L’annuncio di Giorgia Meloni: la capitale ottiene i “superpoteri”. Ossia poteri legislativi e finanziari propri, oltre al riconoscimento con una legge costituzionale, come “ente costitutivo della Repubblica”. Nell’esposizione il primo ministro utilizza gli stessi concetti e parole inserite nel progetto di Milano Città Stato, già da tempo presentato ai parlamentari. Per una volta sono i politici romani quelli del fare, mentre quelli di Milano si lasciano sfilare un progetto su misura della capitale morale. Che sia venuto il tempo che la politica milanese rivendichi i super-poteri anche per Milano?
# L’annuncio del Governo: super-poteri per Roma Capitale
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E’ stata Giorgia Meloni ad annunciarlo con un video diffuso il 30 luglio 2025. Con una modifica all’articolo 114 della Costituzione, Roma viene riconosciuta come “ente costitutivo della Repubblica”, alla pari di Regioni, Province e Comuni. Il nuovo status è autonomo, distinto da ogni altro ente territoriale italiano. Roma Capitale potrà adottare un proprio statuto e disporre di un ordinamento separato, svincolandosi dalla Regione Lazio per le materie delegate. Si configura così un ente a sé stante, con prerogative analoghe a quelle richieste per Milano città stato. La riforma, già approvata in Consiglio dei ministri, introduce un cambio strutturale nella governance della capitale. Roma potrà disporre di un’Assemblea con potere legislativo locale. Il Parlamento definirà i limiti delle competenze con legge costituzionale. L’articolo 2 del disegno di legge richiama inoltre altri articoli della Costituzione, relativi all’autonomia finanziaria, al potere sostitutivo del Governo e alla facoltà di impugnare leggi regionali in contrasto con le nuove prerogative dell’ente.
# Poteri legislativi e fiscali su settori chiave

I settori su cui la Capitale potrà legiferare sono mobilità, trasporti locali, urbanistica, commercio, turismo, valorizzazione del patrimonio culturale, edilizia residenziale pubblica ed altri strategici. L’Assemblea Capitolina diventa un organo legislativo autonomo per queste materie, pur mantenendo la sanità in capo alla Regione Lazio. Particolarmente rilevante il trasferimento della piena competenza sul trasporto pubblico locale: il Comune potrà decidere in autonomia e gestire direttamente tutte le risorse, oggi di competenza regionale. Una svolta strutturale, soprattutto considerando che in altre grandi città, come Milano, il tema dei fondi per i trasporti resta critico. L’ente disporrà inoltre di autonomia finanziaria: potrà gestire direttamente entrate e uscite, compresi fondi attualmente attribuiti alla Regione. La differenza rispetto al passato è netta: le decisioni strategiche non richiederanno più condivisione con enti regionali. Si tratta del primo caso in Italia di un Comune con potestà legislativa piena su funzioni non residuali.
Il nuovo assetto prevede una ridefinizione anche per i Municipi, con una futura legge ordinaria. Il disegno di legge dovrà ora affrontare quattro passaggi parlamentari, come previsto per le riforme costituzionali. L’obiettivo è completare l’iter entro la fine della legislatura.
In sintesi, Roma accelera sul progetto di riforma delineato da Milano Città Stato molti anni prima. Un progetto che ha avuto l’appoggio della politica locale. Ma solo a parole. Ripercorriamo i passi salienti.
# Sala, Moratti e il Consiglio Comunale: “Sì a Milano Città Stato”. Ma da allora tutto fermo

2015 – Nasce l’idea di una Milano autonoma
Tutto parte da un’iniziativa di Associazione Vivaio, nata qualche anno prima con l’obiettivo di far diventare Milano internazionale unendo persone di ambiti diversi. In un primo incontro politico, tenutosi nel 2015, finalizzato a trovare cosa potesse essere utile a livello politico per la città, è emersa una parola: autonomia. Un elemento che accomuna tutte le grandi città internazionali e che anche Milano dovrebbe avere per fare il salto di qualità. E la politica sembra assecondare questa volontà. Con queste mosse:
- 11 aprile 2016. Il primo candidato sindaco ad appoggiare Milano Città Stato è Corrado Passera che dichiara: “Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni“
- 24 maggio 2016. Letizia Moratti: “Per Milano uno status da Città Stato“.
- 16 giugno 2016. “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente“. Anche Beppe Sala manda una lettera aperta a www.milanocittastato.it in cui dichiara il suo impegno per Milano Città Stato se fosse diventato sindaco:
- 2017 – Primo passo del Consiglio Comunale per Milano Città Stato.
Il 13 marzo 2017 consiglio comunale ha messo ai voti un ordine del giorno in cui “invita il sindaco e la giunta ad individuare ed attuare in ogni sede iniziative politiche e amministrative tendenti ad ottenere maggiore autonomia finanziaria e normativa a tutela degli interessi dei milanesi“. La proposta fatta dal consigliere Alessandro Morelli viene approvata quasi all’unanimità, con 36 voti a favore e un solo astenuto.
- 2021 – Sondaggio Ipsos: 2 MILANESI su 3 vogliono per MILANO poteri da REGIONE o PROVINCIA AUTONOMA
Alla domanda: “Sarebbe opportuno che alla città di Milano venissero attribuiti poteri o competenze speciali come se Milano fosse una regione o una provincia autonoma?”, il 63% dei milanesi risponde SI, il 28% risponde NO, il 9% non sa o non risponde.
Tutti d’accordo dunque? Sì. Ma sulle questioni politiche i ruoli tra Milano e Roma spesso si capovolgono. Milano parla e discute. Roma agisce.
# La politica milanese ferma al palo da 10 anni
Il modello approvato per Roma riprende le richieste storiche avanzate per Milano città stato. Ma mentre Roma acquisisce riconoscimento costituzionale, Milano resta con poteri come quelli di qualunque altro comune italiano, anche se capitale economica e produttiva del Paese. Il divario si amplia su temi centrali: mobilità, finanza pubblica, gestione urbana. A Roma viene riconosciuto un ruolo speciale per garantire efficienza e autonomia decisionale, a Milano ancora no. I politici locali milanesi non hanno promosso alcuna iniziativa simile, nonostante le proposte in tal senso. Ora che Roma ha ottenuto ciò che Milano chiede da anni, il silenzio della classe dirigente milanese non è più giustificabile.
Continua la lettura con: L’autonomia differenziata della circolazione: al Nord non puoi circolare, al centro-sud sì. Perché?
FABIO MARCOMIN
Tutta colpa di quella m….a di Salvini, che invece di pensare al suo territorio butta soldi in ponti inutili e vota leggi come questa da far accaponare la pelle, pensando da dove era partito…
Prima di diventare cirttà stato, Milano ha bisogno di allagare i confini alla provincia, e poi di rifare una nuova provincia. Condizioni queste dure a verificartsi. Quindi resterà un sogno, anche se sarebbe una necessità. Se poi consideriamo la presente Amministrazione, addio sogni di gloria. Cosa possono fare i politici della Lombardia, contro l’abulia di queste ultime Amministraziooni, dedite solo al cementificare, ma non al governare?
Parigi è il migliore esempio di come un territorio dove i comuni, tutti, sono sempre rimasti attivi e al loro posto, ma dove intanto tutto il territorio è cresciuto è si urbanizzato ed armonizzato in una vera città uniforme, e poi sono state creati quegli enti, gli Arrondissement (distretti) che fanno funzionare tutto come fosse una città unica. Di 14 milioni di abitanti, dove solo 2,3 sono nel comune di Parigi. Quindi non è a mio giudizio una questione di confini e di comuni che devono sparire; ma di una amministrazione da creare ( e non può essere la attuale Città Metropolitana perché l’area metropolitana sconfina in varie provincie), ma soprattutto di un substrato culturale, di una consapevolezza della popolazione, di un senso di appartenenza al territorio che NON ESISTE nei confronti della ipotetica città-stato, ma solo per il proprio comune. Ed è duro a morire.
Ho già fatto notare in passato come dalla Provincia, proprio per questi motivi, si siano staccati prima Lodi e poi la Brianza, 1 milione di persone; e c’è stato pure il tentativo di creare l’Olonia staccando da Milano i centri sull’asse del Sempione da Pero fino a Legnano.
Di cosa stiamo parlando?
E sto anche cercando da tempo di far passare un messaggio: invece di tirare righe colorate su una cartina ( con criteri discutibili) per ipotetiche linee di metropolitana, che tanto deciderà qualcun altro di fare se, dove e come, perché non si prova ad intercettare il sentimento della popolazione in tutta l’area che formerebbe la ipotetica Città Stato e chiedere cosa ne penserebbe, magari proponendo il modello ritenuto più opportuno (non sono qui a dire quale), chiedendo se ritiene che una Città Stato migliorerebbe o stravolgerebbe lo stato di cose? Chiedere cosa vorrebbero che si istituisse per migliorarle?
Paragonare Parigi con la situazione italiana non ha senso perchè la capitale francese lo è sia dal lato economico che da quello politico.
La vistosa anomalia italiana è che la capitale politica lo è solo per discutibili romanticherie ottocentesche mentre quella economica vede un drenaggio e depauperamento di risorse pluridecennale che non ha eguali in altri in nessun’altro paese. Risorse che se anche in parte minima rimanessero sul territorio dove vengono generate e raccolte permetterebbeo un offerta di strutture e servizi alla cittadinanza ai livelli delle più avanzate realtà del nord europa.
E qui si, con questa ultima previsione di Roma Capitale autonoma con rango di legge costituzionale si arriva addiruttura alla beffa..
se legge bene, Parigi è presa ad esempio di una vera città stato, dalla quale, qualsiasi città italiana ha una distanza abissale, cosa che si legge altrettanto bene. Non c’è nessun modo di costruire un minimo di paragone.