Il nuovo cammino alle porte di Milano per «congiungersi a Dio»

Un cammino dal significato spirituale tra natura, arte, cultura e... cucina. Ma com'è questo percorso? Da dove parte? Quali centri tocca? Dove arriva?

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Merlino - ph. @esploratorisudestmilano IG

“Al vero viaggiatore non importa la destinazione, ma il percorso”: la filosofia di tutti i “cammini” presenti nel mondo. E il percorso ha un valore che può cambiare molto da percorso a percorso. Pochi sanno che da non molto è sorto un cammino alle porte di Milano che porta chi lo intraprende a «congiungersi a Dio»…

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Il nuovo cammino alle porte di Milano per «congiungersi a Dio»

# Il cammino di San Giovanni: tra natura, arte, cultura e… cucina

Credits: it.wikipedia.org
Chiesa di Sant’Andrea Melzo

In Lombardia ce ne sono molti, ma ne esiste uno che è considerato il più recente: è quello di San Giovanni, nato dall’idea di Roberto Fabbri e della moglie Cristina Ronchi, che nel periodo pasquale 2022 si sono resi conto di come si potesse creare un itinerario da Melzo a Lodi, tra natura, arte, cultura e cucina.

Sono andati a consultare i cammini lombardi e hanno scoperto che tra Lodi e la Martesana vi era un vuoto di itinerari ufficiali. I realizzatori del progetto, oltre a Fabbri e Ronchi, sono Giacomo Tusi, Sergio Leondi, Igor Grigis, Emilio Colma, Marco Bottani, Luigi Gallo e Don Massimiliano. Il simbolo del cammino è il nodo di San Giovanni Battista, da sempre segno di buon auspicio, che rappresenta la congiunzione tra uomo e Dio.

Ma com’è questo percorso? Da dove parte? Quali centri tocca? Dove arriva?

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# La prima parte nella Martesana ad est di Milano

Cammino di San Giovanni Corneliano Bertario

Si parte da Melzo, dal Santuario di Madonna delle Stelle, si attraversa la cittadina, si passa davanti alla Chiesa di S. Alessandro, a quella di Sant’Andrea e da San Francesco, si esce dal centro e si entra nella campagna, andando verso Truccazzano, al Santuario di Rezzano, passando dall’Oasi della Martesana. Truccazzano viene attraversato per intero, poi si trova una deviazione: da una parte si costeggia l’argine del canale della Muzza, dall’altra si va verso il Castello Borromeo della frazione  Corneliano Bertario. Il cammino prosegue verso il ponte di Lavagna, per passare davanti all’oratorio di San Biagio in Rossate.

Ecco che poco dopo si arriva al baricentro del cammino: Merlino, col suo mulino e con il Santuario di San Giovanni Battista al Calandrone, che da il nome al cammino stesso.

# La seconda parte: Lido Adda-Parco Adda Sud, Lodi fino al punto d’arrivo “mistico”

Credits: @gianluca colombi (YouTube)
Lodi Vecchio

La seconda parte dell’itinerario prevede l’avvicinamento verso il Lido Adda-Parco Adda Sud: si passa su un sentiero fino a Spino d’Adda, si attraversa il ponte trovandosi sulla sponda sinistra del fiume e da qui possiamo ammirare un tragitto immerso nella natura, fino ad arrivare a Lodi, sul ponte Napoleone e da qui alla Cattedrale. La terza frazione del cammino prevede lo spostamento da Lodi a Lodi Vecchio, dove troviamo la Basilica dei XII  Apostoli, poi Borgo San Giovanni, con la chiesa di San Giovanni Battista Decollato. Qui finisce l’avventura, dopo 53 chilometri.

Il cammino di San Giovanni parte e arriva in prossimità di due altri cammini: quello di Sant’Agostino e quello della via Francigena. “Abbiamo fatto il possibile per sfruttare strade non asfaltate -avevano detto i responsabili del progetto in una conferenza stampa di alcuni mesi fa- abbiamo la possibilità di dare a ogni persona che decide di affrontare il cammino una carta del pellegrino vidimabile in 8 punti”.

L’itinerario di San Giovanni, non sarà il cammino di Santiago di Compostela e neppure quello dell’Oregon, ma rappresenta un modo per conoscere una porzione di territorio ricca di interesse (culturale, paesaggistico, culinario), che solo attraverso un percorso a piedi o in bici si può apprezzare per intero.

Credits: camminodisangiovanni.it
Cammino di San Giovanni

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FABIO BUFFA

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Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.