Una legge non scritta di Milano. Dove non ci arriva la pubblica amministrazione, ci pensano i cittadini. Anche per la sicurezza. In alcune zone di Milano, dove il senso di sicurezza vacilla e la microcriminalità prospera, stanno emergendo sempre più iniziative fuori dal comune (con la c minuscola). Di qualche mese fa era la notizia di residenti agguerriti che decidono di autofinanziare la vigilanza privata per proteggere il proprio territorio: è successo in Viale Monte Grappa, nel cuore di Corso Como. Ma è ancora niente rispetto a quello che si sono inventati al Giambellino, come riportato da Il Giorno.

# Le sciure vigilantes a difesa del Giambellino
Ci troviamo nella periferia sud-ovest, nel quadrilatero di case popolari targato Aler tra via Odazio, Lorenteggio, Giambellino e Inganni, dove il senso di abbandono convive con il timore delle occupazioni abusive. E così, a difesa dei cortili, delle fioriere e delle porte, sono emerse figure singolari: le “sciure vigilantes”. Donne forti che, ogni sera, si alternano assieme ai vicini per presidiare il quartiere e custodire la vita quotidiana con una determinazione quasi militare.
# Un quartiere autogestito: tra ronde notturne e senso della comunità
Come riporta Il Giorno, Maria Palomares, la vera anima del civico 6 di via Odazio, si definisce “una rompico***ni” e non nasconde affatto la propria missione. Da questa nicchia di case popolari, lei e i vicini si occupano dei vialetti, delle fioriere, delle scale. La loro funzione? Tenere d’occhio chi potrebbe entrare abusivamente. “Stiamo qui fino alle due di notte”, racconta Maria, tra candele alla citronella e chiacchiere circospette.
Anche perché le occupazioni abusive non sono solo un problema di percezione: “Spaccano le lastre e entrano in casa… L’ho sempre segnalato, e sono venuti a sgomberare… almeno finché c’era il vecchio presidente dell’Aler”, confida Maria, riferendosi all’epoca di Angelo Sala. E lamenta l’assenza dell’attuale gestione: “Alan Rizzi? E chi l’ha visto. Lo aspetto… voglio fargli vedere la mia periferia”.

# «Fuori di qua è perfino peggio»
Il quartiere non è solo le sue ronde domestiche. Dal 2021 è avviato un piano di riqualificazione da quasi 60 milioni di euro, tra demolizioni, ricostruzioni e spazi verdi, con lavori su via Manzano, via Segneri, via Giambellino 150. Ma accanto ai cantieri, restano facciate fatiscenti, intonaci che cadono, finestre rattoppate, appartamenti sfitti e incuria diffusa. Maria sogna case nuove, ma teme un futuro peggiore senza un tessuto comunitario saldo: “Qui si è creata una sorta di armonia… se finiamo chissà dove, potrebbe essere pure peggio.”
# Il futuro di Milano sarà della sicurezza privata?
Il fenomeno del Giambellino risulta solo il più pittoresco. In realtà già in altre parti i milanesi si sono organizzati per mantenere più sicuro il loro quartiere.
Alle spalle di Corso Como, gli abitanti di un condominio hanno deciso di assumersi un compito prima delegato alle istituzioni: mettersi in prima linea con un servizio a pagamento. Per due sere a settimana, un vigilante privato sorveglia l’area intorno alla proprietà contro furti, aggressioni o molestie, a un costo annuale di oltre 30.000 euro.
A San Donato Milanese, invece, è stata sperimentata una vigilanza privata notturna, mediante il contratto con un istituto, per contrastare spaccio e microcriminalità in zone decentrate. L’iniziativa consiste in pattugliamenti georeferenziati con collegamento diretto alla polizia locale, e il Comune valuta se estenderla anche ad altre zone in caso di successo. Che sia questa la strada giusta per una Milano più sicura? Con più sciure e meno burocrazia?
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