Il mio VIAGGIO in Cina, in AUTOSTOP

Mi ritrovo sul sedile posteriore di un signore cinese, che con la musica a tutto volume mi offre dei piselli al wasabi. Ed è qui che il mio viaggio in Cina inizia

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Realtà e fantasia. Il mondo ci appare lontano, vediamo i paesi attraverso i media ma non sappiamo mai veramente come sono fino a quando non ci andiamo.

Realtà e fantasia. Non sono mai stata una persona da hotel con piscina e tour guidati, sono più da cibo per strada e occhi di persone diverse da me.

E così mi ritrovo sul sedile posteriore di un signore cinese, che con la musica a tutto volume mi offre dei piselli al wasabi. Ed è qui che il mio viaggio in Cina inizia.

Il mio VIAGGIO in Cina, in AUTOSTOP

# La Cina in autostop

Quando dico di aver fatto un viaggio in Cina in autostop molte persone rimangono stupite. Un po’ per la mia faccia che tradisce la mia età e un po’ perché è una cosa totalmente lontana dall’idea comune di viaggio.
Fare l’autostop non è una passeggiata e ha diversi lati negativi: non sempre si trova un passaggio e magari ti ritrovi la sera, stanca, in una stazione di servizio in autostrada senza nessuno che vada nella tua direzione.

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Spoiler: nessuno mi ha dato un passaggio e alla fine ho dormito lì.

Quella dell’autostop è sicuramente una scelta estrema, ma è anche quello che ti permette di entrare veramente a contatto con le persone.
Non tutti ti parlano, a volte vogliono ma non capisci, quindi stai lì, sul sedile posteriore sbirciando la vita di persone mai viste prima: la foto sul cruscotto, i biscotti nascosti sotto il cappotto, i parenti che ti fanno telefonare.

# Quella volta nella Bentley

 

Questa è una storia accaduta davvero ma che ha ancora dell’incredibile.

Scenario: in macchina da 7 ore, imbottigliata nel traffico per vari incidenti, senza aver mangiato niente (a parte i famosi piselli al wasabi offerti dal mio gentile guidatore).
Mi trovavo nella macchina di questo signore che per 7 ore ha tenuto il volume della radio così alto che non riuscivo neanche a sentire i miei pensieri.

Dalla disperazione scendo per prendere un po’ d’aria.

Cerco di capire dove sia l’incidente e perché mai i cinesi non riescano a lasciare lo spazio per le ambulanze che devono passare, ed è lì che mi si avvicina un signore.
Questo chiede al suo accompagnatore più giovane di parlare con me in inglese (nessuno in Cina parla inglese). Tra una cosa e l’altra si rivelano due persone incredibilmente gentili che devono andare esattamente dove voglio andare io.

Mi offrono un passaggio ma quando prendo il mio zaino mi aspetta una sorpresa: la macchina che mi aspetta è una Bentley nuova di zecca in cui io cerco di entrare senza rovesciare le bucce di mandarino e i piselli al wasabi che mi portavo dietro.

I miei due salvatori si offrono di portarmi a cena e più passa il tempo più capisco che c’è qualcosa di strano in questo duo.

Quando chiedo la sorpresa è ancora più grande: il signore che sta mangiando noodles piccanti di fronte a me è uno degli imprenditori più ricchi della Cina e il ragazzo che ha tradotto per me non è un suo amico, ma il suo autista privato.

Probabilmente la botta di fortuna più grande della mia vita.

# I dolcetti delle nonne

Fare un viaggio itinerante è difficile, molto spesso stressante eppure ci sono dei momenti in cui tutta la fatica viene ripagata.

Come quando sei in viaggio e il guidatore ti chiede se può fermarsi dalla mamma e dalla nonna per mangiare qualcosa.

E tu sei lì, a goderti un po’ di sole dopo tante ore in macchina, quando ti portano fuori un vassoio pieno di dolci e piccole focaccine fatte in casa.

Non ti dicono niente, la lingua non glielo permette, eppure tu capisci tutto.

# I parchi per trovare moglie

Quando vai in un paese così lontano non sai mai cosa può aspettarti e io, qualcosa di un po’ scioccante, l’ho trovato.

In Cina, soprattutto nelle grandi città, c’è un’usanza molto strana: esistono dei parchi dove cercare moglie/mariti per i proprio figli o nipoti.

Avete letto bene, i diretti interessati non sono neanche presenti, fanno tutto i parenti: scrivono le caratteristiche fisiche e caratteriali su un cartello e aspettano che qualcuno si avvicini.

Quando l’altra nonna/mamma si mostra interessata è arrivato il momento di far vedere le foto, scambiare i contatti e il gioco è fatto, una sorta di Tinder combinato: ti sembra affascinante, è alto 1.70 e studia economia? La nonna della fortunata farà match.

# Ai confini col Tibet

Mi sono avvicinata molto ai confini col Tibet e lì è tutta un’altra storia.

Non ci sono turisti, quasi tutti gli hotel sonno chiusi, non c’è niente tranne i pochi abitanti e qualche animale.

Il mio viaggio è durato un mese, ho visto tante facce che ormai la mia mente ha dimenticato ma ce ne sono due, che non dimenticherò mai.

Un giorno stavo guardando un tempio da lontano quando dei signori seduti sui gradini mi hanno fatto cenno di avvicinarmi.
Alla base di questo piccolo tempio c’era una decina di signore e signori molto vecchi che pregavano, facendo una sorta di cantilena contando le perle del rosario.

Quando mi avvicino mi danno un vecchio sacco di riso su cui sedermi e solo questo gesto mi fa capire la differenza tra realtà e fantasia: questi signori di 90 anni, seduti sulle travi di legno del tempio, offrono a me, ventenne, un sacco per stare più comoda.

E poi arriva una bambina, la nipote del signore più vecchio.

Si siede in braccio al nonno perché è intimidita da me, è piccola e probabilmente non ha mai visto qualcuno con la pelle bianca.

Il vecchio signore dalla pelle scura per il sole tira fuori una pera dalla tasca, la taglia e ne dà un pezzo alla bambina e il secondo pezzo lo offre a me, come se fosse la cosa più normale del mondo.

In un secondo mi passano tutte le raccomandazioni fattemi prima di partire “non mangiare niente di non lavato, non bere acqua non filtrata, non mangiare cose crude” eppure, quel pezzo di pera, mi sembra la cosa più preziosa che io abbia mai ricevuto e quindi accetto.

Credo di essere rimasta seduta su quei sacchi di riso per diverse ore, senza dire una parola. Forse loro non si ricordano più della ragazza italiana seduta fuori dal tempio ma io non mi dimenticherò mai di loro.

# Storia di un mondo lontano

Cina: un mondo lontano, una cultura diversa, una lingua incomprensibile, e cibi mai visti prima.

Un paese meraviglioso i cui abitanti mi hanno sempre aiutato, spesso più di quello che avrei fatto io.

Realtà e fantasia. É facile farsi un’idea basandosi su quello che sentiamo alla televisione o sulle recensioni di amici.

La verità è questa: non sapremo mai la verità di un luogo fino a quando non saremo li, sul sedile posteriore di un auto, con dei piselli al wasabi in mano.

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ARIANNA BOTTINI

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Arianna Bottini
Classe 1998, mi sto laureando in Scienze psicosociali della comunicazione. Sono alla ricerca del mio posto nel mondo; nel frattempo viaggio, leggo, cucino e compro piante.