500 negozi in meno in un anno. E il trend sembra perfino in aumento. Secondo i dati della Camera di Commercio, i negozi al dettaglio in città sono passati da 11.024 nel 2023 a 10.556 nel 2024. E le prime stime per il 2025 sembrano mostrare scenari ancora peggiori. Ma quali sono le zone più colpite?
# Allarme rosso per l’abbigliamento

Iniziamo dai comparti che presentano il maggior numero di serrande abbassate.
Al primo posto c’è l’abbigliamento: in un anno si è passati da 532 a 464 negozi. Oltre un punto vendita su 10 ha chiuso negli ultimi mesi. Molto colpiti anche le gioiellerie (-24 negozi), Maglieria, biancheria e camicie (-22 negozi), Calzature (-21 negozi). Ma quali sono le zone più in crisi?
# Più colpita l’Area C: c’entra la chiusura del centro?

La rivincita della periferia. Almeno per quanto riguarda la crisi dei negozi. Per una volta, infatti, le zone più lontane dal centro soffrono di meno, registrando il 21,2% di chiusure. Mentre il centro segnala il 27,5% di negozi chiusi, quindi un +30% di serrande abbassate rispetto alla periferia. Un dato che accende un allarme rosso su due questioni: prezzo degli affitti e restrizioni per il traffico. Restrizioni che sono state annunciate in aggravamento con l’introduzione dell’Area C a pagamento anche per il fine settimana. Per molti il colpo del KO sui locali. Ma nello specifico, quali sono le strade che segnalano il maggior numero di chiusure?
# Le tre strade più colpite

Sempre secondo i dati diffusi, sono tre le strade. Due in area C e l’altra oggetto di politiche molto restrittive contro il traffico automobilistico:
3. Via Torino. Molte insegne si spengono. Però presenta anche un rapido ricambio.
2. Via Mazzini. La via del centro che mostra più negozi vuoti
- Corso Buenos Aires. La strada che segnala la maggior presenza di locali sfitti.
L’Area C di Milano presenta dati record a livello regionale (dove la media delle chiusure si attesta attorno al 24%). Tra le cause: gli alti costi degli affitti e il forte calo di compratori, soprattutto di quelli (la maggioranza per i grandi acquisti) che si recano sul punto vendita in automobile. Sono gli stessi commercianti a denunciare le politiche anti-auto: «a fare shopping non si va in bici».
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MILANO CITTA’ STATO