Là dove c’era un’industria di armi, ora c’è un grande parco. Dove? A Milano!

C'era un tempo in cui anche Milano sapeva fare cose così grandiose, in un'epoca in cui la transizione green non era ancora di moda

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In tutta Europa si parla della conversione in un grande parco del vecchio aeroporto di Tempelhof a Berlino. E della trasformazione in “foreste urbane” delle piazze francesi. Ma c’era un tempo in cui anche Milano sapeva fare cose così grandiose, in un’epoca in cui la transizione green non era ancora di moda. 

# Dalle officine della guerra al verde pubblico

Credits: fondoambiente.it – Parco Lago Nord

Quasi tutti sanno che la Montagnetta è nata sopra le rovine dei bombardamenti degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma solo pochi sanno che qualcosa del genere è capitato anche al Parco Nord. In un’epoca in cui sembra che molti Stati siano presi dalla voglia di incrementare le spese belliche, può far piacere ripensare a quando, almeno a Milano, si faceva il contrario. Quando si faceva di più che mettere i fiori nei cannoni: addirittura li si trasformava in prati e boschi. 

Proprio così. C’è un luogo di Milano dove i capannoni dell’industria bellica hanno lasciato spazio a prati, filari e laghetti. È il Parco Nord, nato sulle aree dismesse della Breda Aeronautica che qui progettava, provava e collaudava velivoli sfruttando il grande campo volo di Bresso. Oggi è uno dei più vasti parchi metropolitani d’Europa. Non solo: è un simbolo di una riconversione ambientale e civile. Ma vediamo la sua storia. 

# La conversione da guerra a parco negli anni Settanta

Credits Andrea Cherchi – Parco Nord Milano

Nel Novecento quest’area alternava campi agricoli e grandi insediamenti industriali: al centro si trovavano i capannoni della sezione Aeronautica della Breda e il campo volo a servizio dell’industria per i collaudi. I bombardamenti del 1944 colpirono duramente stabilimenti e aeroporto di Bresso e nel dopoguerra iniziò un lungo declino industriale. Negli anni Settanta maturò l’idea del parco, riconosciuto nel 1975 dalla Regione Lombardia e poi rigenerato con riforestazioni e bonifiche.

# I bunker sotto i piedi

Ma c’è qualcosa che resiste di quei tempi bui. Sotto il tappeto verde si trovano ancora i rifugi antiaerei costruiti nel 1942 per la V Sezione Aeronautica Breda: gallerie in cemento, prese d’aria e ingressi mimetizzati tra i boschi. Sono visitabili con accompagnamento, attraverso iniziative del Parco e percorsi divulgativi dedicati alla memoria della guerra e della riconversione industriale. Non è un caso se qui li chiamano tutti “Bunker Breda”.

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# I bunker Breda: la fotogallery di Andrea Cherchi

# Una “montagnetta” nata dalle scorie

Anche nel Parco Nord c’è una “montagnetta” con una storia per certi aspetti simile a quella del Monte Stella. Uno dei suoi luoghi-simbolo è una collinetta, un rilievo verde sorto dove prima c’era una discarica di scorie d’altoforno delle acciaierie Breda. Bonifica, rimodellamento e piantumazioni l’hanno trasformata in un punto panoramico molto frequentato, emblema della rigenerazione paesaggistica del parco.

Spunto: Milano-mania IG

Continua la lettura con: Le origini del Monte Stella

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