Milano, 21 agosto 2025. Un fatto storico per Milano. Questa mattina è stato eseguito lo sfratto del centro sociale Leoncavallo, noto come “Leonka“. L’azione è stata realizzata dalla polizia insieme all’ufficiale giudiziario e ai rappresentanti della proprietà, l’Immobiliare Orologio della famiglia Cabassi.

# Sgombero senza resistenza
L’ex cartiera situata in via Watteau era occupata dal 1994: era diventata uno dei luoghi simbolo della cultura alternativa milanese e aveva resistito allo sfratto per oltre trent’anni, con più di 130 rinvii di procedimento. Le operazioni sono iniziate la mattina presto, poco prima delle 9, anche se l’ordine originario era stato notificato per il 9 settembre: tuttavia si è deciso di anticiparlo. Al momento dello sgombero, all’interno dello stabile non è stata trovata alcuna persona, e non sono stati segnalati disordini o resistenze.
# Salvini: “La legge è uguale per tutti: afuera!”
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ha espresso soddisfazione. Così ha commentato la notizia su X: “Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”

# Qualche curiosità e cenni storici sul Leoncavallo
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Il Leoncavallo è nato nel 1975 in via Leoncavallo come centro sociale autogestito, diventando presto un punto di riferimento per la cultura alternativa e i movimenti sociali della città. Trasformato da “centro occupato” a “Spazio pubblico autogestito”, si è spostato nel 1994 nella storica sede di via Watteau.
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Nei suoi anni d’oro, il centro ha ospitato radio libere, stamperie di controinformazione, scuole popolari, teatri, attività femministe ed è stato nucleo di resistenza urbana e politica.
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Nel 1989 un tentativo di sgombero era sfociato in uno scontro violento tra occupanti e forze dell’ordine
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Il Leoncavallo ha promosso festival, concerti, eventi artistici d’importanza nazionale. Una curiosità? Come ammesso dallo stesso ministro, ha contato tra i suoi frequentatori anche Matteo Salvini negli anni ’90.
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Dopo il tragico omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci (Fausto e Iaio), due giovani frequentatori del centro, le loro madri, diventate note come “Mamme del Leoncavallo”, si sono affermate come parte attiva negli anni a venire nella vita sociale e politica del centro.
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Il Leoncavallo è ricordato per eventi come “La Terra Trema” (una fiera enogastronomica autogestita) e festival musicali come “Freego!” e “Sound Ciak!”. Negli anni 2000 è stato riconosciuto come “luogo culturale importante”: i suoi murali sono stati definiti “Cappella Sistina della contemporaneità” da Vittorio Sgarbi.
Continua la lettura con: Spazio Leonardo, Vivaio Riva, Leoncavallo: la loro triste sorte
MILANO CITTA’ STATO
Già, chiediamoci come mai è riuscito lo sgombero del Leoncavallo. Primo perché lo Stato ha dovuto pagare qualche milione alla proprietà per i mancati sgomberi precedenti, e si è un po’ incazzato. Secondo perché Sala ha promesso un altro posto. Solo al raggiungimento di un accordo tra Leoncavallo e Comune sul nuovo sito, si è arrivati allo sgombero. Infatti i precedenti tentativi non hanno avuto successo perchè mancava il nuovo sito da “occupare”, Il Leoncavallo rimarrà ancora nella illegalità delle sue azioni, anche se con un tetto sulla testa. Cui prodest? Al Leonvallo in primis e i Cabassi in secundis. Cornuti e mazziati i cittadini milanesi, che ne subiscono tutte le spese, presenti e future. Teniamone conto, per favore, altro che incensare il Leoncavallo e le sue “mamme”, come si evince dall’articolo