Un ristorante gourmet e nuovi spazi culturali all’interno dell’Archivio di Stato: così uno degli edifici storici più affascinanti di Milano si apre alla città e diventa un polo d’eccellenza per la gastronomia e la cultura.
Il Palazzo del Senato apre ai milanesi: la nuova vita di uno dei gioielli nascosti di Milano
# Un nuovo cuore pulsante tra Montenapoleone e via Senato
Nel cuore del centro storico, a due passi da via Montenapoleone, il Palazzo del Senato è pronto a cambiare volto. Dietro la sua imponente facciata barocca e i cortili neoclassici, si cela uno degli edifici più misteriosi e meno accessibili di Milano.
Ma ora, grazie a un progetto congiunto dell’Agenzia del Demanio e del Ministero della Cultura, questo gioiello architettonico si apre a una nuova vita: un ristorante gourmet, una caffetteria, uno spazio coworking, una sala lettura e un’area per esposizioni culturali lo trasformeranno in un punto di incontro tra storia, cultura e lifestyle.
Attualmente sede dell’Archivio di Stato, il palazzo sarà parzialmente riconvertito attraverso una concessione fino a cinquant’anni. L’ingresso principale sarà dal Quadrilatero della moda, ma l’edificio sarà accessibile anche da via Marina e via San Primo, permettendo l’attivazione di servizi anche oltre l’orario d’apertura dell’Archivio. Una vera rivoluzione per un luogo che finora ha vissuto quasi solo di silenzio e consultazioni accademiche.
# Una sfida per privati e brand del lusso
La proposta si rivolge tanto al mondo del profit quanto a quello del non profit, con un modello di partenariato pubblico-privato in cui sarà il soggetto vincitore a finanziare i lavori e a gestire gli spazi.
Il canone non è fisso: sarà il privato a proporlo, con una clausola vantaggiosa per l’avvio dell’attività, che prevede nei primi quattro anni il versamento del solo 10%. Ma non sarà il prezzo a fare la differenza: le offerte verranno valutate soprattutto per il valore culturale, ambientale e sociale, affinché il nuovo spazio sia coerente con l’identità storica del palazzo.
Il mix di funzioni pensato per questo progetto, che unisce food, cultura e spazi di lavoro, sembra fatto apposta per attrarre operatori della moda, del food design, dell’hotellerie e del lusso, sempre più interessati a luoghi iconici in grado di offrire esperienze esclusive. E Palazzo del Senato, con la sua bellezza nascosta e la posizione strategica, ha tutte le carte in regola per diventare uno di questi luoghi.
# Una nuova visione per gli Archivi di Stato
Dietro il progetto c’è anche un’idea più ampia di trasformazione culturale. Come ha spiegato Alessandra dal Verme, direttrice dell’Agenzia del Demanio, non si tratta solo di un restauro architettonico, ma di una vera rigenerazione urbana. L’obiettivo è rendere l’Archivio di Stato un luogo vissuto, aperto, capace di parlare anche a chi normalmente non avrebbe motivo di entrarci.
Per Antonio Tarasco, direttore generale Archivi del Ministero della Cultura, si tratta di una prima assoluta nel panorama archivistico italiano: mai prima d’ora si era pensato di aprire in modo così esteso un Archivio di Stato a funzioni extra-documentarie. La scommessa è far nascere la curiosità anche in chi entra solo per un caffè o una mostra, trasformando l’Archivio in un centro vivo della città.
# I lavori già in corso e il futuro del palazzo
Nel frattempo, il palazzo è già oggetto di un importante intervento di riqualificazione grazie ai fondi del PNRR. Sono in corso lavori per migliorare l’accessibilità, rinnovare gli impianti e rendere gli spazi più fruibili. Un restauro significativo è previsto anche per la monumentale facciata barocca su via Senato, affidato al raggruppamento Exitia e Urban Vision.
L’investimento, pari a 1,55 milioni di euro, sarà sostenuto attraverso l’uso dei ponteggi per la pubblicità, una formula ormai collaudata per la valorizzazione di edifici storici. È un passo decisivo per preparare il Palazzo del Senato a questa nuova fase.
Un edificio finora poco vissuto, ma capace di diventare un punto di riferimento nel centro di Milano, in equilibrio tra cultura, bellezza e convivialità. Se il bando dovesse attrarre le giuste proposte, questo spazio potrebbe diventare un modello per la rigenerazione di altri immobili storici milanesi.
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MATTEO RESPINTI
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