Sentenza storica: lo Stato deve pagare la retta nelle RSA ai malati di Alzheimer e di demenza senile

Il principio dell’inscindibilità tra cure e assistenza diventa vincolante per le RSA. Cosa dice la sentenza della Corte d'Appello di Milano

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La Corte d’Appello di Milano ha ribadito un principio fondamentale legato alla tutela della salute: il costo delle rette RSA per malati di Alzheimer e demenza senile non può ricadere sulle famiglie. 

# I riferimenti normativi che regolano le rette

gruppogheron IG – Rsa Milano

Una sentenza che potrebbe alleviare la vita a malati e alle loro famiglie. Ma facciamo un passo alla volta.

Il sistema legislativo stabilisce che le prestazioni sociosanitarie collegate a patologie gravi siano a carico del Servizio Sanitario Nazionale. L’articolo 32 della Costituzione sancisce la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. L’articolo 30 della legge n. 730/1983 pone a carico del Fondo sanitario nazionale gli oneri delle attività sanitarie connesse all’assistenza. I DPCM del 14 febbraio e 29 novembre 2001 distinguono tra prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, prestazioni sociali a rilevanza sanitaria e prestazioni sociosanitarie a elevata integrazione sanitaria. Proprio in quest’ultima categoria rientrano i ricoveri per Alzheimer e demenza senile. Il DPCM del 12 gennaio 2017, che ha aggiornato i LEA, non ha chiarito la questione delle rette RSA, alimentando conflitti interpretativi e ricorsi giudiziari in tutto il Paese.

# La giurisprudenza consolidata negli ultimi anni: ulteriore conferma da Corte d’Appello di Milano

Credits bolmarco IG – Tribunale di Milano

La Cassazione, a partire dalla sentenza n. 4558 del 2012, ha riconosciuto la natura sanitaria dell’assistenza ai malati di Alzheimer. Pronunce successive hanno confermato che le prestazioni assistenziali inscindibili da quelle sanitarie non possono essere a carico delle famiglie. Tra le decisioni più recenti figurano la Cassazione n. 33394/2024 e n. 26943/2024, il Tribunale di Grosseto n. 152/2025 e la Corte d’Appello di Milano n. 1644/2025. Quest’ultima ha ribaltato una sentenza di primo grado che obbligava un figlio a pagare oltre 26.000 euro per il ricovero della madre. I giudici hanno dichiarato nullo l’impegno contrattuale firmato con la RSA, stabilendo che tutte le spese dovevano essere sostenute dal SSN. L’orientamento è ormai chiaro e definito: le famiglie non devono farsi carico delle rette quando vi è prevalenza sanitaria.

# Le implicazioni economiche e il rischio della riforma

geralt – pixabay

In Italia oltre un milione di persone soffrono di patologie neurodegenerative e circa 600.000 sono malati di Alzheimer. Le rette RSA superano in media i 2.000 euro mensili, per un peso complessivo stimato in più di 10 miliardi di euro annui. Nonostante i principi sanciti dalle sentenze, molte ASL continuano a richiedere il pagamento alle famiglie, qualificando i ricoveri come prestazioni sociali o parzialmente sanitarie. La giurisprudenza ha chiarito che tali interpretazioni non sono valide. Chi ha già pagato può chiedere il rimborso delle somme versate negli ultimi anni. Tuttavia, il Parlamento sta discutendo una riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti che potrebbe limitare la copertura gratuita. Agire ora in giudizio consente di far valere un diritto riconosciuto prima di un possibile cambiamento normativo.

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FABIO MARCOMIN


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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