La Milano di Aldo Serena: Bruce Springsteen e i «party aperti di Nicola Berti»

Estratti dell'intervista alla Gazzetta dello Sport

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Nel corso di un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport il 20 agosto 2025, Aldo Serena ha raccontato con nostalgia alcuni momenti della sua vita milanese, legati alla sua carriera e alla vita privata. Vediamo i passaggi più significativi riguardanti il suo rapporto con Milano. 

Ph. @eden_neroazzurro IG

# Il debutto a San Siro e la prima esultanza sotto la Nord

Cresciuto in provincia di Treviso, nella Montebelluna degli anni Sessanta: scuola… e lavoro.

«Dall’età di 8 anni passavo i pomeriggi ad aiutare papà nell’azienda di mio zio. Facevamo scarpe per la montagna, da roccia e da sentieri. Erano altri tempi, ci stava che i bambini aiutassero i grandi. L’esperienza mi ha temprato. Quando ho debuttato in A nell’Inter, sotto la curva Nord di San Siro vidi che c’erano tutti gli operai della fabbrica e la cosa mi diede tanta carica in più. Quando segnai, corsi verso il loro settore per esultare con loro».

# Il provino a Milanello e il poster di Gianni Rivera

Dagli archivi viene fuori che in camera aveva il poster di Gianni Rivera, fuoriclasse del Milan. Lei non era interista? 

«Super interista, però, a 12-13 anni, mi portarono con altri ragazzi a un provino a Milanello e ci regalarono un poster con l’autografo di Rivera, che quel giorno non c’era, perché in Nazionale. Il provino andò male. Non presero nessuno, io ero piccolino, all’epoca alto un metro e 56. Mi rimase il poster come consolazione».

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# Il concerto di Springsteen a San Siro 

Dall’Inter alla Juve, nell’estate del 1985. Una trattativa lunga, segnata da un evento musicale, giusto? 

«Ero al Torino in prestito dall’Inter e sembrava che dovessi restare in granata. La Juve però mi voleva e all’Inter interessava Tardelli. Mi chiama Ernesto Pellegrini, il presidente dell’Inter: ‘Serena, le devo parlare, venga da me la sera del 21 giugno’. E io: ‘Presidente, la sera del 21 non posso, facciamo un altro giorno, la prego’. E lui: ‘No, ho l’agenda piena, ho un buco soltanto lì. Perché non può?’. Ancora io: ‘Perché ho i biglietti per il concerto di Bruce Springsteen a San Siro’. Pellegrini non sa neppure chi sia e mi dice di andare lo stesso a casa sua, verso mezzanotte, tanto lui abita vicino allo stadio. Così esco prima da San Siro, mi perdo i bis del Boss, al suo primo concerto in Italia, e mi dirigo a casa Pellegrini. Parcheggiata la macchina, mentre mi cambio i vestiti perché sono sudato, da un cespuglio spuntano due giornalisti, Franco Ordine e Fabio Monti. Salgo e Pellegrini mi annuncia la cessione alla Juve in cambio di Tardelli. Scendo e vengo torchiato dai due cronisti».

La sua canzone preferita del repertorio di Springsteen?

«Born to run, nato per correre. A giugno ho chiuso un cerchio, sono andato al concerto del Boss a San Siro, quarant’anni dopo. Springsteen, 75enne, ci ha dato una lezione, ha fatto uno show di tre ore senza interruzioni».

Ph. @micielisoccer IG

# Le feste di matrimonio a Milanello

Lei ha giocato nell’Inter, nella Juve e nel Milan. Ha visto e vissuto il Milan scalcagnato di Giussy Farina e il Milan dorato di Silvio Berlusconi. 

«Al Milan arrivai nel 1982 assieme a Canuti e Pasinato, in cambio di Collovati. La squadra era retrocessa per la seconda volta in B, ma la gente mostrava lo stesso un affetto incredibile. L’allenatore, Ilario Castagner, ci diede un gioco spettacolare e tornammo in A, ma i problemi c’erano. Prima giornata, a San Siro contro la Sambenedettese (partita finita peraltro sul 2-2, gol rossoneri di Serena e Verza, ndr). Il sabato ci presentiamo a Milanello per il ritiro e notiamo un trambusto di camion e furgoni. Il mister chiede spiegazioni e gli rispondono che stanno montando le strutture per una festa di matrimonio il giorno dopo. Farina, per fare soldi, affittava Milanello per eventi di ogni genere. Da lì in poi andammo in ritiro a Milano, in un hotel di largo Augusto, in centro. A fine stagione, Farina mi rimandò all’Inter e prese Luther Blissett, il centravanti inglese che a Castagner non piaceva perché attaccava solo la profondità in velocità, con tecnica incerta, e non faceva salire la squadra».

# I party aperti sulla terrazza di Nicola Berti 

All’Inter, nella Milano da bere degli anni Ottanta: ci racconti delle mitiche feste a casa di Nicola Berti. 

«Ero serio e controllato, nella mia vita privata, finché non ho incontrato Nicola, che mi ha insegnato la sana leggerezza. Il calciatore è sottoposto a pressioni enormi e ha bisogno di scaricarle per essere libero di mente in partita. Nella sua casa di piazza Liberty, nel cuore di Milano, Nicola aveva una terrazza con affaccio su corso Vittorio Emanuele e organizzava party aperti, nel senso che le porte erano spalancate e poteva entrare chiunque. Non c’erano soltanto ragazze bellissime. Una sera, in un angolo, trovai seduto lo scrittore Andrea De Carlo,  l’autore di Treno di panna, libro che avevo letto. Stava a braccia conserte e osservava la scena».

# Scheda biografica: Aldo Serena

  • Nato a Montebelluna (TV), il 25 giugno 1960
  • Ruolo: Attaccante
  • Carriera: Ha vestito le maglie di Inter, Milan, Juventus, Torino e Como, vincendo 4 scudetti. È uno dei pochi ad aver giocato nei tre grandi club del Nord.
  • Nazionale: 24 presenze e 5 gol con l’Italia, parte del gruppo dei mondiali di Italia ’90.
  • Dopo il ritiro: commentatore sportivo per la televisione.
 
Serena, Berti, Brehme – ph. @andibrehme IG

L’intervista completa, la trovi qui: Intervista completa su Gazzetta.it

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