Come bellezza non c’è partita. Tra la metro di Milano e quella di Napoli. Mentre Milano ha da tempo rinunciato all’estetica, Napoli si pone tra le più belle del mondo. E non si ferma, anzi. E’ stato appena inaugurato l’ennesimo capolavoro della metropolitana partenopea. Scopriamo come fatta e rivediamo le altre stazioni dell’arte della città.
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Napoli più bella di Milano? Inaugurata la nuova spettacolare stazione della metro
# La struttura che si fa arte

Ha inaugurato la nuova stazione capolavoro di Napoli, che continua a riscrivere il concetto di mobilità urbana. Centro Direzionale sulla Linea L1 è differente dalle altre stazioni dell’arte cittadina. La bellezza è ovunque, integrata nella struttura, senza orpelli. Benedetta Tagliabue, architetta catalana nota per reinterpretare spazi pubblici in mezza Europa, ha disegnato un luogo che parla con le superfici, con le luci, con i vuoti.
# Una stazione come atto di ribellione urbanistica
C’era una volta Kenzo Tange, con il suo piano regolatore fatto di livelli rigidi: pedoni in basso, auto sotto, torri a dominare. Il Centro Direzionale doveva essere il business district perfetto. E invece, trent’anni dopo, è diventato un simbolo di architettura sradicata dalla vita. È qui che si inserisce il progetto di EMBT. La nuova stazione non solo accoglie i flussi, ma li sovverte: le curve organiche in legno, il disegno fluido dei percorsi, la luce che entra a onde, spezzano la geometria congelata del quartiere e introducono caos vitale.
Le pareti delle banchine sono rivestite da pannelli lucidi a fasce verticali in tonalità calde e intense (rosso, arancione, giallo e viola) che creano un effetto grafico vibrante e continuo lungo il binario. Su questo sfondo cromatico si stagliano sagome stilizzate in tinta unita, raffiguranti figure umane e simboliche in pose dinamiche, integrate nella composizione con un forte impatto visivo.
# Un collage di luce, legno e movimento

Il progetto è un collage vivo: elementi caldi, come il legno lamellare, si mescolano a superfici dure, spigolose, quasi brutali. Ma non c’è contrasto: c’è ritmo. I materiali dialogano attraverso il movimento: le superfici non sono mai statiche, ma scorrono, si incurvano, spingono lo sguardo verso aperture, spiragli, volumi.

I tagli di luce sono pensati per cambiare la percezione degli spazi nell’arco della giornata. Il risultato è una spazialità dinamica, narrativa, che trasforma anche l’attesa del treno in un momento di immersione sensoriale.
# Le altre stazioni dell’arte della prima circle line d’Italia
La stazione del Centro Direzionale è solo l’ultima perla. La Linea 1 della metropolitana di Napoli, presto la prima circle line d’Italia, è tutto un museo diffuso, gratuito, quotidiano. A ogni fermata, un colpo di scena: dalla surreale bellezza della stazione Toledo firmata da Oscar Tusquets Blanca, premiata come la più bella d’Europa, all’eleganza digitale della stazione Università, con il design pop-futurista di Karim Rashid. E poi c’è Museo, con pannelli rossi e installazioni che dialogano con il MANN, come un’estensione del museo archeologico; Municipio, monumentale e ipogea, che integra reperti archeologici portati alla luce durante gli scavi, creando un ponte tra l’antico porto romano e il presente. Infine Duomo, minimalista e solenne, in cui la grande croce luminosa firmata Massimiliano Fuksas sovrasta uno spazio quasi liturgico.
Continua la lettura con: La prima circle line italiana sarà a Napoli: il punto sui lavori
FABIO MARCOMIN
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