Un luogo che attende da tempo una rinascita e che, pur avendo un progetto dettagliato, resta immobile. Nhood sperava di avviare i lavori già nel 2023. Ma nulla è ancora successo. E ora scende in campo anche la procura.
# Il progetto vincitore di Reinventing Cities mai avviato

Piazzale Loreto attende una trasformazione da oltre quattro anni. Nhood Italy, vincitrice del bando Reinventing Cities con il progetto “Loreto Open Community” (LOC), prevedeva di avviare i lavori nell’autunno 2023 e di concluderli entro l’inizio del 2026. La base dell’intervento era una convenzione urbanistica approvata dal Comune, che ha consentito di ottenere il permesso di costruire convenzionato e superare l’ultima fase amministrativa. Tuttavia, il cantiere non è mai partito. Dopo vari rinvii, l’ultima data ipotizzata per l’avvio era agosto 2025. Solo di recente l’amministrazione ha annunciato l’intenzione di rivedere il progetto. A pesare sono i costi lievitati, la pressione sul tessuto commerciale in una zona già satura, le richieste di maggiore verde e gli effetti dell’isola di calore. Si valutano anche le interferenze con le Olimpiadi 2026. Il piano resta autorizzato ma fermo.
# La vicenda tra procedure e controllo pubblico

Ora ha deciso di vederci chiaro anche la procura. Non è ipotizzata alcuna accusa specifica sul progetto LOC, ma sono al vaglio le modalità di coinvolgimento di soggetti privati. Emergono chat tra Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio, e Carlo Masseroli, ex assessore nella giunta Moratti e ad di Nhood. I due avrebbero discusso informalmente del progetto, chiedendo incontri riservati su questioni tecniche legate a edifici specifici. La Guardia di Finanza ritiene che Marinoni possa aver utilizzato le proprie funzioni pubbliche in modalità non trasparenti. È quindi l’insieme delle procedure che viene analizzato, non il contenuto dell’opera in sé.
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# Dettaglio della trasformazione prevista e osservazioni critiche
Il piano LOC prevede 9.200 mq di superficie, con circa 3.900 destinati a verde pubblico, pedonalizzazione, piste ciclabili e un anfiteatro urbano. Il traffico veicolare dovrebbe essere spostato ai margini. Il progetto prevede anche tre edifici con terrazze verdi, destinati a uso commerciale, uffici e svago. Il centro comprende uno spazio aperto per eventi, mercati e attività temporanee. Malgrado ciò, la componente commerciale, 34 unità in vendita o ristorazione, rimane centrale. Alcuni osservatori parlano di un’estensione dello shopping urbano integrata nella piazza. Il verde è descritto come cornice estetica, funzionale all’esperienza di consumo più che allo spazio pubblico.
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# Il modello alternativo proposto da Lucia Tozzi

Secondo Lucia Tozzi, esperta di politiche urbane intervistata da Fanpage, piazzale Loreto non rientra tra le aree che giustificano un partenariato pubblico-privato. «Non è una fabbrica abbandonata o una periferia degradata. Il Comune poteva occuparsene direttamente» afferma. Tozzi paragona il caso a Place de la République a Parigi, trasformata in piazza civica con fondi pubblici e senza obiettivi di profitto. A Loreto, osserva, si punta invece su «un grande centro commerciale, pop-up store, show-room, negozi su negozi a tre livelli destinati a far sparire quelli del mezzanino della metropolitana». Secondo la sua lettura, anche il verde, le panchine e l’ombra sarebbero pensati più per rendere gradevole l’esperienza di consumo che per migliorare la qualità dello spazio urbano. Una visione che, a suo giudizio, privilegia l’interesse privato.
# Il legame tra Nhood e il piano ‘Porte Metropolitane’

La società Nhood, incaricata del progetto su piazzale Loreto, compare anche nelle carte dell’inchiesta legate al piano “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”. Secondo la procura, Giuseppe Marinoni e l’ex assessore Giancarlo Tancredi avrebbero costruito una rete di relazioni per favorire il coinvolgimento di operatori privati in nove aree strategiche della città. Nhood è una delle realtà che Marinoni, secondo gli inquirenti, voleva includere in quel piano, grazie a rapporti diretti con funzionari e progettisti. Le modalità operative descritte parlano di contatti riservati, percorsi paralleli e scambi non ufficiali.
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FABIO MARCOMIN
Così come l’Amministrazione intendeva ridisegnare piazzale Loreto, avrebbe solo significato ulteriore cementificazione con la scusa di nuovi negozzi. Ioltre la chiusura di alcune strade afferenti piazzale Loreto. Una ciofeca solenne, ad usum di architetti cementificatori ad libitum. La piazza con il centro isolato, si appresta benissimo ad essere piantumata nelle varie parcelle senza che alcuno vi possa mettere piede e quindi verde preservato verde salvato. Ma a quanto pare ai verdi questo non piace. Monguzzi, fatti sentire! La vecchiaia ti ha intorpidito?