Il progetto Hidden Garden è stato il primo tassello di una catena d’indagini che ha condotto al terremoto urbanistico dell’ultimo periodo. Vediamo che fine ha fatto.
# Il progetto e la contestazione iniziale

Nel 2022 è iniziata la demolizione di un edificio di tre piani in zona Loreto, sostituito con un nuovo complesso residenziale di sette piani, alto 27 metri. Il progetto, denominato Hidden Garden, ha previsto la realizzazione di 45 appartamenti, all’interno del grande isolato formato da viale Gran Sasso, piazza Aspromonte, Via Filippino Lippi e via Garofalo. La società Bluestone ha operato con SCIA alternativa, ritenendo l’area uno “spazio residuale” non soggetto a vincoli. I residenti, al contrario, hanno denunciato la trasformazione di un “cortile” in costruzione abitativa, lamentando volumetrie fuori scala, violazione delle distanze legali e assenza dei servizi urbanistici previsti. L’avvocata Veronica Dini ha presentato un esposto alla Procura. Il cantiere è stato oggetto di sequestro d’urgenza, poi non convalidato. Dopo tre gradi di giudizio, anche la Cassazione ha respinto definitivamente la richiesta di blocco. Il palazzo è stato terminato e progressivamente abitato a partire dal 2024.
# L’inchiesta giudiziaria e gli sviluppi

L’esposto sul progetto Hidden Garden ha portato all’apertura di un’indagine per abuso edilizio e falso ideologico, con l’iscrizione iniziale di 12 persone nel registro degli indagati. Da quel fascicolo, la Procura ha avviato una maxi-inchiesta sull’urbanistica cittadina, che ha coinvolto complessivamente 74 soggetti legati a diversi progetti edilizi a Milano. Tra questi figurano dirigenti comunali, architetti, costruttori e amministratori pubblici. Sei persone, tra cui l’ex assessore Tancredi e l’imprenditore Catella, sono al centro di richieste di misure cautelari. Hidden Garden resta il punto di origine dell’intera operazione, con un’indagine, tuttora aperta, ipotizza un sistema di favori e autorizzazioni con meccanismi irregolari. Si tratta del primo caso esaminato, ma la Procura ha ora sotto monitoraggio oltre cento cantieri cittadini. L’impianto accusatorio comprende anche presunti scambi tra membri della Commissione Paesaggio e operatori privati, con ipotesi di reato principali che restano corruzione, falso ideologico e induzione indebita. Per il caso Hidden Garden, primo filone dell’inchiesta, si attende ora la decisione della Procura sull’eventuale rinvio a giudizio.
# L’impatto urbano e le denunce dei residenti

Nel frattempo, l’imprenditore Andrea Bezziccheri, coinvolto anche nel progetto Park Towers, è stato appena rinviato a giudizio in quel procedimento e ha subito il sequestro di 120 mila euro da parte della Procura. I comitati di quartiere contestano un uso distorto della SCIA, che avrebbe permesso interventi in aree non vigilate. Secondo i residenti, il nuovo palazzo ha peggiorato le condizioni abitative: perdita di luce, ridotta privacy, aumento del rumore e rischio per la sicurezza. In un’occasione, i vigili del fuoco non sarebbero riusciti a entrare nel cortile in caso d’emergenza. Inoltre, l’edificio ultramoderno risulta fuori contesto rispetto alle case anni ’30 circostanti. I residenti chiedono un uso vincolato degli oneri di urbanizzazione per migliorare i servizi locali.
# Una visione opposta: difesa del modello Milano
Massimiliano Tonelli, giornalista e direttore editoriale di Artribune, ha espresso un parere sul progetto Hidden Garden. In un lungo intervento pubblico su facebook, ha respinto la narrazione secondo cui si tratterebbe di un “grattacielo costruito in un cortile”, definendola fuorviante e priva di riscontri. Secondo la sua lettura, l’edificio sostituisce volumi esistenti disordinati e non altera un cortile, ma ne crea uno ordinato e accessibile dove prima non c’era, criticando l’approccio accusatorio della Procura, che vedrebbe nello sviluppo urbano un danno ambientale, mentre per lui si tratta di sostituzione di edifici inefficienti.
Continua la lettura con: Terremoto giudiziario: tutte le opere che rischiano il blocco a Milano
FABIO MARCOMIN