Gli svizzeri: «vogliamo scegliere noi quando andare in pensione». E se si facesse così anche in Italia?

Per 2 svizzeri su 3 l'età della pensione deve dipendere da questioni soggettive

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Mentre in gran parte d’Europa continua il confronto tra governi e sindacati sull’innalzamento o l’abbassamento dell’età pensionabile, dalla Svizzera emerge una terza voce: quella dei cittadini. Secondo un nuovo sondaggio, infatti, il 68% della popolazione svizzera desidera poter decidere autonomamente quando andare in pensione, e non sentirsi costretta al tradizionale traguardo dei 65 anni.

# Il sondaggio: per 2 svizzeri su 3 l’età della pensione deve dipendere da questioni soggettive

Credits: secondowelfare.it

L’indagine, condotta da Deloitte Svizzera, rileva che quasi due terzi della popolazione elvetica (68 %) preferirebbe scegliere in base a criteri personali il momento del pensionamento, anziché rispettare la soglia statale dei 65 anni. Tali criteri dipendono principalmente da salute, condizione finanziaria e progetti di vita. Questioni prettamente individuali. 

Questa opinione emerge in un contesto in cui molti cittadini si mostrano scettici nei confronti delle riforme previste del sistema AVS, la previdenza di base svizzera. L’elemento determinante per molti è la flessibilità: essere in grado di adattare la scelta del pensionamento alla propria condizione individuale, più che rispettare una soglia rigida imposta in modo autoritario per tutti. 

# I risultato del referendum sulla previdenza

Sanità svizzera

I cittadini svizzeri si erano già espressi con un referendum, come accade di norma da quelle parti, sul tema dell’età della pensione. Nella votazione del marzo 2024, gli elettori elvetici avevano bocciato un’iniziativa che proponeva di aumentare l’età pensionabile a 66 dagli attuali 65.  Era stata, invece, approvata l’idea di aggiungere una tredicesima mensilità alla pensione, supportata dal 58 % dei votanti.

Ora i cittadini affermano qualcosa in più: l’idea di introdurre una modalità “volontaria” per la pensione.  Un ulteriore passaggio democratico, come un referendum svizzero, potrebbe tradurre questa richiesta in pratica normativa, ad esempio estendendo la flessibilità già prevista tra 63 e 70 anni. Ma qual è la situazione in Italia?

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# Il modello di pensione “rigida” in Italia

ChatGPT – L’Italia svizzera

In Italia, l’età pensionabile è molto rigida: attualmente è fissata a 67 anni per la pensione di vecchiaia (2019), con casi di pensione anticipata accessibile solo a chi ha contributi molto lunghi e precisi requisiti. Il sistema della previdenza complementare esiste, ma è ancora poco sviluppato rispetto ad altri paesi: questo comporta maggiori problemi a introdurre una riforma come quella caldeggiata dagli svizzeri. 

# Pensione volontaria: dove esiste nel mondo

Credits: svizzeramo.it – Berna

In realtà sono numerosi i paesi a consentire un pensionamento volontario da pianificare in base alle proprie esigenze. Nella stessa Svizzera, grazie alla riforma AVS 21, è già possibile ritirare la pensione anticipatamente (anche parzialmente) o posticiparla, con effetti economici, anche se limitatamente all’intervallo tra i 63 e i 70 anni.

Nel resto del mondo, esistono Paesi con previdenza complementare volontaria: Svizzera, Germania, Francia, Polonia, Slovenia, Ungheria, Romania, Regno Unito, Stati Uniti.

Questi paesi offrono, accanto al sistema statale, forme di pensione privata facoltativa (pilastro 3 o equivalente), che permettono una maggiore libertà nel pianificare il ritiro dal mondo del lavoro. Non solo: in diversi Paesi, come gli Stati Uniti, la pensione è di totale pertinenza della persona che ha versato i contributi. In questo modo, in caso di suo decesso, la pensione verrebbe trasferita per l’importo restante agli eredi del defunto, non solo al consorte come accade in Italia con la pensione di reversibilità. In sintesi, è simile a quanto riservato in Italia solamente ai parlamentari e ad alcune categorie di impiegati dello Stato. 

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ANDREA ZOPPOLATO 


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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.

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