Una delle stazioni più iconiche di Milano, la più antica ancora in funzione nella sua forma originaria, sta per voltare pagina. I treni continueranno a fermarsi ancora per poco, ma già si guarda al riutilizzo temporaneo di tutta l’area in attesa dalla trasformazione definitiva. Ecco cosa è in programma nello scalo nei prossimi anni.
Fine corsa per Porta Genova: sarà questo il suo futuro?
# Il nuovo asse ferroviario ovest: San Cristoforo e Rogoredo prende il posto di Porta Genova

Il cambiamento è già cominciato. Con l’apertura completa della linea M4 nell’ottobre 2024, San Cristoforo è diventato uno dei nuovi snodi centrali del trasporto milanese. Da lì si raggiunge Linate in 30 minuti, si incrociano M1, M2 e M3, si sale sul Passante. Un hub pensato per il futuro, dove converge anche la linea ferroviaria R31 Milano–Mortara, che entro il 2025 dovrebbe vedere lo spostamento del capolinea da Porta Genova a Rogoredo. Lì ci sono binari passanti, collegamenti con l’Alta Velocità e una mobilità più razionale. Prevista poi una nuova linea suburbana S19, in parallelo alla S9, per coprire la tratta Albairate–Porta Romana Fs: la sovrapposizione di queste tre linee darà vita a un antipasto della Circle Line durante le Olimpiadi. A quel punto Porta Genova avrà esaurito il suo ruolo di stazione. Ma non quello nella vita della città.
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# Una nuova vita temporanea: eventi, cultura, cibo e ritorno del Mercato?
Il passato suggerisce il futuro. Durante Expo 2015, lo spazio dell’ex scalo ferroviario di Porta Genova si trasformò per pochi mesi in uno dei luoghi più vivi della città: il Mercato Metropolitano, un mix di street food, concerti, laboratori e socialità urbana. Un modello che potrebbe tornare presto, anche se in versione temporanea e rinnovata. A partire da quest’estate gli spazi esterni della stazione diventano un luogo per eventi e iniziative culturali, una “zona cuscinetto” che anticipa la futura riqualificazione definitiva dell’area, bar e locali. Dal 2027 un hub per i rider, che oggi attendo le ordinazioni seduti sulle panchine del piazzale, dotato di colonnine per la ricarica dei telefoni e ciclo-officina.
# Il corpo centrale della stazione è intoccabile: c’è il vincolo delle Belle Arti

La storia non si butta giù. Il corpo centrale della stazione di Porta Genova, quello affacciato su piazzale della Stazione, è vincolato dalle Belle Arti e non potrà essere demolito. Parliamo della più antica stazione ferroviaria ancora attiva di Milano, inaugurata nel 1870 e rimasta quasi intatta nel tempo. Per questo potrà essere solo riqualificata e destinata a nuovi usi, ma senza alterarne l’identità architettonica. Si potrebbe riadattare a museo ferroviario, che racconti la storia del trasporto a Milano, oppure ad hub di coworking, oppure spazio per mostre temporanee.
# Il futuro dello scalo che (ancora) non c’è

Al momento si è ancora in attesa che venga definito il masterplan dell’intervento di rigenerazione urbana che punta a dare una nuova funzione alla più antica stazione di Milano e ai vecchi magazzini merci compresi nei 90mila mq complessivi di tutta l’area. La fase temporanea dovrebbe durare almeno fino al 2028. In passato si è parlato di Agroscalo, un progetto visionario che univa agricoltura urbana, innovazione e sostenibilità. MAD architects aveva proposto di trasformarlo in un luogo dove mettere al centro l’interazione sociale con padiglioni per eventi, spettacoli e mercati. Per renderlo un luogo attrattivo peri i turisti si potrebbe invece trasformare Porta in un Camden Town milanese: un quartiere creativo dove convivano mercati artigianali, street food, locali alternativi e arte urbana, il tutto affacciato sul Naviglio e in continuità con la zona Tortona.
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FABIO MARCOMIN
Mi auguro che non si verifichi quello che in passato ho visto scritto, ossia che il capolinea della Milano-Mortara sarebbe dovuto essere San Cristoforo. E’ assolutamente una sciocchezza; il capolinea come minimo dovrebbe essere Porta Romana, in modo che le corse intercettino tutte le linee di metropolitana M4 a S. Cristoforo, M2 a Romolo e M3 appunto a P. Romana. Ma poichè i convogli qui non possono attestarsi, va da sè che le corse debbano proseguire, come per fortuna leggo, a Rogoredo dove ci sono binari di testa, e connettendo la linea con tutti gli altri servizi insistenti su Rogoredo.
Bisognerebbe consultare il sito e-pir di Rfi accessibile solo con credenziali professionali. Altrove sempre su rfi.it non c’è traccia di notizia (ma potrebbe essermi sfuggita).
Per riposizionare R31 e istituire S19 occorrono tempi tecnici obbligatori: turni di materiale e personale e organizzazioni logistiche. Teniamo presente che i 5 binari tronchi di Rogoredo sono già parzialmente impegnati da S2 da/per porta Vittoria e che S19 e R31 ne condivideranno parte degli impianti creando soggezioni da gestire.
In ogni caso un’attestazione con ribattuta a porta Romana non avrebbe senso anche in termini di opportunità di percorso; tecnicamente poi, anche se ci fossero dei deviatoi sarebbe improponibile per ragioni di sicurezza di manovra.
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