Efficiente, tecnologica e collega il centro con l’aeroporto di Linate in poco più di 10 minuti. L’ultima arrivata è però rimasta indietro in una cosa. Gli interscambi. Passiamoli in rassegna. – Foto copertina: Urbanfile
# Il più riuscito: San Babila M1

Il primo a essere stato aperto e anche quello più riuscito. A San Babila l’interscambio avviene a livello del mezzanino, anche se si è costretti a uscire dai tornelli (passando carta, tessera ATM o biglietto) e poi rientrare subito da quelli dell’altra linea. La scelta dei doppi tornelli è stata fatta per consentire a Metro4 Spa di conteggiare gli accessi alla linea e di conseguenza il ritorno sull’investimento. Almeno si rimane sotto la superficie. Cosa che non accade in altri passaggi.

# La via di mezzo: Sant’Ambrogio M2

Passiamo alla connessione con la linea M2 a Sant’Ambrogio. In questo caso niente collegamento sotterraneo: si deve uscire all’aperto nella pusterla sotto il livello stradale e passare due volte dai tornelli. All’esterno c’è una copertura che rende il passaggio abbastanza protetto, ma in caso di maltempo come vento e forte pioggia risulta insufficiente.
Il cantiere per la stazione M4 è ancora in corso. Mancano le rifiniture della pusterla, dove è presente un’ampia scalinata che collega direttamente la strada alla stazione, la realizzazione dell’ascensore esterno e il rifacimento dei marciapiedi.
# Il disastro: Sforza Policlinico M4-Missori M3

Veniamo al famigerato “interscambio fantasma” con la linea M3. Nell’ambito della rivisitazione del progetto iniziale della linea M4, che non prevedeva nemmeno una connessione con la linea M1, erano state studiate le possibili soluzioni per il passaggio dalla nuova infrastruttura alla M3.
Si era valutato un unico tunnel, tra Missori M3 e Sforza-Policlinico M4, scartato quasi subito perché troppo oneroso. Così come è stata bocciata anche una versione più breve fino all’inizio di via Pantano, provenendo dalla Statale. Un’altra ipotesi presa in considerazione era stata di un collegamento sotterraneo utilizzando i corridoi sotto il Policlinico o, in alternativa, un tunnel nelle aree dell’istituto ospedaliero prima della cantierizzazione del rinnovato polo.

Accantonate tutte queste ipotesi sembrava si potessero realizzare almeno due tapis roulant in superficie, da Sforza-Policlinico M4 a Missori M3, per velocizzare il cambio tra le due stazioni, pur nel disagio di uscire in strada.
Anche questa soluzione ha avuto vita breve e alla fine si è optato per la creazione di un tunnel di circa 50-60 dal mezzanino di Missori M3 all’incrocio tra via Larga, via Albricci e via Pantano, con un ulteriore accesso alla linea gialla in fase di realizzazione.
Il resto del tragitto su via Pantano si percorre a piedi, in un’area attualmente in fase di pedonalizzazione, con tutte le difficoltà legate a caldo o maltempo. Non è comunque la soluzione più rapida, nemmeno in superficie: a seconda della direttrice, conviene spesso cambiare con la M3 a Crocetta.
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FABIO MARCOMIN
E’ proprio una Amministrazione che non vede al di là del naso, altro che storie. Costruire una metro che non ha interscambi diretti con le altre è tipico di ipovedenti. Si doveva controllare il ritorno dei finanziamenti? bastava contare tutte le uscite sulla metro 4, ed ecco il numero degli utenti. Chi è uscito, è anche entrato da qualche parte. No, bisognva far fare ai passeggeri ulteriori esercizi fisici, per tenerli magri. Come all’uscita della metro 3 su piazza Missori: scale mobili a rilento e passeggeri costretti a fare quattro, se non cinque piani a piedi. Grazie, ATM.