Milano è una città che nasconde angoli sorprendenti e segreti poco noti, custoditi tra arte, architettura e natura. Eccone sette da non perdere.
Le 7 cose più incredibili che si trovano a Milano
# 1 La “vera” Statua della Libertà è a Milano

statua libertà milano
Sopra il portone centrale del Duomo, tra oltre 3200 statue, c’è una figura sorprendente: una donna con la torcia alzata e la corona a punte, identica alla Statua della Libertà di New York. Si chiama “La Legge Nuova” ed è stata scolpita nel 1810 da Camillo Pacetti, ben 75 anni prima dell’inaugurazione della più celebre controparte americana. Accanto, una seconda statua – “La Legge Vecchia” – tiene in mano due tavole, proprio come quelle dell’originale newyorkese. Coincidenze? Forse. Ma molti storici sostengono che questa scultura milanese sia stata una delle vere ispirazioni per l’opera di Bartholdi.
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#2 Una chiesa di soli 6 metri di lunghezza

A due passi dal Duomo, in via Giulini, si trova una chiesa lunga solo sei metri, ma con una facciata alta 12 metri. È una chiesa ortodossa costruita sulle rovine della vecchia San Vincenzino, demolita nel 1964. La navata? Più larga che lunga. L’altare? Spostato sulla destra. Un altro primato? Il nome con più santi: è intitolata a San Vincenzo di Zaragoza, San Giorgio di Randonez e San Serafino di Radov. Una chiesa-minimonumento, unica nel suo genere.
#3 La “Walk of fame” di Milano

Tra piazza San Babila e corso Vittorio Emanuele, pochi notano una “Walk of Fame” milanese nascosta in Largo Corsia dei Servi 21. Qui, negli anni d’oro della TV, il settimanale TV Sorrisi e Canzoni fece imprimere le mani di star internazionali come Stallone, Sharon Stone, Kirk Douglas e Patrick Swayze. Tra gli italiani, spicca Sandra Mondaini. Era l’epoca dei Telegatti. Oggi le impronte giacciono dimenticate, come l’altra “Walk” effimera creata nel 2015 in corso Garibaldi: celebrava ristoranti e palestre, ma scomparve nel nulla.
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#4 Le case Igloo

A Milano esiste un angolo surreale che sembra uscito da un racconto per bambini o da un film di animazione: si tratta delle case Igloo del quartiere Maggiolina, nate da un esperimento edilizio degli anni ’40. Progettate dall’architetto Mario Cavallè, queste costruzioni semisferiche ricordano gli igloo eschimesi e le capanne dei puffi. L’obiettivo era creare unità abitative autonome e resistenti, ispirate alle dimore circolari nordamericane. Originariamente erano otto, ma oggi ne sopravvivono solo due, situate in via Lepanto, grazie all’architetto Luigi Figini, che si oppose alla loro demolizione. Ancora abitate, sono uno dei simboli più affascinanti dell’architettura sperimentale milanese.
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#5 La chiesa horror: San Bernardino alle Ossa
#6 La Cà dell’Oreggia, il palazzo con l’orecchio

In via Serbelloni 10, nei pressi di Corso Venezia, si trova un edificio in stile liberty noto come “Cà dell’Oreggia” (Casa dell’Orecchio). Progettato da Aldo Andreani negli anni Venti, questo palazzo presenta accanto al portone un grande orecchio di bronzo, opera dello scultore Adolfo Wildt. L’orecchio fungeva da citofono acustico, permettendo ai visitatori di comunicare con gli abitanti all’interno. Sebbene oggi non sia più funzionante, rimane una delle decorazioni più curiose e fotografiche della città.
#7 I fenicotteri rosa

Nel cuore verde di Milano, in via dei Cappuccini, Villa Invernizzi emerge come un’oasi di straniamento naturale. Costruita all’inizio del XX secolo dall’imprenditore Romeo Invernizzi, questa residenza privata custodisce uno spettacolo raro e quasi surreale: una colonia di fenicotteri rosa nel suo giardino segreto. Protetti da alte inferriate, questi eleganti uccelli sembrano protagonisti di un quadro vivente, che con il loro piumaggio acceso e i movimenti sinuosi creano un contrasto poetico con l’urbanità che li circonda.
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FABIO MARCOMIN