in altra zona, forse in Mecenate, ma alla fine non si fa nulla. Rimangono i ricordi, la gente, ma soprattutto l’amore (quello vero e non posticcio) per la musica rock.

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MICHELE LAROTONDA

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Michele Larotonda nasce a Potenza nel 1977, ma vive e lavora a Milano. Da sempre appassionato al mondo della scrittura partecipa a un corso di scrittura creativa che lo fa avvicinare al mondo del cinema scrivendo sceneggiature per alcuni cortometraggi che hanno avuto visibilità in rassegne specializzate a Milano e a Roma. Scrive e conduce il programma radiofonico I 2 della Stangata andato in onda su Radio 2.0. Nel 2018 esordisce con il romanzo IL SOGNOSCURO (Link edizioni) e il 2020 è la volta di DA UN’ALTRA PARTE (PAV edizioni). Collabora con i portali Sul Romanzo e RockShock.