Scatta in Italia un divieto unico al mondo, concordato dalle Regioni con il governo.
Italia sempre più il Paese dei divieti: unico al mondo a vietare la circolazione ai Diesel Euro 5
# Nel prossimo autunno stop alla circolazione anche per i possessori di diesel Euro 5

Dal 1° ottobre 2025 nel Bacino Padano scatta il blocco permanente alla circolazione dei diesel Euro 5. Una misura senza precedenti al mondo, che coinvolge Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Il divieto è frutto di un decreto del Ministero dell’Ambiente approvato due anni fa, già prorogato una volta, e che segue, tra le altre, il decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69 inerente “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”. L’unico spiraglio è rappresentato dal sistema Move-In, la scatola nera che permette una deroga chilometrica annua. Nel Piemonte il divieto colpisce chi circola nei comuni con oltre 30mila abitanti, in Lombardia 206 Comuni di Fascia 1 e 5 Comuni di Fascia 2 con oltre 30.000 abitanti.
# Milano ha già detto stop

A Milano il blocco dei diesel Euro 5 è già realtà. La misura riguarda le auto immatricolate tra il 2009 e il 2014. Da ottobre 2022, questi veicoli non possono più accedere all’interno dell’Area B, la ZTL più estesa d’Italia che copre circa il 70% del territorio comunale e operativa nei giorni feriali dalle 7:30 alle 19:30. Per ora sono ancora previste alcune deroghe: tra queste, i 25 ingressi liberi all’anno per i residenti e la possibilità di aderire al sistema Move-In.
# Misura utile contro l’inquinamento o ennesimo “aiutino” per le aziende automobilistiche?

La crescente imposizione di divieti sui veicoli diesel Euro 5 sembra rispondere a un’urgenza ambientale, ma dietro sembra esserci un classico aiuto normativo per le aziende, che porta a un’obsolescenza forzata dei veicoli acquistati per incentivare l’adozione di auto nuove. Anche se resta il dubbio se sia una norma, come spesso succede, più orientata alle lobby dei produttori che a reali interessi ambientali, la realtà indiscutibile è che colpisce gli strati più poveri della popolazione. Perché la maggior parte dei possessori delle auto colpite da questi provvedimenti non ha le risorse per sostituire l’auto attuale con una di ultima generazione, nonostante gli incentivi. Poi, per quanto riguarda le automobili elettriche l’infrastruttura di ricarica è ancora carente e la produzione di batterie elettriche solleva seri interrogativi in merito all’impatto ambientale.
Inoltre, se il diesel Euro 5 supera la revisione periodica, su quale fondamento ambientale poggia il divieto di circolazione? E, soprattutto, come si può far pagare assicurazione e bollo pieni a una vettura che ha forti limiti alla circolazione?
Infine, la politica italiana ancora una volta sembra scaricare sui cittadini ogni costo e problema rinunciando ad assumersi la propria parte di responsabilità, quali realizzare un’adeguata rete di supporto, come un trasporto pubblico efficiente e incentivi più accessibili.
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MILANO CITTA’ STATO