Il fotografo più famoso di Milano, Andrea Cherchi, ci porta alla scoperta dei dieci dettagli più curiosi che si possono trovare nel centro città e che forse pochi conoscono. Questa la sua top ten.
I 10 dettagli più curiosi del centro di Milano
#10 La targa per Monsignor Ballerini, l’arcivescovo di Milano mai entrato in sede

In decima posizione Andrea Cherchi mette un targa in via Cantù, posta in memoria di Monsignor Carlo Ballerini. Fu nominato arcivescovo di Milano, ma a causa delle complesse vicende politiche legate all’unità d’Italia non mise mai piede nella sua sede episcopale.
#9 I fossili della Galleria

Nel pavimento della Galleria Vittorio Emanuele II, tra le geometrie e i marmi, si notano strane forme simili a conchiglie. In realtà si tratta di veri e propri fossili inglobati nei blocchi di pietra.
#8 Il gatto nascosto di corso Monforte

All’ottavo posto, una piccola figura di gatto in ferro che si nasconde dietro una grata in corso Monforte. Accanto, un tempo, c’era anche un topo, misteriosamente scomparso.
#7 Il volto del leone di San Babila

A pochi metri dalla chiesa di San Babila, in cima a una colonna, c’è una scultura di leone di cui nessuno può vedere il volto perchè troppo in alto. Andrea Cherchi ce lo mostra da vicino.
#6 La targa di Giovanni D’Anzi, autore di “O mia bela Madunina”

All’ingresso della Galleria del Corso, una targa omaggia Giovanni D’Anzi, autore di “O mia bela Madunina”, l’inno popolare di Milano. Una canzone che ha resistito al tempo, come questa targa discreta tra la folla del centro, affissa al muro da 35 anni e che passa inosservata alla maggior parte dei milanesi.
#5 L’agnello in via dell’Agnello

Al civico 19 di via dell’Agnello, sopra un portone, c’è proprio un agnello scolpito. È il simbolo che ha dato il nome alla via, una curiosità araldica che testimonia quanto i toponimi di Milano siano spesso narrativi e figurativi.
#4 Manzoni che legge Virgilio in piazza San Fedele

La statua di Alessandro Manzoni in piazza San Fedele lo ritrae con un libro tra le mani. Ma non è un suo romanzo: è un’opera di Virgilio. Un dettaglio che racconta l’ammirazione dell’autore dei Promessi Sposi per i grandi classici latini.
#3 La calunnia sbranata in via degli Omenoni

Arriviamo al terzo gradino del podio. In via degli Omenoni, oltre alle imponenti sculture che danno il nome alla via, c’è un dettaglio feroce: una rappresentazione allegorica della calunnia, sbranata da due leoni, che allude al casato dei proprietari.
#2 La lettera “A” di Armani e di Alemagna

In via Manzoni sorge l’Armani Hotel. Ma se lo si osserva dall’alto, la struttura architettonica forma la sigla “A”. Oltre a rappresentare il polo del lusso di Armani, che alla struttura alberghiera affianca store e ristoranti, richiama anche la storica presenza della pasticceria Alemagna, che aprì proprio in quella via nel 1949 con ben diciannove vetrine sfavillanti e zeppe di prodotti dolciari.
#1 La casa con i Lego in via Borgospesso

Al primo posto, una vera chicca d’arte urbana: in via Borgospesso 18, l’ingresso di una casa è stato restaurato con veri mattoncini Lego. È un’opera dell’artista Jan Vormann, che porta colore e sorpresa nel pieno del Quadrilatero della Moda.
Fonte: andreacherchi_foto IG
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FABIO MARCOMIN