A Berlino si apre un confronto su nuove soluzioni per affrontare la carenza di spazi sportivi e ricreativi. Il dibattito prende forma attorno a un’idea che unisce edilizia popolare e servizi collettivi, guardando a esperienze già sperimentate in altre città. Vista la carenza di piscine pubbliche a Milano, perché non prenderla in considerazione anche noi?
# La proposta del partito Die Linke

Il partito Die Linke, la sinistra tedesca, rilancia il tema della carenza di impianti sportivi proponendo un modello alternativo. Nei nuovi complessi di edilizia comunale si vorrebbero inserire piscine sui tetti, destinate a un uso condominiale o aperto al pubblico. La proposta arriva dalla capogruppo Kerstin Wolter, che sottolinea l’importanza di affiancare ai servizi essenziali come scuole e asili anche spazi ricreativi integrati negli edifici popolari. L’idea si ispira direttamente all’esperienza viennese, dove da decenni i residenti di grandi complessi hanno a disposizione piscine comuni. A Berlino il primo progetto sperimentale potrebbe interessare i tetti delle residenze più grandi. Lo scopo è ridurre la pressione sugli impianti esistenti e accorciare i tempi di accesso agli spazi sportivi.
# Il modello viennese e le esperienze precedenti

Il riferimento principale è il complesso residenziale di Alterlaa, situato nel ventitreesimo distretto di Vienna, progettato da Harry Glück insieme ad altri architetti. La struttura si compone di tre superblocchi con 3180 appartamenti immersi in un parco e dotati di grandi terrazze fiorite fino al dodicesimo piano. Oltre alle sette piscine sul tetto, sono presenti sette piscine coperte, ventidue saune e spazi ricreativi accessibili a tutti gli abitanti. Il modello si fonda sul principio di garantire anche agli inquilini a reddito medio-basso servizi normalmente associati al lusso residenziale. Altri esempi di edilizia sociale con piscine condominiali si trovano in complessi come l’Heinz-Nittel-Hof, costruito sullo stesso concetto di “abitare come i ricchi, anche per i poveri”. Questo approccio ha contribuito a mantenere alta la soddisfazione abitativa e a ridurre la mobilità interna degli inquilini.
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# Un’idea anche per Milano?

L’estate 2025 ha certificato un fiasco assoluto per le piscine pubbliche di Milano: solo 3 aperte, a causa di impianti chiusi da tempo o in attesa di essere ristrutturati. Se non ci fossero quelle private i milanesi avrebbero dovuto cercare alternative fuori città per trovare un po’ di rifregerio. L’iniziativa di Berlino casca a fagiolo e potrebbe essere l’occasione per dare una spinta alla riqualificazione degli alloggi popolari e al contempo rilanciare l’immagine dei quartieri periferici tristemente conosciuti per vicende di cronaca.
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