Questa è la «casa del mago» di Milano

Scopriamo dove si trova e perchè si chiama così

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Un luogo che sembra uscito da un racconto di Harry Potter. Non è in cima a una montagna, né nascosto in un bosco misterioso, ma sorge tranquillo tra le vie di Porta Genova, come un vecchio saggio che osserva il passare dei secoli con occhi di pietra e mattoni. 

Ma perché proprio la casa del mago? Forse per la sua atmosfera sospesa, le sue forme arcaiche e il fascino che emana a ogni ora del giorno. Oppure forse perché, come nelle dimore degli alchimisti medievali, qui ogni pietra sembra nascondere un segreto.

Questa è la «casa del mago» di Milano

# Un tuffo nel passato

alto_basso_medioevo IG – Casa del mago

La Basilica di San Vincenzo in Prato è una delle chiese più antiche di Milano e già questo è un ottimo motivo per farci una visita. Costruita attorno al 770 d.C. per volere del re longobardo Desiderio, proprio il padre della famosa Ermengarda di manzoniana memoria, si tratta di uno dei rarissimi esempi superstiti di architettura longobarda in città.
La sua storia affonda letteralmente le radici nel terreno: si erge sopra un antico cimitero paleocristiano, dove si dice si trovassero le spoglie di vari santi, tra cui San Vincenzo, martire di Saragozza. Ma non finisce qui, perché nei secoli la chiesa è stata più volte modificata, restaurata e rimaneggiata, ma nonostante questo, ha mantenuto un’identità unica quasi fuori dal tempo, tanto che varcare il suo portale è come entrare in un’altra epoca.

# Un luogo, mille usi

patrizia_ghezzi_2 IG – San Vincenzo in Prato

Non è sempre stata “solo” una chiesa. Nei secoli bui e travagliati del Medioevo, San Vincenzo in Prato fu un rifugio, un punto di riferimento spirituale ma anche concreto per la comunità. Si racconta che i suoi sotterranei, bui e silenziosi, furono utilizzati per conservare reliquie, ma anche come rifugio in tempi di guerra e carestia. In più, tra le sue mura romaniche e le decorazioni rinascimentali, questa chiesa ha ospitato anche una stalla, un magazzino militare, una caserma e perfino una fabbrica chimica.

# Perchè è stata soprannominata la casa del mago?

Durante l’età moderna, quando le mode architettoniche viravano verso il barocco e poi il neoclassico, la basilica rimase orgogliosamente austera, quasi burbera, ancorata alle sue origini. Questo le valse l’ammirazione di storici e studiosi, ma anche quella dei romantici del mistero che ritenevano che questa fosse la sede di numerose leggende. Le fu affibbiato questo nome a partire dall’Ottocento, quando una densa nube di fumi e vapori usciva dalle sue finestre: al posto del campanile, una ciminiera. Le acque del suo pozzo erano ritenute miracolose, ma l’odore che si respirava era tutto fuorché divino, così i milanesi iniziarono a chiamarla “Casa del Mago”, come in una favola nera.

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# Curiosità che non ti aspetti

L’abside antica custodisce ancora oggi capitelli scolpiti in stile longobardo, con motivi che ricordano rune, simboli pagani e animali fantastici. Alcuni esperti hanno ipotizzato che potessero avere anche significati esoterici da qui, forse, l’idea della “Casa del Mago”.

Anche la cripta, piccola e raccolta, ha un’atmosfera così suggestiva da sembrare il set perfetto per un film fantasy. Le sue colonne irregolari sembrano reggere non solo il peso della chiesa, ma anche dei secoli passati. Proprio nei dintorni della chiesa, sono stati trovati resti di una villa romana: il che significa che la zona era abitata ben prima dell’arrivo dei Longobardi. Infine, in epoca napoleonica, la chiesa fu sconsacrata e rischiò la distruzione, ma resistette: come una vera casa del mago, sapeva come sopravvivere.

Oggi, San Vincenzo in Prato non è tra le mete più battute del turismo di massa e forse è proprio questa la sua fortuna. È un luogo da cercare con calma, da scoprire senza fretta, magari in una giornata di pioggia, quando le sue pareti sembrano sussurrare storie antiche al rumore delle gocce.

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MARTA BERARDI


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Marta Berardi
Sociologa tirocinante. Appassionata di lingue, arte, cultura, musica, marketing e comunicazione. Mi affascina il mondo e il modo in cui si muove ed esprime: viaggiare è la mia dimensione. Sempre vissuto nella periferia di Milano, ho imparato a comprenderla meglio una volta cresciuta, anche se sono sempre alla ricerca di iniziative che possano renderla una città ancora più stimolante

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