“Singapore Città Stato” non è un sogno né uno slogan. È una realtà di circa 6 milioni di abitanti, dove gli imprenditori hanno già ricevuto il rimborso a fondo perduto delle tasse versate a favore dei propri dipendenti relative a ottobre, novembre e dicembre 2019. Dove tutti i cittadini, eccetto i redditi più alti, hanno già ottenuto un bonus di 600 dollari e i “permanent resident“, ovvero i lavoratori con attività, di 300 dollari. Dove il governo ha vietato ai proprietari di immobili di fare causa in caso di affitto non pagato perché qui se non si paga, dopo una settimana si viene messi fuori. Dove, però, lo stesso governo ha eliminato le tasse sugli immobili per il 2020, raccomandando ai padroni delle mura di scalare questa cifra ai propri affittuari.
Un italiano a SINGAPORE, la città stato modello delle “Tre T” per la gestione del Covid
# “Anche qui abbiamo un lockdown molto serrato, ma non viviamo onestamente il clima di terrore che leggo o sento in Italia”
“Anche qui abbiamo un lockdown molto serrato – ci racconta Dario Bonaccorso, nato in Sicilia 38 anni fa, vissuto fino all’età di 3 anni a Milano, poi trasferitosi con la famiglia in Emilia Romagna e dal 2010 a Singapore, dove iniziando da pizzaiolo si è rimboccato le maniche arrivando ad aprire 3 locali – ma non viviamo onestamente il clima di terrore che leggo o sento in Italia. Ci troviamo in una situazione di controllo, non c’è una vera emergenza, ma si vogliono evitare tutti i tipi di rischio. In un lockdown iniziato un mese dopo l’Italia, i parrucchieri hanno riaperto già da 10 giorni, con le dovute precauzioni certamente“.
# Come va tra contagi, mascherine e tamponi?
“Noi abbiamo iniziato un mese dopo l’Italia con le chiusure dei negozi, degli uffici e della maggior parte delle attività, anche se ad esempio i ristoranti non hanno mai chiuso. Proseguiremo probabilmente fino a tutto giugno, perché si vuole arrivare probabilmente a zero casi. C’è l’obbligo della mascherina una volta che si esce di casa, ma se si pratica attività sportiva non va portata, perché una corretta ossigenazione è fondamentale. Quando si ci ferma, allora la si deve rimettere.”
“Il discorso dei contagi va differenziato. Tra la popolazione se ne contano meno di 10 al giorno. Mentre numeri più alti si sono registrati tra i lavoratori stranieri asiatici impiegati nel mondo dell’edilizia. Sono circa 400.000, vivono in quartieri dormitorio, costruiti dal governo, in condizioni assolutamente igieniche, ma con una ovvia vicinanza personale fatta di camerate e spazi comuni. Questo ha comportato tra loro un alto numero di contagi, anche se dalle conseguenze non letali. È stata allora creata una zona rossa, allestito un ospedale interno e vengono seguiti quotidianamente, divisi per positivi, in quarantena e negativi. Chi invece – tra residenti e autorizzati – è rientrato dall’estero, ha fatto la quarantena obbligatoria ospitato in alberghi con spese di tamponi, vitto e alloggio a carico del governo“.
A Singapore si è sempre potuti uscire di casa, per passeggiare, fare la spesa o attività fisica: niente “mitra puntato alle spalle”, ma con un patto molto chiaro: chi sbaglia, paga. Niente mascherina? 300 dollari di multa. Hai febbre o altri sintomi? Subito il tampone. Sei stato in contatto con una persona positiva? Vai di tampone anche se non hai sintomi. Sei entrato in un supermercato alle 15 e una persona che in quello stesso orario è poi risultata positiva, tampone di verifica anche a te, a tuoi familiari e a tutti quelli con cui sei entrato in contatto. Ovviamente a carico del governo.
Le task force qui, pare siano molto meno famose, ma più operative. O forse le si è lasciate lavorare in silenzio, applicando poi nella realtà i metodi consigliati.
“Per entrare nei grandi centri commerciali per fare la spesa con lo smartphone devi scansionare un q-code all’entrata – ci dice Dario – Si apre una pagina web e inserisci nome, cognome e numero di carta d’identità. All’uscita fai lo stesso per il check-out. In questo modo non vengono controllati gli spostamenti personali – anche se ciò a creato comunque un po’ di malumori rispetto alla privacy, che poi se pensiamo alle telecamere nelle strade, ai social, alle app che sanno tutto di noi… – ma solo l’eventuale vicinanza in un posto e in un orario con altre persone. In questo caso è tutto digitalizzato ed è facile risalire a trovare i contagiati o i potenziali tali. Qui non prendendo la temperatura e basta… “.
E in effetti meno di 10 casi al giorno testimoniano una grande prevenzione, a fatti e non solo a parole, di Singapore. Alla chiusura di tante attività è infatti seguito un reale tracciamento, l’attività dei test-tamponi e poi il relativo trattamento (le “3T”).
“Ho scoperto che fare impresa a Singapore è molto più facile che in Italia – aggiunge Dario – ho cercato investitori, ho risparmiato, ho trovato il posto e sono partito con una prima tavola calda-pizzeria di asporto con 35 posti a sedere. Poi abbiamo aperto un secondo locale, poi il terzo a gennaio 2020 quando ancora non si sapeva nulla in termini di Corona Virus. Il business è calato tantissimo ma siamo rimasti sempre aperti con delivery e asporto. Certamente i ristoranti “stellati” hanno chiuso tutti temporaneamente, perché hanno costi di gestione troppo alti“.
# Sovvenzioni governative?
“Ho già ricevuto a fondo perduto una parte dei contributi versati per i miei dipendenti relativi al 4° trimestre 2019. Parliamo di 10.000 dollari. Ora aspettiamo gennaio-febbraio-marzo e poi avremo anche una terza tranche. Sicuramente implementeranno altro budget, tagliando tasse e/o restituendo quelle già pagate. Ai proprietari delle mura, invece, il governo ha tagliato la tassa di proprietà, che equivale a circa 1 affitto e mezzo all’anno, chiedendo di fare uno sconto identico agli affittuari. Nel mio caso, uno dei miei proprietari mi ha fatto uno sconto da aprile a dicembre, spalmando l’intera cifra, mentre un’altro ha deciso di non farmi pagare da subito un mese. In ogni caso, vista la crisi, il Governo in questo momento non accetta cause da parte dei proprietari nel caso di inadempienze“.
# Altri contributi?
“A parte i redditi più alti, tutti abbiamo già ricevuto un contributo una tantum. Per i cittadini di Singapore 600 dollari, per i permanent resident come me, 300 dollari”.
FLAVIO INCARBONE
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