L’Italia fino all’Ottocento era il luogo dell’alta formazione del mondo. Qui sono nate le università, qui arrivavano i rampolli delle famiglie più potenti del Continente. Poi è cominciato il declino, diventato devastante dalla fine degli anni Sessanta in poi. Ora l’Italia si è accodata alla formazione di stampo anglosassone. Il problema è che in questa coda ci si ritrova agli ultimi posti. Anche perché l’impostazione mercantilista non fa parte del nostro Dna. Rilanciamo la proposta del prof. Galimberti: la scuola dev’essere il luogo dove si “forma l’uomo“, mentre le competenze specifiche per contribuire nel mondo del lavoro – e non spendersi -, si acquisiscono all’università. Sulla base di questo principio bisogna tornare a pensare in grande: proporre un modello alternativo a quello dominante in Occidente…
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La scuola italiana? L’alternativa internazionale alla formazione anglosassone
Di Raffaele Pergolizzi