Terremoto giudiziario: tutte le opere che rischiano il blocco a Milano

Dal primo esposto alla valanga di inchieste giudiziarie: l’espansione edilizia di Milano rischia uno stop brutale

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L’impatto più probabile del terremoto giudiziario che sta scuotendo Milano? Quello sui progetti attuali e futuri. Soprattutto quelli più grandi che vedono coinvolti alcuni dei protagonisti delle cronache. Non solo: il terrore si sta propagando anche tra chi sembra più al sicuro. Vediamo tra i progetti in corso e da sviluppare quelli che potrebbero ricevere bruschi contraccolpi. 

# Un palazzo di tre piani diventato una torre: da Hidden Garden all’effetto domino

immobiliare.it – Hidden Garden

In realtà, la prima scossa del terremoto è di tempo fa. Più precisamente risale a tre anni fa. L’inchiesta sull’urbanistica milanese è iniziata nel 2022 con un esposto sul progetto “Hidden Garden” in piazza Aspromonte, costruito tra alcuni palazzi residenziali. Al centro della contestazione la natura giuridica dell’area: per i costruttori uno “spazio residuale”, per i residenti e la Procura un “cortile” soggetto a vincoli. La Commissione Paesaggio aveva espresso parere favorevole ritenendo legittimo l’intervento. L’edificio di tre piani precedentemente esistente è stato sostituito da uno di sette piani, alto 27 metri. I residenti hanno denunciato volumetrie fuori scala, carenza di distanze legali e assenza di servizi previsti. La Procura ha aperto un’indagine per abuso edilizio e falso ideologico, iscrivendo dodici persone nel registro degli indagati. Nonostante le richieste di sequestro, la Cassazione ha confermato la regolarità formale del cantiere. Il palazzo è stato terminato e venduto. Il caso ha segnato l’inizio dell’indagine che oggi coinvolge molteplici operazioni immobiliari in città.

# I “piccoli” progetti già bloccati o a rischio

Scalo House

L’indagine coinvolge anche una serie di progetti di nuova edilizia in fase di autorizzazione o avvio, distribuiti in varie zone della città. A collegare molti di essi sono incarichi professionali, parcelle rilevate nei confronti di soggetti pubblici incaricati della valutazione paesaggistica e pratiche non sempre cristalline. Vediamone alcuni:

  • Giardino Segreto – via Lepontina (EuroMilano): progetto residenziale sequestrato nel 2024, cantiere bloccato
  • Scalo House – via Valtellina / Lepontina (EuroMilano): operazione di edilizia abitativa prevista su area industriale dismessa, sotto sequestro
  • Residenze LAC – via Cancano (Quarto Cagnino): sviluppo di edilizia libera e convenzionata, sotto sequestro
  • Salomone 77 / Grazioli 59: operazioni residenziali promosse da Bluestone, in zona Forlanini e Bovisa. Riferite all’architetto Scandurra, con parcelle sotto indagine
  • Gardella 2 / Palizzi 89 / Pisani 16-20 / Livraghi 19: vari livelli di progettazione, coinvolgimento tramite parcelle a Marinoni
  • Torre Futura: grattacielo direzionale previsto lungo l’asse Melchiorre Gioia. Iter fermo da anni, progetto attribuito a Castello SGR.

# Le grandi trasformazioni che rischiano lo stallo

Masterplan Santa Giulia

Tra i progetti più rilevanti direttamente sotto inchiesta, oppure collegati in quanto riferibili a soggetti citati dagli inquirenti, emerge un quadro complesso. Il contesto giudiziario e amministrativo potrebbe rallentare i processi autorizzativi, con impatti su tempi e sostenibilità politica.

  • Scalo Romana: il villaggio olimpico è stato consegnato a Coima, che guida la fase residenziale post-2026 compresa la conversione in studentato del villaggio
  • Scalo Farini: il primo lotto a procedere è proprio quello di Coima, detto “Valtellina-Farini”. L’ultima versione del masterplan ha suscitato polemiche perché il previsto parco lineare verrebbe sostituito da un viale alberato
  • Santa Giulia Nord: infrastrutture già completate, sviluppi futuri affidati a Lendlease, citato nel decreto di perquisizione della procura
  • Mind (ex Expo): area affidata anche in questo caso a Lendlease per il suo sviluppo
  • MilanoSesto: ora nelle mani di Coima e Redo, comprende residenze, verde e polo sanitario
  • Aria (ex Macello): social housing e campus IED promossi da Redo Sgr, in fase attuativa.
  • Scalo Rogoredo e Scalo Greco Breda: entrambi con la presenza di Redo Sgr, nel primo caso sono previsti housing sociale e spazi pubblici, nel secondo il progetto “L’innesto”,  primo distretto di affordable housing a zero emissioni di carbonio
  • Ex Trotto – EXTM (San Siro): progetto misto con consulenze di J+S, che ha collaborato anche alla stesura del DOCFAP per il futuro stadio di Inter e Milan
  • La Goccia (Bovisa): masterplan in mano a soggetti collegati all’indagine, con coinvolgimento economico di Marinoni
  • Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050: progetto strategico sostenuto da Marinoni e Tancredi, interessa nove aree periferiche: Cascina Gobba, San Donato, Baggio, Fiorenza, Famagosta, Linate, Opera, Assago, Figino
  • Loreto Open Community (LOC): promosso da Nhood, il progetto di trasformazione di piazzale Loreto in agorà verde è attualmente sospeso dal Comune, prima fermo a causa della paralisi degli uffici dell’urbanistica per il filone iniziale delle inchieste giudiziarie. La decisione è legata a nuovi criteri ambientali e costi crescenti. Inoltre, secondo la Procura, nel 2024 Marinoni e Pella avrebbero avviato contatti con Carlo Masseroli, ex assessore e oggi manager di Nhood, che non risulta indagato.

Leggi anche: Troppi costi, poco verde: il progetto di una nuova Loreto è a rischio

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FABIO MARCOMIN 


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

1 COMMENTO

  1. Negli anni sessanta, l’urbanesimo e l’immigrazione prevalentemente ma non esclusivamente dal meridione causarono una fame improvvisa di case che gli amministratori comunali di allora affrontarono inventando il cosiddetto “rito ambrosiano” ovvero le concessioni edilizie “in precario” su terreni che il piano regolatore del 1953 definiva inedificabili.
    Dalle mie parti, ovvero alla Barona, su appezzamenti agricoli prevalentemente dell’Ospedale maggiore fu costruito un intero quartiere (zona delle attuali via Bari e viale Faenza) che naturalmente non solo è ancora lì ma è stato contornato da altri complessi come i due quartieri sant’Ambrogio e molto più perché con i piani regolatori successivi il concetto di precario svanì. Allora ero troppo giovane per seguire la cronaca da vicino ma per quanto ricordo non furono episodi bensì un sistema. Oltretutto con la falda freatica a 6 metri dovettero palificare alla grande e rammento intere giornate allietate dal suono del conficcamento dei pali nel terreno!
    Fecero i soldi in tanti sottraendo alla città molti campi fertilissimi e non ho ricordo di inchieste giudiziarie per quelle “disinvolture”.
    E non era un inedito perché ad esempio Giulio Belinzaghi, sindaco di fine ottocento, voleva demolire il Castello per far costruire al suo posto un quartiere da una sua società.
    E’ difficile seguire quel che è successo negli anni recenti e che sta ancora succedendo anzitutto per via, a mio parere, delle cronache confuse parziali e orientate di giornali e radio tv. Grandi polveroni mediatici con sensazionalismi e polemiche e fondamentalmente senza informazione oggettiva.
    Ho capito di più dalla vostra nota che sto commentando, asciutta, con pochi aggettivi e molte notizie, che da cento articoli e servizi radiotelevisivi che non sono altro che spot pubblicitari per questa o quella parte politica.

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