Lo choc del rientro. Soprattutto se avviene con un volo intercontinentale a Malpensa. Sì, perché la gestione dei controlli passaporti può provocare una bolgia infernale. Come quella illustrata dalle immagini pubblicate da Selvaggia Lucarelli.
# La denuncia sulle file interminabili
Il J’Accuse di Selvaggia Lucarelli: i passeggeri italiani di ritorno da voli di decine di ore si trovano regolarmente di fronte a code interminabili ai varchi passaporti. Il suo post su X:
«Questa è la situazione standard delle file passaporti a Malpensa per gli italiani che rientrano da voli anche di decine di ore tra scali vari. File interminabili, addetti ai controlli che urlano “AUSTRALIAAAAA SINGAPOREEEE”, una roba imbarazzante. E questa sarebbe la città del futuro.»
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# Voli UE ed Extra-UE: il modello attuale e i suoi limiti

A Malpensa esistono i varchi automatici “e-gate” dedicati ai cittadini dell’Unione Europea, ma la loro efficienza risulta compromessa da frequenti guasti e da un numero insufficiente rispetto al traffico in arrivo. E poi si passa ai guai di chi rientra dai voli extra-UE: gli addetti, in numero ridotto, faticano a gestire il flusso crescente di passeggeri provenienti da voli intercontinentali. La disorganizzazione genera imbottigliamenti e rallentamenti che incidono non solo sul comfort dei viaggiatori, ma anche sull’immagine internazionale dello scalo. Ma quali possono essere delle soluzioni per evitare questi disagi?
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# Le soluzioni adottate in altri aeroporti: riconoscimenti facciali e varchi biometrici

Negli scali più avanzati, come Francoforte, Amsterdam o Singapore, i controlli sono organizzati con sistemi integrati che combinano passaporti elettronici, biometria e personale dedicato al flusso dei passeggeri.
A Changi Airport di Singapore sono attivi gate completamente senza passaporto basati sul riconoscimento facciale, con passaggi che richiedono meno di 10 secondi. In Germania il sistema EasyPASS consente un controllo in 18 secondi per passeggero, mentre a Schiphol in Olanda: i varchi biometrici attivi sono più di settanta. Anche in Australia alcuni scali, come Sydney e Melbourne, hanno investito autonomamente in smartgate biometrici per aumentare la capacità di smaltimento fino a 600 passeggeri l’ora, riducendo drasticamente le attese ai controlli.
# Come dovrebbe cambiare Malpensa
Per evitare che le scene denunciate si ripetano, sarebbe necessario:
- aumentare il numero dei varchi elettronici e garantirne il funzionamento costante, affiancandoli a personale formato alla gestione dinamica dei flussi
- un sistema digitale di monitoraggio in tempo reale, con indicazioni visive ai viaggiatori e una programmazione più flessibile dei turni di lavoro
- implementare tecnologie biometriche integrate, come quelle già diffuse a Singapore, Dubai o negli aeroporti tedeschi, per ridurre i tempi di attesa a pochi secondi.
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FABIO MARCOMIN
Visto che Fiumicino e’ pluripremiato nelle classifiche dei migliori aeroporti, forse senza andare a Singapore basterebbe intervistare la ADR di Roma. In questo caso la Capitale bagna facilmente il naso a Milano